Recensione
Tada, Kimi wo Aishiteru
9.0/10
Ci sono tanti modi in cui una persona si insinua nella vita di un'altra. A volte si tratta di un semplice sguardo, una curiosità spontanea e immediata che si rivela fatale. Altre volte, si tratta di un conoscersi lento e costante, fatto di piccoli momenti vissuti assieme. Nel primo caso, abbiamo un'esplosione di emozioni che travolge e annebbia la vista, come è stato tra Miyuki e Makoto, un'attrazione naturale che non ha niente a che vedere con l'incontro casuale di Makoto e Shizuru. Lui, un ragazzo riservato che trova conforto nella natura da fotografare; lei, Shizuru, è una ragazza dall'aspetto infantile, con dei modi particolarmente buffi che non hanno bisogno d'esser nascosti. Da uno sciocco pretesto, i due si scambiano qualche parola sul ciglio della strada di fronte alla loro università, nel primo giorno di lezione. Per Shizuru sembra un'occasione sufficiente per coltivare un'amicizia, e si fa avanti - quasi a spintoni - nella vita di lui, anche se Makoto non sembra propriamente entusiasta di questa intrusione aliena, ricca di stramberie. Shizuru ignora i timidi segnali di lui e lo segue. Si siede al suo stesso tavolo in mensa e rompe il ghiaccio con il suo vivace chiacchiericcio; gli sta alle calcagna durante le incursioni solitarie che Makoto suole fare nella foresta vicino all'edificio studentesco. Insomma, è una vera palla al piede, un peperino che non la smette di strofinarsi il naso e mangiare biscotti. Addirittura si munirà anche lei di una macchina fotografica!
Nel frattempo, il fascino di Miyuki ha senz'altro più successo. La ragazza mette gli occhi su Makoto, e gli farà da compagna durante la sua vita universitaria e non. Eppure, nel momento in cui la competizione tra le due ragazze sembra risolversi con la vittoria di Miyuki, quest'ultima viene eclissata. Con lei, Makoto si trova a vivere una vita che non è sua, anche se forse la desidererebbe e quindi si adegua. Si diverte in vacanza al mare e passa il tempo a ridere con i suoi nuovi compagni... Ma il sapore della novità ha vita breve.
Quando la magia finisce e si ritorna alla vita reale, ci mancano i nostri luoghi sicuri, le persone con cui ci sentiamo a nostro agio e che distruggono le nostre barriere - persone che vanno oltre la nostra apparenza, persone con cui non ci sentiamo mai sulle spine. E si torna a parlare di Shizuru. I sentimenti verso di lei sembrano esser stati covati senza alcuna consapevolezza di ciò. Si insinuano così subdolamente da non fare percepire a Makoto quel qualcosa in più nel loro legame. La situazione ha bisogno di sbloccarsi, e così avviene.
Un bacio, un bacio regalato a Shizuru per il suo compleanno, un bacio funzionale a uno scatto fotografico, nel bel mezzo della foresta dei loro ricordi: lì, avviene una magia più potente e coinvolgente dell'avvenenza di Miyuki. L'incantesimo d'amore che sprigiona qualcosa dall'intreccio di due persone che vivono assieme, che condividono uno stesso hobby, che conoscono le qualità e i difetti l'uno dell'altra, e che parlano con franchezza.
Quando i protagonisti suggellano il loro amore, il tempo sembra fermarsi per tutta la durata della scena... e poi la natura continua a vivere. Le acque delle sorgenti scorrono, gli uccellini volano, l'erba ondeggia sotto le sferzate di vento e Makoto è stordito! Si fanno più chiari in lui i sentimenti che da lei erano stati dichiarati sin da subito. Ma dov'è Shizuru? E' scomparsa assieme a quel momento.
La peculiarità di questa storia - che nasce in maniera spensierata - sta nel ruolo centrale svolto dalla fotografia. Oltre all'essenza di questo hobby che caratterizzerà il finale del film, ci sono dei veri e propri sfondi suggestivi e funzionali alla storia per tutta la sua durata. Al di là della New York vista dagli occhi di Makoto e della foresta degli incontri con Shizuru, c'è una ricostruzione ad arte della quotidianità di lui vista dagli occhi e dall'obbiettivo fotografico di lei. Quegli scatti di Shizuru e la reazione che lui avrà verso di essi riusciranno a esprimere l'anima di quest'amore che non ha avuto modo di sbocciare appieno. E' la prova che spesso le immagini riescono a comunicare più delle parole, creano il senso dei legami e inviano scariche emotive che, se esplicate a parole, potrebbero sfumare d'intensità. Ed è proprio con una serie di immagini che si concluderà l'incantevole storia di "Heavenly Forest", con un finale commovente che si carica di improvvisa emotività.
Nel frattempo, il fascino di Miyuki ha senz'altro più successo. La ragazza mette gli occhi su Makoto, e gli farà da compagna durante la sua vita universitaria e non. Eppure, nel momento in cui la competizione tra le due ragazze sembra risolversi con la vittoria di Miyuki, quest'ultima viene eclissata. Con lei, Makoto si trova a vivere una vita che non è sua, anche se forse la desidererebbe e quindi si adegua. Si diverte in vacanza al mare e passa il tempo a ridere con i suoi nuovi compagni... Ma il sapore della novità ha vita breve.
Quando la magia finisce e si ritorna alla vita reale, ci mancano i nostri luoghi sicuri, le persone con cui ci sentiamo a nostro agio e che distruggono le nostre barriere - persone che vanno oltre la nostra apparenza, persone con cui non ci sentiamo mai sulle spine. E si torna a parlare di Shizuru. I sentimenti verso di lei sembrano esser stati covati senza alcuna consapevolezza di ciò. Si insinuano così subdolamente da non fare percepire a Makoto quel qualcosa in più nel loro legame. La situazione ha bisogno di sbloccarsi, e così avviene.
Un bacio, un bacio regalato a Shizuru per il suo compleanno, un bacio funzionale a uno scatto fotografico, nel bel mezzo della foresta dei loro ricordi: lì, avviene una magia più potente e coinvolgente dell'avvenenza di Miyuki. L'incantesimo d'amore che sprigiona qualcosa dall'intreccio di due persone che vivono assieme, che condividono uno stesso hobby, che conoscono le qualità e i difetti l'uno dell'altra, e che parlano con franchezza.
Quando i protagonisti suggellano il loro amore, il tempo sembra fermarsi per tutta la durata della scena... e poi la natura continua a vivere. Le acque delle sorgenti scorrono, gli uccellini volano, l'erba ondeggia sotto le sferzate di vento e Makoto è stordito! Si fanno più chiari in lui i sentimenti che da lei erano stati dichiarati sin da subito. Ma dov'è Shizuru? E' scomparsa assieme a quel momento.
La peculiarità di questa storia - che nasce in maniera spensierata - sta nel ruolo centrale svolto dalla fotografia. Oltre all'essenza di questo hobby che caratterizzerà il finale del film, ci sono dei veri e propri sfondi suggestivi e funzionali alla storia per tutta la sua durata. Al di là della New York vista dagli occhi di Makoto e della foresta degli incontri con Shizuru, c'è una ricostruzione ad arte della quotidianità di lui vista dagli occhi e dall'obbiettivo fotografico di lei. Quegli scatti di Shizuru e la reazione che lui avrà verso di essi riusciranno a esprimere l'anima di quest'amore che non ha avuto modo di sbocciare appieno. E' la prova che spesso le immagini riescono a comunicare più delle parole, creano il senso dei legami e inviano scariche emotive che, se esplicate a parole, potrebbero sfumare d'intensità. Ed è proprio con una serie di immagini che si concluderà l'incantevole storia di "Heavenly Forest", con un finale commovente che si carica di improvvisa emotività.