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Anche qui, come già affermato nel capitolo precedente a questo, ci si trova di fronte a un titolo che si pone come scopo unico quello di soddisfare le esigenze degli spettatori. Se il predecessore poteva essere comunque utile oltre che dilettevole, tuttavia, la visione completa di "Isshoni Sleeping" è qualcosa di a dir poco autolesionista.
Anche qui c'è tanto fanservice, anche qui ci sono saltuari simpatici siparietti, anche qui Hinako si rivolge direttamente al pubblico. Dunque perché risulta tanto peggiore? Semplice: la durata delle scene di sonno è improponibile.

Guardare questo "anime" dall'inizio alla fine è stata una delle esperienze più autopunitive mai sperimentate, la perdita di tempo necessaria è consigliabile solo ai più esperti perdigiorno, con parecchio tempo libero a disposizione, per non rimpiangere poi l'irresponsabile scelta di visionare tutta l'opera.
Bisogna però riconoscere che l'intento dichiarato era effettivamente quello di indurre al sonno, e con la noia abissale che provoca si può dire che la nostra Hinako ce l'abbia fatta ancora una volta.