Recensione
Senki Zesshou Symphogear
6.0/10
Recensione di HellSpawnluke
-
Molto tempo dopo le sirene di "Mermaid Melody", ecco un altro anime che fa della musica il suo tema principale. In questa produzione nata dalla collaborazione fra Encourage Films e lo studio Satelight (Aquarion, Macross, Fairy Tail, Shugo Chara per citarne alcuni) è cantando che le protagoniste di quest'anime decidono di affrontare l'ennesima minaccia per l'umanità: i Noise, terrificanti creature in grado di trasformarti in carbone con un semplice contatto.
Solo le cosiddette "intonate" sono in grado di fronteggiarli senza subire le definitive conseguenze del loro tocco mortale, attivando il loro potere e una potente armatura (la symphogear) da frammenti di antiche reliquie grazie alla loro splendida voce.
Certamente "Senki Zesshou Symphogear" è una serie che non manca di ritmo: l'aspetto musicale è molto curato (ovviamente!) anche se il genere a mio parere potrebbe non essere pienamente apprezzato in Occidente: le eroine hanno molto in comune con vocaloid e forse non è un caso che la migliore amica della protagonista si chiami "Miku", riferimento alla ben più nota Hatsune, popstar virtuale molto popolare nella terra del sol levante.
Dal punto di vista grafico la parte digitalizzata è veramente ben fatta (le scene di folla sono molto realistiche), ma il tratto dei personaggi qualche volta è un po' approssimativo e il paesaggio spesso è statico e ripetitivo.
Ci sono anche a mio avviso chiari riferimenti a Final Fantasy: la scena iniziale mi ricorda molto l'inizio del capitolo X-2 della celebre saga della square e un po' per tutti i 13 episodi della serie si ha l'impressione di trovarsi in un vero videogioco.
La storia tuttavia ha dei vuoti narrativi abbastanza evidenti che fanno perdere alla serie il fascino iniziale; gli stacchi musicali pompano duro e contribuiscono a dare spettacolarità ai combattimenti, ma le lacune sono troppe per essere colmate solo da questi aspetti.
I personaggi non sono sufficientemente caratterizzati: Hibiki è la classica "brava ragazza" dalla semplicità disarmante anche per i suoi nemici, però quando si arrabbia... Tsubasa è sicuramente più convincente anche se cambia repentinamente opinione senza un vero motivo; Chris è in assoluto la mia preferita, anche se probabilmente al background del suo personaggio viene dedicato anche meno tempo delle altre due. Ryoko non mi ha convinto per nulla, mentre Ganjuro è un mix assurdo tra il comandante Fudo di Aquarion, il figlio illegittimo di Bruce Lee e un cattivo della serie "Yu-gi-oh!" (la pettinatura sparaflashata ne è assolutamente degna almeno).
La sufficienza la do comunque, perché la lacrimuccia nel finale ci è scappata, anche se quest'anime poteva essere fatto molto meglio. Vale la pena guardarlo per i pregi già elencati e sicuramente il pubblico maschile non disprezzerà il lato ecchi dell'anime.
Solo le cosiddette "intonate" sono in grado di fronteggiarli senza subire le definitive conseguenze del loro tocco mortale, attivando il loro potere e una potente armatura (la symphogear) da frammenti di antiche reliquie grazie alla loro splendida voce.
Certamente "Senki Zesshou Symphogear" è una serie che non manca di ritmo: l'aspetto musicale è molto curato (ovviamente!) anche se il genere a mio parere potrebbe non essere pienamente apprezzato in Occidente: le eroine hanno molto in comune con vocaloid e forse non è un caso che la migliore amica della protagonista si chiami "Miku", riferimento alla ben più nota Hatsune, popstar virtuale molto popolare nella terra del sol levante.
Dal punto di vista grafico la parte digitalizzata è veramente ben fatta (le scene di folla sono molto realistiche), ma il tratto dei personaggi qualche volta è un po' approssimativo e il paesaggio spesso è statico e ripetitivo.
Ci sono anche a mio avviso chiari riferimenti a Final Fantasy: la scena iniziale mi ricorda molto l'inizio del capitolo X-2 della celebre saga della square e un po' per tutti i 13 episodi della serie si ha l'impressione di trovarsi in un vero videogioco.
La storia tuttavia ha dei vuoti narrativi abbastanza evidenti che fanno perdere alla serie il fascino iniziale; gli stacchi musicali pompano duro e contribuiscono a dare spettacolarità ai combattimenti, ma le lacune sono troppe per essere colmate solo da questi aspetti.
I personaggi non sono sufficientemente caratterizzati: Hibiki è la classica "brava ragazza" dalla semplicità disarmante anche per i suoi nemici, però quando si arrabbia... Tsubasa è sicuramente più convincente anche se cambia repentinamente opinione senza un vero motivo; Chris è in assoluto la mia preferita, anche se probabilmente al background del suo personaggio viene dedicato anche meno tempo delle altre due. Ryoko non mi ha convinto per nulla, mentre Ganjuro è un mix assurdo tra il comandante Fudo di Aquarion, il figlio illegittimo di Bruce Lee e un cattivo della serie "Yu-gi-oh!" (la pettinatura sparaflashata ne è assolutamente degna almeno).
La sufficienza la do comunque, perché la lacrimuccia nel finale ci è scappata, anche se quest'anime poteva essere fatto molto meglio. Vale la pena guardarlo per i pregi già elencati e sicuramente il pubblico maschile non disprezzerà il lato ecchi dell'anime.