Recensione
Bakemonogatari
9.0/10
Recensione di elianthos80
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Prendete un gentile ragazzo ex vampiro, la vampira che lo morse, cinque fanciulle colpite da entità soprannaturali e più o meno legate al ragazzo, un esorcista vagabondo in camicia hawaiiana, dialoghi folli, una montagna di giochi di parole infarciti di cultura pop, un po' di fanservice, un po' di sangue e una vena costante di parodia e rottura dell'illusione scenica. E una veste soprannaturale, parodica, sopra le righe, per un racconto in fondo intimo e persino, a tratti, dolce. Ma mai zuccheroso o blando.
Avete mai provato lo zenzero candito o le pasticche di puro olio essenziale di cannella? Ecco, Bakemonogatari è così.
Come le due leccornie prima citate, Bake è un bouquet di sapori e di aromi speziatissimo che o si ama (e può essere un gusto acquisito tanto quanto un impatto istantaneo e ammaliante ) o si odia.
Le spezie, come l'antico uso di acquistarle dal droghiere o dal farmacista ci ricordano, sono droghe in fondo, e un dosaggio e una miscela attenti sono fondamentali sia per chi le somministra sia per chi le riceve. Nel mio caso, Bake, l'ho amato e rivisto - consumato? - più di una volta, pur respingendone gli occasionali eccessi.
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Bakemonogatari, il cui titolo, per fortunata coincidenza, sia in inglese sia in italiano è traducibile mantendo con discreta approssimazione il gioco di parole originale, è una GhosTory, una SpiriStoria, ed è tratto da una serie di romanzi di Nisio Oisin (prego notare il palindromo) di grande successo.
Bakemonogatari è impostato come un successione di 'casi' soprannaturali da risolvere di volta in volta, ognuno legato a un personaggio femminile. La chiave per risolvere il caso è spesso legata al significato del nome dell'entità soprannaturale stessa; l'etimologia è intesa come eziologia, grazie anche alla natura della scrittura e fonetica giapponese. Tale entità a sua volta è legata a un evento particolare occorso alla donzella di turno.
A cercare di aiutare le pulzelle è Koyomi Araragi, studente delle superiori riservato, gentile, piuttosto introverso, che è stato a sua volta vittima di un incontro soprannaturale, come accennato in un frenetico flashback nel primo episodio. Come residuo di tale incontro con una vampira, Shinobu, sul punto di morire dissanguata e da lui salvata offrendole il collo, il ragazzo ha mantenuto la capacità di rimarginare le proprie ferite rapidamente e una visione potenziata, oltre alla dote di potere percepire le anomalie soprannaturali che lo circondano.
Se Araragi è colui che s'imbatte nelle anomalie e che cerca di indagarne le circostanze, l'effettivo trattamento di tali anomalie/entità è però in genere affidato alla persona che ha salvato Araragi stesso, ovvero l'esorcista Oshino: un individuo apparentemente senza fissa dimora e piuttosto stravagante, che per la durata delle serie risiede in un vecchio edificio abbandonato assieme a una silenziosa bambina, la cui identità viene chiarita nel corso degli episodi.
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Nonostante tutta l'evidenza e importanza data alle varie creature, rimane la patina di pseudo-harem e di eroge; dal catalogo di tipi femminili che finiscono per gravitare attorno ad Araragi: c'è l'occhialuta, la tsundere, la pseudo-lolita, la gatta morta amica d'infanzia, la vampira/femme fatale, la lesbica amichevole e relativamente maschiaccio, la loli silente, le sorelline. I vari archi sono dedicati ognuno all'interazione di Koyomi con una ragazza diversa.
E' presente un certo compiacimento nei dialoghi e l'uso, o abuso, di fanservice, di inserti foto-realistici e di schermate monocrome costellate di scritte e ideogrammi che appaiono per una frazione di secondo al punto che alla fine della serie il tasto di pausa implorerà pietà.
Nonostante ciò, Bakemonogatari rimane una storia che saggiamente sa prendere in giro sia i cliché adottati sia se stessa che li adotta. Ed è una serie che, pur con tutto il suo insistito umorismo, con il sarcasmo, con il gusto dell'assurdo e dell'oltraggioso e irriverente*, con il ritmo oscillante tra una relativa calma e sequenze d'azioni fulminanti quanto cruente, sa sfoderare dei momenti molto toccanti e teneri, l'episodio 12 su tutti.
*Vedi l'incipit, che è una zoomata sulla mutanda di pizzo di una delle ragazze nonché buona compagna di classe di Araragi. Ebbene, contribuisce al plot (!) perché è legata agli eventi che hanno reso Araragi 'speciale'. Anzi, ne è l'evento scatenante. Il ragazzo per liberarsi da tale fortuita ma ingrifante visione si ritrova a passeggiare la sera, e lungo il percorso s'imbatte in una certa vampira accasciata ai piedi di un lampione. Segue un breve e frenetico flashback delle conseguenze, esposto più in dettaglio nei relativi romanzi.
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Bakemonogatari è un anime che flirta con molti generi e stereotipi, senza incarnarne davvero nessuno. E questo a seconda delle preferenze dello spettatore può risultarne uno se non il più grande pregio, oppure un peccato mortale. Ad esempio, a dispetto di chi vorrebbe considerarlo un harem, non lo è affatto, perché piuttosto è una parodia che rivela per contrasto l'autentica, singola love story in corso. Ed è una coppia fantastica quella che si consolida. I romanzi da cui è tratta la storia nei volumi seguenti si divertono tra le altre cose a mettere ulteriormente alla prova il legame, ma tutto sommato quello che emerge è che esistono tanti modi di amare e di volere bene, e sia il protagonista maschile sia la sua ragazza ne sono ben consapevoli. L'amore romanticamente inteso e ricambiato ha quei due protagonisti e quelli restano.
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Fanservice e struttura: nella serie animata ci sono tre momenti di fanservice che ho trovato gratuiti e un arco piuttosto deboluccio, Nadeko's Snake negli episodi 9 e 10, per la personalità della ragazza di turno e per <b>(SPOILER)</b> i dannati serpenti che sembrano tutt'altro mentre, a un certo punto, le si infilano a forza in gola - per fortuna censurati nella versione televisiva rispetto a quella DVD.
<b>(FINE SPOILER )</b>
L'arco però non è tanto debole per il messaggio di fondo, che invece rispetto alla crescita di Koyomi è fondamentale.
A parte il relativo calo di tono di questi due episodi, ho trovato Bakemonogatari un anime stimolante e divertente, persino nel resto del fanservice che normalmente mi repelle. Ho trovato molto simpatico anche il cast, ad eccezione di Nadeko, che comunque a livello strutturale ha un suo perché: Araragi Koyomi, il ragazzo ex vampiro; Senjougahara Hitagi, la tsundere-sì-eppure-no dal cervello finissimo e dalla lingua più letale del suo taglierino; e Hachikuji Mayoi, la 'bimba' saggia e dispettosissima assieme, su tutti, anche grazie all'inventiva delle scelte di regia, che vivacizzano e sottolineano il virtuosismo e la talvolta ricercata assurdità dei dialoghi.
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La serie tende a sconfinare nello stile per lo stile, ma è uno stile che mi aggrada parecchio. Ad esempio, ad un certo punto gli animatori hanno scoperchiato una sagoma di carta del cranio di Koyomi e ne sono usciti ritagli di lattuga e spaghetti fotografati. In un altro momento i personaggi sono diventati dei pannelli di fumetto che imitano famosi mangaka del passato. Un passaggio piuttosto drammatico è stato reso con fotografie di un bambolotto bendato e forme psichedeliche, un po' pop-art un po' kawaii macabro.
Nella terza puntata poi adoro il modo in cui i creatori hanno giocato con le forme geometriche e con i tocchi dei tre colori primari rispetto alla scala di grigi predominante nei personaggi e negli sfondi. In questa paletta cromatica Hitagi spicca con il tocco di complemetari viola/giallo nei suoi capelli e nella sua borsa.
E vogliamo mettere le giostre del parco giochi, con quella specie di biciclette su rotaia, a forma di bistecca?
E le schermate di testo fulminee e le dettagliate zoomate oculari, croce e delizia della visione nonché espediente per risparmiare fotogrammi preziosi tanto possibile piccola censura pro televisione (cfr. le sequenze incensurate/complete su DVD)?
A dare sostanza a questi esercizi espedienti/di stile, mi sembra che Shinbo & Shaft abbiano fatto del risparmio e del 'di necessità virtù' un'arte, che trovano tanto detrattori quanto sostenitori, comunque c'è sempre quel tanto e quel cosa di contenuto da soddisfarmi. Inoltre il finale è bello e congruente con l'inizio della storia, sempre a mio parere. Insomma, il bicchiere per me è ben più che mezzo pieno.
Il protagonista maschile, inoltre, è figo fuori e dentro sin nelle budella in tecnhicolor, mentre Hitagi è semplicemente una dea - Kalì? E' una dei pochi personaggi che domina il fanservice invece di esserne dominata. Questa è classe *agita gli striscioni I Love You Hitagi*.
Insomma, se espedienti di animazione e stile insoliti , uniti a molto dialogo (decisamente il fatto che la fonte originale sia un romanzo si nota), a fanservice e a un filo di splatter non vi scoraggiano a priori, la visione di questa serie è consigliatissima. Splatter e fanservice normalmente non mi attirano, ma questa è una bella eccezione alla regola. Perciò suggerirei comunque di provare i primi due episodi anche agli indecisi, o semplicemente ai curiosi ma esitanti a causa dei due elementi in questione.
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Nota: Gli ultimi tre episodi, 13,14 e 15, sforavano dal palinsesto televisivo, quindi sono stati trasmessi via web qualche mese più tardi. Chi avesse visto la serie fino alla puntata 12 lamentandosi del finale non finale sotto l'aspetto dell'entità di turno, be', finalmente può gustarsi la conclusione. In inglese almeno c'è tutta.
Nota ai fansub inglesi di Bakemonogatari: ci sono quelli della versione TV+web, ovvero i 12 televisivi + i 3 finali, e quelli dai Blu-ray. Lo studio SHAFT ha l'abitudine di ritoccare gli episodi per la release su DVD, in questo caso le puntate 9-10 sono state trasmesse incomplete. Devo dire che per una volta preferisco di gran lunga le censure/episodi 'grezzi': specialmente l'arco di Nadeko altrimenti ha parecchio fanservice secondo me di cattivo gusto, <b>(SPOILER)</b> vedi i 'serpenti' in gola e che la stringono pure in stile stupro tentacolante. <b>(FINE SPOILER)</b>.
La sigla di apertura 'completa' dell'arco conclusivo, Tsubasa Cat, ha una sequenza animata che mi ha lasciata davvero perplessa, anche rispetto agli standard di provocazione e allo stile di questo studio d'animazione. Però una sigla la si può saltare senza problemi.
Riassumendo in quanto a puntate tradotte ci sono varie opzioni in base ai propri gusti e connessione - i file dei blu-ray sono giganteschi.
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Per approfondimenti e riflessioni: considerazioni sulla serie, sia in generale sia dal lato estetico, specialmente sul ruolo delle inquadrature e della disposizione e della scelta non casuale dei vari elementi dell'immagine (amo questo blogger) andate su http://guriguriblog.wordpress.com/2009/10/05/unstaple-my-heart-embracing-heavy-omoi-%E6%80%9D%E3%81%84-in-bakemonogatari.
Sul messaggio e significato sia dell'ultimo episodio sia della serie in generale, ho trovato interessante e condivido il parere in questo blog; ovviamente attenzione agli spoiler dettagliati: http://ghostlightning.wordpress.com/2010/06/30/there-are-dark-places-in-the-world-a-home-for-ghosts-bakemonogatari-finally-finale.
Avete mai provato lo zenzero candito o le pasticche di puro olio essenziale di cannella? Ecco, Bakemonogatari è così.
Come le due leccornie prima citate, Bake è un bouquet di sapori e di aromi speziatissimo che o si ama (e può essere un gusto acquisito tanto quanto un impatto istantaneo e ammaliante ) o si odia.
Le spezie, come l'antico uso di acquistarle dal droghiere o dal farmacista ci ricordano, sono droghe in fondo, e un dosaggio e una miscela attenti sono fondamentali sia per chi le somministra sia per chi le riceve. Nel mio caso, Bake, l'ho amato e rivisto - consumato? - più di una volta, pur respingendone gli occasionali eccessi.
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Bakemonogatari, il cui titolo, per fortunata coincidenza, sia in inglese sia in italiano è traducibile mantendo con discreta approssimazione il gioco di parole originale, è una GhosTory, una SpiriStoria, ed è tratto da una serie di romanzi di Nisio Oisin (prego notare il palindromo) di grande successo.
Bakemonogatari è impostato come un successione di 'casi' soprannaturali da risolvere di volta in volta, ognuno legato a un personaggio femminile. La chiave per risolvere il caso è spesso legata al significato del nome dell'entità soprannaturale stessa; l'etimologia è intesa come eziologia, grazie anche alla natura della scrittura e fonetica giapponese. Tale entità a sua volta è legata a un evento particolare occorso alla donzella di turno.
A cercare di aiutare le pulzelle è Koyomi Araragi, studente delle superiori riservato, gentile, piuttosto introverso, che è stato a sua volta vittima di un incontro soprannaturale, come accennato in un frenetico flashback nel primo episodio. Come residuo di tale incontro con una vampira, Shinobu, sul punto di morire dissanguata e da lui salvata offrendole il collo, il ragazzo ha mantenuto la capacità di rimarginare le proprie ferite rapidamente e una visione potenziata, oltre alla dote di potere percepire le anomalie soprannaturali che lo circondano.
Se Araragi è colui che s'imbatte nelle anomalie e che cerca di indagarne le circostanze, l'effettivo trattamento di tali anomalie/entità è però in genere affidato alla persona che ha salvato Araragi stesso, ovvero l'esorcista Oshino: un individuo apparentemente senza fissa dimora e piuttosto stravagante, che per la durata delle serie risiede in un vecchio edificio abbandonato assieme a una silenziosa bambina, la cui identità viene chiarita nel corso degli episodi.
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Nonostante tutta l'evidenza e importanza data alle varie creature, rimane la patina di pseudo-harem e di eroge; dal catalogo di tipi femminili che finiscono per gravitare attorno ad Araragi: c'è l'occhialuta, la tsundere, la pseudo-lolita, la gatta morta amica d'infanzia, la vampira/femme fatale, la lesbica amichevole e relativamente maschiaccio, la loli silente, le sorelline. I vari archi sono dedicati ognuno all'interazione di Koyomi con una ragazza diversa.
E' presente un certo compiacimento nei dialoghi e l'uso, o abuso, di fanservice, di inserti foto-realistici e di schermate monocrome costellate di scritte e ideogrammi che appaiono per una frazione di secondo al punto che alla fine della serie il tasto di pausa implorerà pietà.
Nonostante ciò, Bakemonogatari rimane una storia che saggiamente sa prendere in giro sia i cliché adottati sia se stessa che li adotta. Ed è una serie che, pur con tutto il suo insistito umorismo, con il sarcasmo, con il gusto dell'assurdo e dell'oltraggioso e irriverente*, con il ritmo oscillante tra una relativa calma e sequenze d'azioni fulminanti quanto cruente, sa sfoderare dei momenti molto toccanti e teneri, l'episodio 12 su tutti.
*Vedi l'incipit, che è una zoomata sulla mutanda di pizzo di una delle ragazze nonché buona compagna di classe di Araragi. Ebbene, contribuisce al plot (!) perché è legata agli eventi che hanno reso Araragi 'speciale'. Anzi, ne è l'evento scatenante. Il ragazzo per liberarsi da tale fortuita ma ingrifante visione si ritrova a passeggiare la sera, e lungo il percorso s'imbatte in una certa vampira accasciata ai piedi di un lampione. Segue un breve e frenetico flashback delle conseguenze, esposto più in dettaglio nei relativi romanzi.
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Bakemonogatari è un anime che flirta con molti generi e stereotipi, senza incarnarne davvero nessuno. E questo a seconda delle preferenze dello spettatore può risultarne uno se non il più grande pregio, oppure un peccato mortale. Ad esempio, a dispetto di chi vorrebbe considerarlo un harem, non lo è affatto, perché piuttosto è una parodia che rivela per contrasto l'autentica, singola love story in corso. Ed è una coppia fantastica quella che si consolida. I romanzi da cui è tratta la storia nei volumi seguenti si divertono tra le altre cose a mettere ulteriormente alla prova il legame, ma tutto sommato quello che emerge è che esistono tanti modi di amare e di volere bene, e sia il protagonista maschile sia la sua ragazza ne sono ben consapevoli. L'amore romanticamente inteso e ricambiato ha quei due protagonisti e quelli restano.
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Fanservice e struttura: nella serie animata ci sono tre momenti di fanservice che ho trovato gratuiti e un arco piuttosto deboluccio, Nadeko's Snake negli episodi 9 e 10, per la personalità della ragazza di turno e per <b>(SPOILER)</b> i dannati serpenti che sembrano tutt'altro mentre, a un certo punto, le si infilano a forza in gola - per fortuna censurati nella versione televisiva rispetto a quella DVD.
<b>(FINE SPOILER )</b>
L'arco però non è tanto debole per il messaggio di fondo, che invece rispetto alla crescita di Koyomi è fondamentale.
A parte il relativo calo di tono di questi due episodi, ho trovato Bakemonogatari un anime stimolante e divertente, persino nel resto del fanservice che normalmente mi repelle. Ho trovato molto simpatico anche il cast, ad eccezione di Nadeko, che comunque a livello strutturale ha un suo perché: Araragi Koyomi, il ragazzo ex vampiro; Senjougahara Hitagi, la tsundere-sì-eppure-no dal cervello finissimo e dalla lingua più letale del suo taglierino; e Hachikuji Mayoi, la 'bimba' saggia e dispettosissima assieme, su tutti, anche grazie all'inventiva delle scelte di regia, che vivacizzano e sottolineano il virtuosismo e la talvolta ricercata assurdità dei dialoghi.
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La serie tende a sconfinare nello stile per lo stile, ma è uno stile che mi aggrada parecchio. Ad esempio, ad un certo punto gli animatori hanno scoperchiato una sagoma di carta del cranio di Koyomi e ne sono usciti ritagli di lattuga e spaghetti fotografati. In un altro momento i personaggi sono diventati dei pannelli di fumetto che imitano famosi mangaka del passato. Un passaggio piuttosto drammatico è stato reso con fotografie di un bambolotto bendato e forme psichedeliche, un po' pop-art un po' kawaii macabro.
Nella terza puntata poi adoro il modo in cui i creatori hanno giocato con le forme geometriche e con i tocchi dei tre colori primari rispetto alla scala di grigi predominante nei personaggi e negli sfondi. In questa paletta cromatica Hitagi spicca con il tocco di complemetari viola/giallo nei suoi capelli e nella sua borsa.
E vogliamo mettere le giostre del parco giochi, con quella specie di biciclette su rotaia, a forma di bistecca?
E le schermate di testo fulminee e le dettagliate zoomate oculari, croce e delizia della visione nonché espediente per risparmiare fotogrammi preziosi tanto possibile piccola censura pro televisione (cfr. le sequenze incensurate/complete su DVD)?
A dare sostanza a questi esercizi espedienti/di stile, mi sembra che Shinbo & Shaft abbiano fatto del risparmio e del 'di necessità virtù' un'arte, che trovano tanto detrattori quanto sostenitori, comunque c'è sempre quel tanto e quel cosa di contenuto da soddisfarmi. Inoltre il finale è bello e congruente con l'inizio della storia, sempre a mio parere. Insomma, il bicchiere per me è ben più che mezzo pieno.
Il protagonista maschile, inoltre, è figo fuori e dentro sin nelle budella in tecnhicolor, mentre Hitagi è semplicemente una dea - Kalì? E' una dei pochi personaggi che domina il fanservice invece di esserne dominata. Questa è classe *agita gli striscioni I Love You Hitagi*.
Insomma, se espedienti di animazione e stile insoliti , uniti a molto dialogo (decisamente il fatto che la fonte originale sia un romanzo si nota), a fanservice e a un filo di splatter non vi scoraggiano a priori, la visione di questa serie è consigliatissima. Splatter e fanservice normalmente non mi attirano, ma questa è una bella eccezione alla regola. Perciò suggerirei comunque di provare i primi due episodi anche agli indecisi, o semplicemente ai curiosi ma esitanti a causa dei due elementi in questione.
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Nota: Gli ultimi tre episodi, 13,14 e 15, sforavano dal palinsesto televisivo, quindi sono stati trasmessi via web qualche mese più tardi. Chi avesse visto la serie fino alla puntata 12 lamentandosi del finale non finale sotto l'aspetto dell'entità di turno, be', finalmente può gustarsi la conclusione. In inglese almeno c'è tutta.
Nota ai fansub inglesi di Bakemonogatari: ci sono quelli della versione TV+web, ovvero i 12 televisivi + i 3 finali, e quelli dai Blu-ray. Lo studio SHAFT ha l'abitudine di ritoccare gli episodi per la release su DVD, in questo caso le puntate 9-10 sono state trasmesse incomplete. Devo dire che per una volta preferisco di gran lunga le censure/episodi 'grezzi': specialmente l'arco di Nadeko altrimenti ha parecchio fanservice secondo me di cattivo gusto, <b>(SPOILER)</b> vedi i 'serpenti' in gola e che la stringono pure in stile stupro tentacolante. <b>(FINE SPOILER)</b>.
La sigla di apertura 'completa' dell'arco conclusivo, Tsubasa Cat, ha una sequenza animata che mi ha lasciata davvero perplessa, anche rispetto agli standard di provocazione e allo stile di questo studio d'animazione. Però una sigla la si può saltare senza problemi.
Riassumendo in quanto a puntate tradotte ci sono varie opzioni in base ai propri gusti e connessione - i file dei blu-ray sono giganteschi.
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Per approfondimenti e riflessioni: considerazioni sulla serie, sia in generale sia dal lato estetico, specialmente sul ruolo delle inquadrature e della disposizione e della scelta non casuale dei vari elementi dell'immagine (amo questo blogger) andate su http://guriguriblog.wordpress.com/2009/10/05/unstaple-my-heart-embracing-heavy-omoi-%E6%80%9D%E3%81%84-in-bakemonogatari.
Sul messaggio e significato sia dell'ultimo episodio sia della serie in generale, ho trovato interessante e condivido il parere in questo blog; ovviamente attenzione agli spoiler dettagliati: http://ghostlightning.wordpress.com/2010/06/30/there-are-dark-places-in-the-world-a-home-for-ghosts-bakemonogatari-finally-finale.