Recensione
Crows Zero
10.0/10
Dalla penna di Hiroshi Takahashi è nato un mondo fatto di risse, scuole piene di delinquenti e gang rivali. Il suo lungo successo nel mondo dei manga si deve a "Crows", fulcro di tutta la sua carriera, attorno al quale sviluppa sequel e spin-off vari, anch'essi di successo. Basti guardare la portata del fenomeno Takahashi nel merchandising della sua opera, che passa dai classici gashapon (in parole terra terra, pupazzetti) fino all'abbigliamento di tutti i giorni.
Ovviamente, il passo dalla carta stampata alla pellicola cinematografica era scontato, ma è comunque arrivato un bel po' di anni dopo.
Infatti, il manga 'Crows' viene pubblicato in 26 volumi dal 1990 al 1998, poi ripubblicato qualche anno dopo in formato deluxe in 18 volumi. Bisognerà aspettare il 2007 per vedere la trasposizione cinematografica dei concetti alla base del manga e non del manga stesso. Sì, perché 'Crows Zero' è una sorta di prequel del manga 'Crows', ambientato quasi due anni prima. Gli unici personaggi in comune fra pellicola e volumetti sono i tre primini, Hideto Bandou (con il suo Fronte Armato) e Rinda-man che, nonostante le parti marginali a disposizione, fanno da collante fra i due supporti diversi.
Il protagonista della vicenda è Genji Takiya (interpretato dal bravo Shun Oguri), figlio di un alto dirigente Yakuza, che decide di iscriversi al Suzuran, meglio conosciuta come la scuola dei corvi: Crows in inglese vuol dire Corvi, appunto. Il suo intento è quello di riunire sotto il suo comando tutte le gang che fanno parte di questa scuola, impresa che non è riuscita nemmeno a suo padre.
Dietro la macchina da presa c'è "un certo" Takashi Miike, regista giapponese osannato anche all'estero e che ben si destreggia con yakuza, gang giovanili e violenza. La sua maestria fa sì che tutto il film, dalla prima all'ultima scena, sia piacevole da guardare, mischiando sapientemente il serio con il faceto, il sangue con la comicità.
La folta schiera di personaggi risulta ben caratterizzata, grazie alla sceneggiatura di Shogo Muto; dal contendente Serizawa allo yakuza inbranato Ken, fino ai personaggi minori come il padre stesso di Genji e la giovane e affascinante Ruka.
Da un lato si potrebbe avvertire una sorta di "commercializzazione" del prodotto, in quanto dà alla spettatore medio ciò che desidera, un film pieno di scazzottate, seppur farcite con qualche effetto speciale. Eppure non è così, Takashi Miike riesce a non svendersi e confeziona un prodotto adatto al grande pubblico, ma con il proprio stile inconfondibile. Orde di ragazzotti che si sfogano giorno dopo giorno in innumerevoli risse, tutto pur di ottenere il potere, il riconoscimento di maschio alpha, di schiacciare il più debole per essere riconosciuti come il più forte; eserciti interi di giovanotti testosteronici che si affrontano sulla nuda terra di fronte alla propria scuola. Distanti, se non nulle, le figure genitoriali (l'unico genitore che si vede nel film è il padre di Genji, molto assente già di suo nel rapporto padre-figlio) che lasciano libero sfogo alla prole, tanto quanto le altre figure di educatori come i professori, praticamente inesistenti al Suzuran.
D'impatto è la scenografia, che regala lo sfondo di un Giappone ricolmo di bassifondi, con edifici ricoperti interamente da graffiti, con rovine industriali sparse qua e là. E i corvi che vi svolazzano sopra innaffiati dalla luce arancione del tramonto a pioggia finita. Le riprese aiutano il dinamismo del film nelle scene più concitate, rendendo godibili e avvincenti i combattimenti.
La colonna sonora spicca per il suo carattere, alternando sia brani strumentali molto vivaci sia canzoni vere e proprie a opera di svariati gruppi rock giapponesi. Non si possono non citare, appunto, i The Street Beats, con il brano I wanna change, feticcio assoluto di Takahashi Hiroshi, il quale inserisce il nome della band dappertutto nelle proprie opere.
'Crows Zero' è un ottimo prodotto, adatto non solo agli appassionati del genere o agli amanti dell'universo di Takahashi Hiroshi. Il film ha una base solidissima di attori in gamba, impossibile non apprezzarli. C'è un po' di tutto: violenza, amicizia, yakuza, amore, onore. Consigliatissimo.
Ovviamente, il passo dalla carta stampata alla pellicola cinematografica era scontato, ma è comunque arrivato un bel po' di anni dopo.
Infatti, il manga 'Crows' viene pubblicato in 26 volumi dal 1990 al 1998, poi ripubblicato qualche anno dopo in formato deluxe in 18 volumi. Bisognerà aspettare il 2007 per vedere la trasposizione cinematografica dei concetti alla base del manga e non del manga stesso. Sì, perché 'Crows Zero' è una sorta di prequel del manga 'Crows', ambientato quasi due anni prima. Gli unici personaggi in comune fra pellicola e volumetti sono i tre primini, Hideto Bandou (con il suo Fronte Armato) e Rinda-man che, nonostante le parti marginali a disposizione, fanno da collante fra i due supporti diversi.
Il protagonista della vicenda è Genji Takiya (interpretato dal bravo Shun Oguri), figlio di un alto dirigente Yakuza, che decide di iscriversi al Suzuran, meglio conosciuta come la scuola dei corvi: Crows in inglese vuol dire Corvi, appunto. Il suo intento è quello di riunire sotto il suo comando tutte le gang che fanno parte di questa scuola, impresa che non è riuscita nemmeno a suo padre.
Dietro la macchina da presa c'è "un certo" Takashi Miike, regista giapponese osannato anche all'estero e che ben si destreggia con yakuza, gang giovanili e violenza. La sua maestria fa sì che tutto il film, dalla prima all'ultima scena, sia piacevole da guardare, mischiando sapientemente il serio con il faceto, il sangue con la comicità.
La folta schiera di personaggi risulta ben caratterizzata, grazie alla sceneggiatura di Shogo Muto; dal contendente Serizawa allo yakuza inbranato Ken, fino ai personaggi minori come il padre stesso di Genji e la giovane e affascinante Ruka.
Da un lato si potrebbe avvertire una sorta di "commercializzazione" del prodotto, in quanto dà alla spettatore medio ciò che desidera, un film pieno di scazzottate, seppur farcite con qualche effetto speciale. Eppure non è così, Takashi Miike riesce a non svendersi e confeziona un prodotto adatto al grande pubblico, ma con il proprio stile inconfondibile. Orde di ragazzotti che si sfogano giorno dopo giorno in innumerevoli risse, tutto pur di ottenere il potere, il riconoscimento di maschio alpha, di schiacciare il più debole per essere riconosciuti come il più forte; eserciti interi di giovanotti testosteronici che si affrontano sulla nuda terra di fronte alla propria scuola. Distanti, se non nulle, le figure genitoriali (l'unico genitore che si vede nel film è il padre di Genji, molto assente già di suo nel rapporto padre-figlio) che lasciano libero sfogo alla prole, tanto quanto le altre figure di educatori come i professori, praticamente inesistenti al Suzuran.
D'impatto è la scenografia, che regala lo sfondo di un Giappone ricolmo di bassifondi, con edifici ricoperti interamente da graffiti, con rovine industriali sparse qua e là. E i corvi che vi svolazzano sopra innaffiati dalla luce arancione del tramonto a pioggia finita. Le riprese aiutano il dinamismo del film nelle scene più concitate, rendendo godibili e avvincenti i combattimenti.
La colonna sonora spicca per il suo carattere, alternando sia brani strumentali molto vivaci sia canzoni vere e proprie a opera di svariati gruppi rock giapponesi. Non si possono non citare, appunto, i The Street Beats, con il brano I wanna change, feticcio assoluto di Takahashi Hiroshi, il quale inserisce il nome della band dappertutto nelle proprie opere.
'Crows Zero' è un ottimo prodotto, adatto non solo agli appassionati del genere o agli amanti dell'universo di Takahashi Hiroshi. Il film ha una base solidissima di attori in gamba, impossibile non apprezzarli. C'è un po' di tutto: violenza, amicizia, yakuza, amore, onore. Consigliatissimo.