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Il Guardiano dello Spirito: la serie, prodotta dallo studio Production I.G., di primo acchito colpisce subito per la bellezza delle immagini e del chara design, semirealistico e dalle linee precise e morbide.
Ad una confezione così curata corrisponde un contenuto altrettanto valido e ben sceneggiato, purché si sia disposti ad adeguarsi al passo dell'anime, che dopo un'introduzione relativamente movimentata si sofferma per la maggior parte degli episodi sullo studio dei rapporti tra personaggi nella vita di tutti i giorni: lo slice-of-life e il racconto di formazione prendono il sopravvento sull'urgenza degli inizi e sul sostrato fantasy, presentando un anime che per la sua sobrietà e pacatezza si pone piuttosto a distanza dalle serie fantasy tipiche, per avvicinarsi piuttosto alle atmosfere e ai ritmi di Mushishi e Natsume Yuujinchu, e in parte ad una serie come Kurenai (nel rapporto tra un bambino/a in fuga da una realtà famigliare ostile e una persona più grande ingaggiata per proteggerlo ma che diventa anche genitore/fratello putativo).

Ma entriamo ora nel dettaglio di storia e personaggi.
Protagonisti sono Chagum, un bambino principe del regno di Yogo, e Balsa, una giovane donna straniera abilissima con la lancia, che si guadagna da vivere come guardia del corpo.
Chagum viene affidato in segreto a Balsa dalla madre del bambino, in quanto è stato scelto da uno spirito acquatico come sua 'incubatrice' e ciò, per via del particolare 'mito di fondazione' del regno di Yogo, è interpretato come grande sventura e degno di morte preventiva: lo spirito è legato alle alluvioni e alla siccità, e si teme il suo ritorno in relazione ad eventi catastrofici del passato.
Il principino e la guarda si ritrovano così a fuggire, cercando di evitare gli assassini alle loro calcagna, nemici personali, fiere, spiriti ostili (i Rarunga) che vogliono divorare lo Spirito acquatico e il corpo che lo ospita.
Nel corso della narrazione si viene poi a conoscenza del passato di Balsa e della verità sulla leggenda e natura degli spiriti acquatici, mentre Chagum, sempre vissuto ignaro della vita al di fuori delle mura del Palazzo, impara a conoscere il mondo e matura sotto le cure amorevoli ma severe della sua protettrice.
Parte del cast sono un astronomo di corte e precettore di Chagum, una sciamana (Torogai) della popolazione indigena antecedente all'invasione della popolazione di Yogo, e il suo allievo Tanda, amico e guaritore d'elezione di Balsa e di lei innamorato. La devozione silenziosa e incrollabile, la tenacia e il sostegno incessante di Tanda mi ricordano un pochino André Grandier *se mi è concesso un momento di fangirlismo, è uno dei tipi di personaggio e di compagno di vita che più mi attira, ergo un valore aggiunto nel mio giudizio su questo anime*.

Come accennato all'inizio, l'anime introduce gli elementi fantasy (ma verrebbe più da dire folklorici a questo punto) e di azione negli episodi iniziali, mentre si concentra sulla vita quotidiana in incognito di Balsa e Chagum nella parte centrale, per poi riprendere le fila del prologo e fornire rivelazioni varie nell'ultimo terzo/quarto di serie.
Azione ce n'è poca quindi, ma buona: le sequenze e i movimenti (il terzo episodio è forse il migliore esempio) sono verosimili e fluidi. Non ci sono attacchi speciali e poteri soprannaturali, si tratta di duelli tra guerrieri umani professionisti. Quando il ritmo di fa più tranquillo sono le tematiche e i personaggi la forza trainante dello show.
La storia, come menzionato in precedenza, è effettivamente 'lenta' nella parte centrale: Balsa e Chagum (con Tanda) si fingono una bella famigliola felice e affittano un mulino ad acqua presso un villaggio, perciò alcuni episodi sono dedicati a Chagum che entra in contatto col mondo, fa amicizia coi figli dei contadini, partecipa alle feste locali, impara a svolgere lavoretti vari, e impara a mettere in pratica la sua cultura in maniera inaspettata e pragmatica.
Niente di eclatante, in apparenza. Ma i personaggi evolvono episodio dopo episodio. Chagum passa da ragazzino viziato e insicuro ad un giovane uomo pronto ad affrontare il suo destino; Balsa si ammorbidisce, scoprendo, assieme ad un lato materno finora sopito sotto la scorza di combattente e l'educazione del suo mentore, anche una vulnerabilità e tenerezza per l'amico di sempre, represse in nome di un vecchio voto di espiazione legato al proprio mestiere. Tanda rinforza la fiducia in se stesso e i suoi propositi sia professionali sia sentimentali. Il precettore di Chagum e la sciamana, rappresentanti di due culture che si sono mescolate senza fondersi, ampliano i rispettivi orizzonti.

Dal punto di vista del plot invece la fase slice-of-life è la proverbiale quiete prima della tempesta. Più la fatidica nascita dello Spirito si fa prossima, più la pseudo-famigliola di Balsa, Chagum e Tanda, così come amici e nemici, devono decidere se e come permettere l'evento, se e come credere a dubbie ma venerande leggende, e se il prezzo di un eventuale sacrificio è davvero necessario o tollerabile...
L'anime della storia è, prima di tutto, quella di un romanzo di formazione (individuale, filiale, parentale, sentimentale - ma non sentimentalistico!), con alcuni elementi culturali che ricordano Cina, Tibet, lo sciamanesimo di diverse culture (l'etnia di Tanda e Torogai presenta credenze soprannaturali che sono state accostate a quelle degli aborigeni australiani, in accordo con il background accademico dell'autrice), ma si offre anche come riflessione sull'importanza della memoria, dell'identità, delle tradizioni e delle conseguenze della loro manipolazione (la manipolazione dell'informazione... e globalizzazione/colonialismo versus identità perfino), non ultimo della comunione e comunicazione Uomo/Natura.
L'aver preso spunto da una serie di romanzi scritti da un'antropologa sembra proprio aver giovato rispetto alla 'densità' dei personaggi dell'anime e all'approccio di confronto fra culture e mentalità. (Nota: la serie animata ha un finale definito e soddisfacente, ma lascia intuire uno spiraglio per il prosieguo delle vicende di Balsa, Chagum e Tanda. Infatti questa costituisce solo la prima parte della serie di romanzi di Moribito, in 10 volumi. Per brevi riassunti sull'argomento dei restanti volumi ved. qui: http://scrumptious.animeblogger.net/2007/10/25/of-guardians-and-travellers-the-moribito-series/, e nella pagina wiki che attinge dal link precedente http://en.wikipedia.org/wiki/Moribito_series).
Tornando alla serie animata, è ulteriore nota di merito la mancanza totale di fanservice: cosa ancora più notevole se si pensa che le conturbanti forme di Balsa sono state tratteggiate da un autore altrimenti noto nel campo dell'hentai.

A chi cerca un fantasy/folklorico delicato, pacato, e che lascia spazio ai rapporti umani come fra l'uomo e il mondo naturale rispetto all'intrattenimento e all'azione più coloriti e vistosi, questo anime potrebbe piacere molto. Nel filone folklorico simile consiglierei quindi anche Mushishi e Natsume Yujinchu; Mononoke anche, se il soprannaturale folklorico con tinte di giallo, più cerebrale e occasionalmente violento, non disturba.
Se si cerca più azione e magniloquenza Juuni Kokuki è una buona opzione: presenta la cura della caratterizzazione ed evoluzione dei personaggi, culture diverse e mondi a confronto, ma anche elementi di high fantasy più classico. Cambiando genere invece, dal lato dei rapporti umani e del confronto di tradizioni anche Kurenai potrebbe rivelarsi interessante.
Se si cerca invece un genere fantasy più di intrattenimento, con più azione, più magia, commedia demenziale e anche una punta di fanservice, suggerirei piuttosto di guardare Slayers, specialmente le prime tre serie (Slayers, Slayers Next, Slayers Try).