Recensione
Karin piccola Dea
7.0/10
Iniziamo con un premessa: Amo quest'anime/manga. Gli darei come voto 10. La storia è molto coinvolgente, la caratterizzazione dei personaggi precisa. Il voto che do però è 7. Perché? L'anime inizia in un modo incomprensibile. Ci sono tre ragazzi fighi che con degli anelli si trasformano in divinità. C'è un bambino con le orecchie da coniglio, una clessidra ferma e una ragazzina. Guardate bene questa parte di anime. Fatto? Bene! Ora dimenticate tutto. "Perché?", vi starete chiedendo. Beh, questa "premessa" è una parte della seconda serie del manga, non pubblicato in Italia a causa del fallimento della Play Press. Ma passiamo alla trama dell'anime, decisamente diversa da quella del manga.
Karin Hanazono è un'orfana che vive con sua zia e il suo gattino. Un giorno l'animaletto muore e mentre la ragazzina prega sulla tomba di quest'ultimo arriva un ragazzo biondo. Uno dei fighi di prima. Magicamente un altro ragazzo, con gli occhiali, li attacca con degli strani poteri. Per incanto l'anello della protagonista lasciatole come unico ricordo da sua madre, si mette a brillare. Sconfitto dalla luce emanata dall'anello, il giovane con gli occhiali si ritira e sparisce anche il biondino. Il giorno dopo Karin conosce una ragazza scontrandosi con lei. La ragazza si chiama Himeka Kujo e - guarda caso - è la cugina del giovane biondo del giorno prima. Con il passare del tempo si scopre che ci sono degli anelli speciali che permettono alle persone "speciali" (orfane e giovani) di trasformarsi in divinità. L'anello di Karin è uno di quelli. Il biondino, con il nome di Kazune Kujo, ha un anello simile con le stesse caratteristiche, che si trasforma in Apollo. Ci sono persone malvagie che vogliono distruggere tutti gli anelli. Il motivo? Lo scoprirete solo seguendo l'anime.
Kamichama Karin ha un finale un po' sconcertante, che riprende esattamente da dove vi ho detto di dimenticarvi (ora ricordate).
Molte puntate fanno riferimento alla seconda serie del manga, quindi risulta di difficile comprensione. Tuttavia è un anime carino da vedere, che non manca di colpi di scena.
P.S. La trama del manga è molto meglio articolata. Ve lo consiglio.
Karin Hanazono è un'orfana che vive con sua zia e il suo gattino. Un giorno l'animaletto muore e mentre la ragazzina prega sulla tomba di quest'ultimo arriva un ragazzo biondo. Uno dei fighi di prima. Magicamente un altro ragazzo, con gli occhiali, li attacca con degli strani poteri. Per incanto l'anello della protagonista lasciatole come unico ricordo da sua madre, si mette a brillare. Sconfitto dalla luce emanata dall'anello, il giovane con gli occhiali si ritira e sparisce anche il biondino. Il giorno dopo Karin conosce una ragazza scontrandosi con lei. La ragazza si chiama Himeka Kujo e - guarda caso - è la cugina del giovane biondo del giorno prima. Con il passare del tempo si scopre che ci sono degli anelli speciali che permettono alle persone "speciali" (orfane e giovani) di trasformarsi in divinità. L'anello di Karin è uno di quelli. Il biondino, con il nome di Kazune Kujo, ha un anello simile con le stesse caratteristiche, che si trasforma in Apollo. Ci sono persone malvagie che vogliono distruggere tutti gli anelli. Il motivo? Lo scoprirete solo seguendo l'anime.
Kamichama Karin ha un finale un po' sconcertante, che riprende esattamente da dove vi ho detto di dimenticarvi (ora ricordate).
Molte puntate fanno riferimento alla seconda serie del manga, quindi risulta di difficile comprensione. Tuttavia è un anime carino da vedere, che non manca di colpi di scena.
P.S. La trama del manga è molto meglio articolata. Ve lo consiglio.