Recensione
Rain Town
7.0/10
"Rain Town" è un cortometraggio di circa dieci minuti realizzato da uno studente universitario e diffusosi grazie al potente strumento che è YouTube.
Quella che ci è presentata è una città piena di edifici silenziosi e percossa da una pioggia continua e da una monotonia che sanno mettere i brividi, sia per la poeticità intrinseca sia per la desolazione che ispirano. In questo scenario, le uniche creature a comparire sono due amici, un robot, seduto su una panchina e apparentemente in attesa di qualcosa, e una bambina, che grazie al suo abbigliamento giallo e sgargiante diventa l'unico punto veramente luminoso di una città altrimenti abitata dalle sole pozzanghere - importantissimi specchi in cui è riflessa una seconda realtà di Rain Town.
Eppure, nonostante la scarsa vitalità, la desolazione e il grigiore, Rain Town non è un luogo che si presenta ostile agli occhi dello spettatore. E' un ambiente delicato, quasi infantile per i disegni, che sa trasmettere anche dolcezza.
In Rain Town non sono presenti dialoghi di alcun tipo, possiamo udire solo il costante rumore della pioggia che cade e, ovviamente, il particolarissimo sottofondo musicale, entrambi suoni che contribuiscono al creare l'atmosfera mistica e onirica che caratterizza il cortometraggio, e che evocano nello spettatore diversi interrogativi dalla spesso ambigua risposta.
Devo confessare che, per quanto io abbia apprezzato l'originalità del tutto e per quanto ne riconosca la qualità, animazioni così evanescenti e interpretative non sono il mio genere - tendo a preferire anime brillanti o, comunque, "definiti" -, tant'è che, onestamente, a un certo punto ho cominciato ad annoiarmi. Si tratta di un prodotto intellettuale e di alto livello, ma siccome di persone con i miei gusti ce ne sono, lo devo dire: "Rain Town" può benissimo non piacere, in quanto lento e a tratti pesante e ripetitivo. Non è certamente qualcosa da guardare con leggerezza giusto per passare il tempo, poiché richiede attenzione, riflessione e/o interpretazione in ogni scena; se uno, per le più svariate ragioni, non volesse o non riuscisse a interpretare, rimarrebbe ben poco: un ambiente ben costruito e un bello stile grafico, apprezzabili, tuttavia, anche solo nel primo minuto.
Consiglio, quindi, questo cortometraggio a chi desidera qualcosa di impegnativo e intellettuale, ma ne sconsiglio la visione a chi, come me, guarda anime per divertirsi e a chi considera imprescindibili un certo ritmo e un certo quantitativo di azione.
Quella che ci è presentata è una città piena di edifici silenziosi e percossa da una pioggia continua e da una monotonia che sanno mettere i brividi, sia per la poeticità intrinseca sia per la desolazione che ispirano. In questo scenario, le uniche creature a comparire sono due amici, un robot, seduto su una panchina e apparentemente in attesa di qualcosa, e una bambina, che grazie al suo abbigliamento giallo e sgargiante diventa l'unico punto veramente luminoso di una città altrimenti abitata dalle sole pozzanghere - importantissimi specchi in cui è riflessa una seconda realtà di Rain Town.
Eppure, nonostante la scarsa vitalità, la desolazione e il grigiore, Rain Town non è un luogo che si presenta ostile agli occhi dello spettatore. E' un ambiente delicato, quasi infantile per i disegni, che sa trasmettere anche dolcezza.
In Rain Town non sono presenti dialoghi di alcun tipo, possiamo udire solo il costante rumore della pioggia che cade e, ovviamente, il particolarissimo sottofondo musicale, entrambi suoni che contribuiscono al creare l'atmosfera mistica e onirica che caratterizza il cortometraggio, e che evocano nello spettatore diversi interrogativi dalla spesso ambigua risposta.
Devo confessare che, per quanto io abbia apprezzato l'originalità del tutto e per quanto ne riconosca la qualità, animazioni così evanescenti e interpretative non sono il mio genere - tendo a preferire anime brillanti o, comunque, "definiti" -, tant'è che, onestamente, a un certo punto ho cominciato ad annoiarmi. Si tratta di un prodotto intellettuale e di alto livello, ma siccome di persone con i miei gusti ce ne sono, lo devo dire: "Rain Town" può benissimo non piacere, in quanto lento e a tratti pesante e ripetitivo. Non è certamente qualcosa da guardare con leggerezza giusto per passare il tempo, poiché richiede attenzione, riflessione e/o interpretazione in ogni scena; se uno, per le più svariate ragioni, non volesse o non riuscisse a interpretare, rimarrebbe ben poco: un ambiente ben costruito e un bello stile grafico, apprezzabili, tuttavia, anche solo nel primo minuto.
Consiglio, quindi, questo cortometraggio a chi desidera qualcosa di impegnativo e intellettuale, ma ne sconsiglio la visione a chi, come me, guarda anime per divertirsi e a chi considera imprescindibili un certo ritmo e un certo quantitativo di azione.