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Secondo capitolo della trilogia, e prima insufficienza guadagnata. Il corso degli eventi nel fumetto non aiutano molto la scorrevolezza dell'opera filmica: le vicende riguardanti l'adolescenza di Kana, che nel nostalgico ricordo di Kenji si batte per fare conoscere al mondo intero la verità sul Capodanno di Sangue, sono a parer mio la parte debole dell'opera, a tratti noiosa e dispersiva.
Certo però il regista non aiuta nella stesura della pellicola: le imprecisioni, diversamente dal primo volume della trilogia, stavolta sono imperdonabili e rischiano di gettare al vento quanto di buono (poco a dir la verità) è stato seminato nella prima parte. Gli spettatori navigati guardano con orrore i tagli netti e le imprecisioni rispetto all'opera, i neofiti che già hanno faticato non poco a terminare il primo volume si trovano ora in balìa di una burrasca popolata da flashback, citazioni e sviluppi narrativi a volte davvero incomprensibili.
Solita nota positiva per gli attori: azzeccata l'attrice che interpreta Kana, fantastica la controparte di Koizumi. Ma la trama sbrogliata e noiosa mette tutto a repentaglio.