Recensione
Isabelle de Paris
3.0/10
Recensione di Karma Houdini
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Ogni episodio di 'Isabel de Paris' è introdotto da una gran bella opening: <i>Fantasie Impromptu</i>, famosa composizione di Chopin. Ed è la cosa più degna di tutto l'anime.
Sì, perché 'Isabel de Paris' dovrebbe essere un anime storico, ambientato nel 1870, durante la guerra franco-prussiana. Dovrebbe essere una produzione da prendersi maledettamente sul serio. Dovrebbe, ma non è.
Infatti in questo anime vedremo un senatore Thiers verde come una scatarrata di goblin e cattivissimo fino al midollo, un cocchiere che sembra uscito dal film Frankestein Junior, ma anche la versione ancora più decerebrata del mostro di Frankestein, uscito praticamente dal nulla. Ma non solo, il braccio destro di Thiers sarà una sottospecie di ninja pelato con la faccia da maniaco (anche sessuale, probabilmente); ci saranno dei giustizieri mascherati a metà strada tra Zorro e il Tulipano Nero, ma infinitamente meno carismatici (leggasi: patetici) e si farà uso tranquillamente di bombe a mano della seconda guerra mondiale.
Basterebbe questo per etichettare 'Isabel de Paris' come anime ridicolo, e se fosse solo quello avrebbe comunque un senso. Ma qui si va fino in fondo e poi si scava pure.
I personaggi e i loro rapporti vanno dal molto banale all'assolutamente casuale. La stessa Isabel vorrebbe essere un'eroina, ma a parte un'assurda scena d'azione su una mongolfiera, nemmeno fosse una trapezista professionista, non fa altro che farsi scarrozzare per tutta la Francia e oltre la Manica dal suo sessualmente ambiguo oggetto del desiderio, Victor, e dal suo irritante spasimante Jean. Non fa altro che lamentarsi, sbattere porte e fare capricci vari.
Suo fratello è leggermente più dignitoso, ma non che ci voglia più di tanto. Mentre sua sorella Genevieve, dai ridicoli capelli color glicine, è allo stesso livello di inutilità.
Dal punto di vista tecnico l'anime è davvero scadente, con paesaggi che sembrano disegnati da un macaco artritico, un chara design che vorrebbe ispirarsi a quello ben più famoso e più elegante di Riyoko Ikeda, ma che invece è un'accozzaglia di disegni approssimativi e dai colori scialbi. Per non parlare delle animazioni, le quali danno il peggio di sé quando si tratta di vedere dei cavalli al galoppo: credo di non aver mai visto dei cavalli disegnati così male e animati anche peggio, sembrano delle povere creature in preda a violente convulsioni intestinali sincronizzate.
Non c'è altro da dire, 'Isabel de Paris' è un brutto anime, che non fa nemmeno ridere, nemmeno involontariamente. Si meriterebbe zero spaccato, ma un paio di punticini se li guadagna per l'opening, più un altro punticino per il semplice fatto che questo strazio almeno dura poco, appena 13 episodi.
Sì, perché 'Isabel de Paris' dovrebbe essere un anime storico, ambientato nel 1870, durante la guerra franco-prussiana. Dovrebbe essere una produzione da prendersi maledettamente sul serio. Dovrebbe, ma non è.
Infatti in questo anime vedremo un senatore Thiers verde come una scatarrata di goblin e cattivissimo fino al midollo, un cocchiere che sembra uscito dal film Frankestein Junior, ma anche la versione ancora più decerebrata del mostro di Frankestein, uscito praticamente dal nulla. Ma non solo, il braccio destro di Thiers sarà una sottospecie di ninja pelato con la faccia da maniaco (anche sessuale, probabilmente); ci saranno dei giustizieri mascherati a metà strada tra Zorro e il Tulipano Nero, ma infinitamente meno carismatici (leggasi: patetici) e si farà uso tranquillamente di bombe a mano della seconda guerra mondiale.
Basterebbe questo per etichettare 'Isabel de Paris' come anime ridicolo, e se fosse solo quello avrebbe comunque un senso. Ma qui si va fino in fondo e poi si scava pure.
I personaggi e i loro rapporti vanno dal molto banale all'assolutamente casuale. La stessa Isabel vorrebbe essere un'eroina, ma a parte un'assurda scena d'azione su una mongolfiera, nemmeno fosse una trapezista professionista, non fa altro che farsi scarrozzare per tutta la Francia e oltre la Manica dal suo sessualmente ambiguo oggetto del desiderio, Victor, e dal suo irritante spasimante Jean. Non fa altro che lamentarsi, sbattere porte e fare capricci vari.
Suo fratello è leggermente più dignitoso, ma non che ci voglia più di tanto. Mentre sua sorella Genevieve, dai ridicoli capelli color glicine, è allo stesso livello di inutilità.
Dal punto di vista tecnico l'anime è davvero scadente, con paesaggi che sembrano disegnati da un macaco artritico, un chara design che vorrebbe ispirarsi a quello ben più famoso e più elegante di Riyoko Ikeda, ma che invece è un'accozzaglia di disegni approssimativi e dai colori scialbi. Per non parlare delle animazioni, le quali danno il peggio di sé quando si tratta di vedere dei cavalli al galoppo: credo di non aver mai visto dei cavalli disegnati così male e animati anche peggio, sembrano delle povere creature in preda a violente convulsioni intestinali sincronizzate.
Non c'è altro da dire, 'Isabel de Paris' è un brutto anime, che non fa nemmeno ridere, nemmeno involontariamente. Si meriterebbe zero spaccato, ma un paio di punticini se li guadagna per l'opening, più un altro punticino per il semplice fatto che questo strazio almeno dura poco, appena 13 episodi.