Recensione
Lucky★Star
9.0/10
Ci sono pochi anime (e quasi tutti di generi differenti) che sono riuscito davvero ad amare, e uno di questi è "Lucky Star".
Non sarà obiettivamente il migliore o il più divertente, ma è sicuramente un anime che vale la pena di vedere più e più volte se siete amanti del Giappone e del genere.
Ciò che Lucky Star vi propone non è certamente un viaggio dettagliato nella cultura giapponese, ma sicuramente offre uno spaccato vitalizio (a volte fedele, a volte portato all'estremo) degli usi e costumi del paese del Sol Levante, dando agli amanti del genere l'impressione di sentirsi più vicini a ciò che amano.
I personaggi principali dell'anime rappresentano differenti stereotipi delle ragazzine giapponesi: troviamo la "moe", la "tsundere" e la 100% otaku Konata - impossibile non aver visto la liceale dai capelli blu, anche per errore, in giro per internet -, dando allo spettatore spaccati di vita quotidiana sempre più variopinta. Del resto i dialoghi - così come tutto l'anime in generale - sono molto veloci e possono vertere sugli argomenti più disparati; la prima puntata è l'esempio migliore che possiamo portare all'attenzione di chi legge: più di 8 minuti di discussione sul cibo (come mangiare determinati cibi) per poi cambiare rapidamente scena su altre vicissitudini della storia.
"Lucky Star" è un anime adatto a ogni età e genere... Certo, coloro che vivono di pane e Berserk (per fare un esempio) magari storcerebbero il naso anche solo nel vedere l'opening, ma questo è un anime che, al pari di pochi, spazia su più tematiche, riuscendo ad abbracciare più generi possibili, e un "otaku" non può non amare le ending della prima metà, autentici tributi a vecchi anime.
"Lucky Star": irrazionale, divertente, dolce, serio... Per me è da 9.
Non sarà obiettivamente il migliore o il più divertente, ma è sicuramente un anime che vale la pena di vedere più e più volte se siete amanti del Giappone e del genere.
Ciò che Lucky Star vi propone non è certamente un viaggio dettagliato nella cultura giapponese, ma sicuramente offre uno spaccato vitalizio (a volte fedele, a volte portato all'estremo) degli usi e costumi del paese del Sol Levante, dando agli amanti del genere l'impressione di sentirsi più vicini a ciò che amano.
I personaggi principali dell'anime rappresentano differenti stereotipi delle ragazzine giapponesi: troviamo la "moe", la "tsundere" e la 100% otaku Konata - impossibile non aver visto la liceale dai capelli blu, anche per errore, in giro per internet -, dando allo spettatore spaccati di vita quotidiana sempre più variopinta. Del resto i dialoghi - così come tutto l'anime in generale - sono molto veloci e possono vertere sugli argomenti più disparati; la prima puntata è l'esempio migliore che possiamo portare all'attenzione di chi legge: più di 8 minuti di discussione sul cibo (come mangiare determinati cibi) per poi cambiare rapidamente scena su altre vicissitudini della storia.
"Lucky Star" è un anime adatto a ogni età e genere... Certo, coloro che vivono di pane e Berserk (per fare un esempio) magari storcerebbero il naso anche solo nel vedere l'opening, ma questo è un anime che, al pari di pochi, spazia su più tematiche, riuscendo ad abbracciare più generi possibili, e un "otaku" non può non amare le ending della prima metà, autentici tributi a vecchi anime.
"Lucky Star": irrazionale, divertente, dolce, serio... Per me è da 9.