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8.0/10
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Aspettavo che finissero di subbare questo anime da quando ne avevo visto il trailer. Yumekui Merry è la storia di una ragazza, Merry, che non fa parte del mondo reale, ma di quello dei sogni; solo che un giorno si è trovata in quello reale e cerca in tutti i modi di tornare nel suo mondo di origine, "chiedendo" ai vari Demoni dei Sogni che incontra di portarla con sé. Solo che trovare i Demoni dei Sogni non è per niente facile, se non per Fujimoto Yumeji, un ragazzo che ha la grande capacità di capire, attraverso dei colori, i sogni delle persone e perciò può anche capire quando un Demone dei Sogni si presenta a qualcuno. Per questo Merry decide di farsi aiutare da Yumeji e di vivere nella sua casa, casa che tra l'altro non è sua, ma dell'amica Isana Tachibana e del padre.

Una trama abbastanza originale, sebbene secondo me poco sviluppata. Se l'anime fosse durato qualche episodio in più, non mi sarebbe dispiaciuto. Per quanto riguarda i personaggi, sono disegnati benissimo, soprattutto Merry, davvero carina, e anche i caratteri credo siano stati studiati bene. Beh, certo, Yumeji è il solito ragazzo che aiuta tutti, il classico liceale, ma credo che non dia sempre fastidio avere qualche personaggio stereotipato se non si esagera. Merry trovo che abbia un bel carattere: non è una "protagonista shojo" sempre sorridente che pensa sempre e solo ai ragazzi, anche perché ha problemi ben più seri; all'inizio diffida un po' di Yumeji, ma dopo vari tentativi di aiuto del ragazzo lei accetta e la storia comincia; Merry è anche molto schietta, se dice una cosa è perché la pensa veramente, e combatte molto per proteggere Yumeji e Isana, dato che sono i suoi migliori amici. E Isana... mi piace anche lei. Anche se è gentile e innamorata di Yumeji, diventa una grande amica di Merry e anche a quest'ultima piace molto stare insieme a lei. Si può dire che sia un personaggio essenziale per la storia.

È stato il secondo anime presentato nel 2011 che ho visto e mi aspettavo proprio che mi piacesse come mi piace. Ovviamente aspetto una seconda serie, perché, anche se corta, qualcosa dopo ci deve essere.