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5.0/10
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Un giorno qualcuno si sveglia e pensa: "Massì, scriviamo qualcosa a proposito di una scuola che insegna a teenager qualunque a diventare agenti segreti/soldati/SWAT. Sai che figo. E magari ci infiliamo anche dentro Lupin, Sherlock Holmes e anche Giovanna D'Arco e Dracula. E Conan. Ah, no, è troppo recente come detective. Vabbé, bastano quelli. E magari, sì, magari li faccio combattere. Senza che muoia nessuno, eh. Ah! Urge un protagonista! Magari prendo un ragazzo svogliato, che non ha voglia di fare nulla, ma che in determinate occasioni diventa uno paurosamente figo. Mhh, che occasioni? Ah, ecco, quando si eccita! Così ci infilo anche il fan serivce! Dai, al lavoro."

Nacquero così le light novel di "Hidan No Aria". E, fin qui, tutto nella norma. Da quando la maggior parte della popolazione mondiale sa scrivere, di cavolate simili, ne sono nate a bizzeffe, se poi parliamo di giapponesi, possiamo dire che loro hanno un talento naturale. Tutto nella norma finché a qualcuno non viene la malsana idea di animare il tutto. Nasce così quest'anime, che passando dalla carta al tubo catodico riesce ad aumentare esponenzialmente la sua insensatezza. Alla fine, è un prodotto come un altro (letteralmente, un prodotto come tanti, tanti altri). Presenta personaggi stereotipati come in molti anime contemporanei, dalla tsundere piatta allo svogliato, senza dimenticarsi della taciturna con sindrome da deus ex machina e della tettona affettuosa. Presenta i soliti personaggi, ma li presenta male.
"Aria" è un anime che partendo da premesse che potevano permettergli di diventare qualcosa di passabile, è riuscito a ridicolizzarsi al massimo, prima inserendo le strane linee genealogiche di alcuni personaggi, e i loro improbabili super poteri - che staccano la spina alla già morente trama che provava a essere realistica -, poi terminando in un poutpourri di banalità, un crogiolo di pessime trovate.

Proviamo a prendere in esame il finale: se la non-fine, l'interruzione quasi forzata della trama è imputabile al fatto che il prodotto viene da una light novel e che quindi non è lì che l'arco narrativo si interrompe, non capisco come sia saltato in mente di trasporre in anime un "boss di fine livello" di quel tipo. Praticamente, verso la fine, tra due persone che l'episodio prima si stavano scannando, nasce un dialogo di questo tipo: - È imbattibile, ma se colpisci determinati punti in un determinato ordine come ti dirò di fare allora sarà facile ucciderlo come è facile uccidere una mosca. E succede proprio così. Un po' di pathos di seconda mano, un climax degno di "Un medico in famiglia" e termina il tutto. Se a ciò si associa un livello tecnico non eccelso, un character design che rasenta i limiti del sopportabile e un contesto generalmente inutile e non approfondito probabilmente perché erano tutti coscienti di come tale contesto fosse del tutto campato per aria, allora si capisce come la storia della piatta Kanzaki, di Kinji e della loro allegra compagnia risulti appetibile forse solo agli amanti delle tsundere con pistole. E dico "forse" solo perché non ho molta esperienza di altri prodotti con tale target, anche se sarei pronto a scommettere che il grande Giappone abbia prodotto innumerevoli altri prodotti simili, se non peggiori.