Recensione
Fullmetal Alchemist
10.0/10
Premessa: non farò nessuno spoiler circa trama, avvenimenti e personaggi.
"Fullmetal Alchemist" non se lo merita un 10/10. Questo perché non è perfetto, tuttavia volendo trovare un compromesso che renda l'idea di un coinvolgimento particolarmente forte o di un certo livello qualitativo nel marasma di serie giapponesi esistenti, mi sento di dargli un voto così alto per poter esprimere al meglio una data opinione verso coloro che non l'hanno ancora potuto vedere.
È veramente un buon cartone animato (ai moderatori: sì, è un cartone animato e ci tengo a chiamarlo così).
Va sottolineato innanzitutto che esso è tratto da un manga, e non è quindi un anime originale; tuttavia i due prodotti, partendo dagli stessi incipit, si discostano completamente l'uno dall'altro, arrivando a essere due storie completamente diverse che puntano su aspetti completamente diversi.
La prima fascia di episodi concerne praticamente gli stessi eventi, per quanto vi siano fin da subito differenze stilistiche, aggiunte o aspetti curati in modo leggermente diverso. Le discrepanze con il procedere della storia aumentano sempre più e in maniera sempre più profonda, fino a giungere a un netto punto di rottura che vede i due racconti prendere due strade a sé stanti. E qui sta allo spettatore prediligere l'una o l'altra interpretazione di "Fullmetal Alchemist": l'originale manga di Hiromu Arakawa (da cui è stato tratto il successivo reboot dell'anime noto come "Fullmetal Alchemist: Brotherhood") o la rivisitazione del regista Seiji Mizushima e del suo team.
Inizialmente non ho provato particolare attrazione per l'opera; i presupposti non sono dopotutto particolarmente originali e, per quanto abbastanza interessante, mi è sembrato di primo acchito un cartone animato frivolo, senza particolari pretese. In ogni caso con il suo sviluppo trovo si faccia molto interessante e fornisca spunti estremamente suggestivi e coinvolgenti.
Personalmente preferisco quest'anime del 2004 di Mizushima, questo perché l'opera originale così com'è stata pensata dalla mangaka ha un taglio più classico, trattando gli aspetti tipici degli shounen in modo piuttosto canonico: il che vuol dire innanzitutto innumerevoli combattimenti all'ultimo sangue e allo sfinimento, attenzione al carisma dei personaggi, ecc. Quest'anime invece presenta un aspetto un po' meno stereotipato: i combattimenti sono pochi e brevissimi e non sono di certo il fulcro della visione, che si incentra in primissimo luogo sui misteri e gli intrecci che si celano in una storia piuttosto complessa e che serba innumerevoli colpi di scena e punti oscuri. Anche la storia del manga ha prerogative simili, ma il modo in cui vengono trattate non le fanno percepire allo stesso modo. PS: non guardatevi l'anime mentre leggete il manga o vi confonderete e non ci capirete niente, perché le due storie usano elementi simili per poi riutilizzarli in maniera diametralmente opposta; dettagli che in uno sono importanti, nell'altro sono inutili.
In realtà dal punto di rottura dell'anime nascono molti difetti, poiché la sceneggiatura, che è qui stata rielaborata usando materiale dell'autrice stessa, nel manga, banale o avvincente che sia, l'amalgama rimane coerente, mentre nella serie presenta vaghe imprecisioni e alcune contraddizioni che, seppur spiegabili con dei giri di pensiero, appaiono in realtà veri e propri strafalcioni. Questo comunque non danneggia la sua integrità.
Altro difetto, a mio avviso, ma qui si va sul personale, è il cattivo uso di sipari comici in chiave stilizzata spesso inopportuni e molesti; essi vorrebbero equilibrare l'atmosfera senza far sembrare tutto troppo pesante ma, per quanto ve ne siano effettivamente di ben riusciti, la maggior parte trovo facciano solo cadere le braccia, a meno che non si abbia un certo tipo di umorismo che francamente io non ho.
Il regista ha dichiarato di voler con questa serie incentrarsi maggiormente sulla crescita spirituale dei due protagonisti, e in effetti un certo sviluppo nei personaggi c'è: sembra una cosa scontata, ma non lo è poi così tanto. Tutti i momenti piacevoli e drammatici che intercorrono nella storia danno la possibilità di riflettere in maniera sufficiente su molte idee principalmente di nautra filosofica, religiosa, morale e anche sociale. Qualche volta si ricade nel banale, ma su larga scala direi che l'aspetto ideologico è piuttosto maturo, o comunque fornisce spunti maturi, e non si ricade troppo spesso nei tipici buonismi caratteristici dell'eroe giapponese.
Aspetto grafico nella media, i colori sono brillanti e filtri ed effetti non sono eccessivi, il che è tipico degli anime degli inizi del XXI secolo; le animazioni sono invece estremamente buone, anche se non molto omogenee e con evidenti priorità dettate presumibilmente per motivi di tempo. Il marchio è Bones, quindi chi conosce la casa può immaginare le sequenze migliori a che livello di fluidità e tridimensionalità possano più o meno arrivare. Sempre per motivi di tempo esistono due versioni dell'anime, come varie volte accade: una 1.0 trasmessa per la prima volta in Giappone, reperibile solo con alcuni fansub e i video della messa in onda, e una 2.0 presente in tutti i DVD e trasmessa in tutti gli altri paesi, con alcune sequenze dai fotogrammi ridisegnati, piccole imperfezioni corrette e anche alcuni elementi negli sfondi ridipinti.
Ultimo consiglio: non vi fate ingannare dalle apparenze. Guardate molti episodi prima di stabilire se quest'anime fa o non fa per voi. Se io mi fossi limitato alle impressioni dei primi episodi, l'avrei valutato negativamente.
Originalità concept - 5,5
Gli incipit sono abbastanza comuni: la ricerca di un oggetto; un gruppo di cattivi in conflitto di interesse; una magia con delle sue regole che fa da filo conduttore all'ambientazione. Di per sé tutti elementi che sono l'opposto dell'originalità. In realtà il plot di partenza non è assolutamente banale, e alcune trovate sono tutto sommato uniche e ormai caratteristiche di "Fullmetal Alchemist", di conseguenza il valore della sua originalità intrinseca non può essere un valore minimo.
Originalità contenuti - 8,5
Al di là del senso stesso della trama, gli eventi che intercorrono sono spesso estremamente originali, tutt'altro che scontati. È in primo luogo grazie a colpi di scena non del tutto prevedibili che possono nascere i primi segni di amore verso questa serie.
Coinvolgimento verticale - 10
Ovvero il coinvolgimento all'interno dell'episodio stesso, l'interesse per ciò che sta per accadere a breve termine. L'anime tiene spesso con il fiato sospeso, quindi si merita un voto altissimo, a mio giudizio. È uno dei parametri più soggettivi, io parlo per me.
Coinvolgimento orizzontale - 10
Ovvero il coinvolgimento di episodio in episodio, ciò che sta per accadere in futuro nelle puntate che seguiranno. Quando io l'ho visto non riuscivo a pensare ad altro, e smaniavo di vedere l'episodio successivo: a mio avviso merita il massimo. È uno dei parametri più soggettivi, io parlo per me.
Guardabilità - 10
Ovvero la godibilità delle puntate. Un prodotto godibile dovrebbe poter essere visto in qualunque momento e con qualunque ottica, sia mangiando patatine in sacchetto guardando la tv con gli amici sia in una data prefissata con tutte le facoltà cerebrali concentrate sull'opera.
In entrambi i casi secondo me "Fullmetal Alchemist" funziona al meglio. Fanno eccezione alcune puntate, soprattutto tra le prime, non esattamente coinvolgenti. Naturalmente in qualunque cosa in questo universo ci saranno sempre dettagli che possono dar fastidio a determinate persone: ciò mina la guardabilità oggettiva, ma è inevitabile.
Regia - 7,5
Vi è una buona regia. Non ha una particolare personalità, ma funziona. In alcuni casi ha molte pecche, ma va considerato anche che, al di là della regia generale, ogni episodio è a sua volta diretto da altri sotto-registi; inoltre la velocità di produzione spesso costringe a dover usare stratagemmi registici che mirano al risparmio. Nelle scene comiche ricorrenti, purtroppo, la regia la maggior parte delle volte non è d'aiuto. Non per me, infatti le odio.
Sceneggiatura - 7,5
È fluida, sagace, anche in questo caso gli sceneggiatori sono molti di episodio in episodio, quindi, in qualche caso, la personalità di ognuno emerge in tecniche narrative diverse e non sempre ottime. Niente di particolarmente fuori dagli schemi, comunque, ma di sicuro vanta di una buona elaborazione. Anche i dialoghi sono nella norma. Ripeto: non mi fa godere il modo in cui sono state concepite le scene comiche ricorrenti. A proposito di altri fattori negativi, in alcuni casi ho notato carenza di idee soprattutto sul mantenimento dell'equilibrio degli eventi e dell'atmosfera. In particolar modo nell'ultima parte vi sono alcune apparizioni, scene d'azione e momenti comici non trattati esattamente nel migliore dei modi anche nei confronti del resto della serie.
Complessità strutturale - 8
Il fatto di avere una trama complicata nei suoi intrecci e negli sviluppi determina un'oggettiva difficoltà nello scrivere ed elaborare una storia come quella di "Fullmetal Alchemist" mantenendola coerente (tant'è che la coerenza a volte vacilla). Ragion per cui su questo parametro merita un voto alto; lo sarebbe ancor di più se la coerenza mantenuta non fosse a tratti leggermente carente.
Profondità - 7,5
I temi trattati di base non sono l'apice dell'originalità. Gli spunti riflessivi forniti però sono notevoli ed estremamente vari. Limitandosi al succo della storia, il livello filosofico di "Fullmetal Alchemist" non toccherebbe nessun picco, ma proprio per via dei tanti spunti di riflessione concessi dal concatenarsi degli eventi, dai personaggi e da molti altri elementi, esso è degno in ogni caso di un voto quantomento discreto. Diciamo che può far cambiare punti di vista alle persone, ed è un gran merito.
Animazioni - 8
In alcuni episodi l'unità complessiva viene meno o più semplicemente è evidente che le puntate in questione sono state realizzate più in fretta e hanno una direzione mirata a dar meno importanza all'episodio stesso al fine di poter realizzare con più cura episodi narrativamente più importanti. Ci sono alti e bassi per quanto riguarda l'animazione, in ogni caso niente a che vedere con gli anime standard di inizio anni 2000 (comunque qui siamo nel 2004). Le vette che raggiunge sono di un livello molto alto: faccio particolare menzione di alcune sequenze degli episodi 25, 30, 34, 49, 50 e delle ultime due opening, caratterizzate da una fluidità strepitosa e di un raro senso della tridimensionalità dei corpi, soprattutto per un cartone animato giapponese. Ovviamente il senso globale del lavoro propende verso un consolidato criterio di risparmio. Per l'epoca penso sia tra il meglio che si possa trovare.
Grafica - 6,5
Né bella né brutta: colori vividi, sgargianti; un uso dei filtri non abusivo, molto ponderato. Il design non è identico a quello del manga di Hiromu Arakawa, è un po' meno caricaturale e più canonico, ma ne ricalca le caratteristiche fondamentali. L'uso delle ombre è molto buono.
Verdetto: niente di che, ha una grafica che non dà fastidio e non ha motivo di essere particolarmente criticata.
Musica - 8
Colonna sonora di una compositrice non molto nota di nome Michiru Oshima, completamente orchestrata e che trae ispirazione prevalentemente dal romanticismo e dal classicismo occidentali, presenta anche un tema principale cantato in russo. La trovo molto intensa, non è anonima, anche se potrebbe dare quest'idea all'inizio; direi che merita un pollice in su. Personalmente trovo che i suoi pezzi meritino di essere ascoltati anche al di fuori dell'anime.
Carine sono le opening, nutro invece meno simpatia per le ultime due ending.
Doppiaggio italiano - 5
Il doppiaggio italiano è stato curato presso Milano.
Non mi è piaciuto e non lo apprezzo, ma mi duole doverlo dire, perché, per gli standard degli studi di Milano, è anche abbastanza buono e sicuramente se non tenessi all'anime in questione non lo disdegnerei.
Ho da ridire anche su vari aspetti dell'adattamento in lingua italiana, sicuramente migliore di qualunque fansub italiano si possa reperire in internet, ma spesso troppo elaborato nella costruzione di frasi rigorose e formali rendendo variegate anche espressioni di fatto semplicissime e smorzando la caratterizzazione di molte frasi e personaggi che, trattati in modo diverso, avrebbero potuto avere un lessico molto più confacente. Ci sono inoltre anche delle edulcorazioni di natura soggettiva.
Il mio consiglio verso chi non ha visto la serie è quindi di vedersela nella lingua originale. I sottotitoli inglesi sono i migliori che potete trovare, lasciate stare gli italiani; anch'io l'ho sottotitolato riscrivendo personalmente tutti i dialoghi in italiano.
"Fullmetal Alchemist" non se lo merita un 10/10. Questo perché non è perfetto, tuttavia volendo trovare un compromesso che renda l'idea di un coinvolgimento particolarmente forte o di un certo livello qualitativo nel marasma di serie giapponesi esistenti, mi sento di dargli un voto così alto per poter esprimere al meglio una data opinione verso coloro che non l'hanno ancora potuto vedere.
È veramente un buon cartone animato (ai moderatori: sì, è un cartone animato e ci tengo a chiamarlo così).
Va sottolineato innanzitutto che esso è tratto da un manga, e non è quindi un anime originale; tuttavia i due prodotti, partendo dagli stessi incipit, si discostano completamente l'uno dall'altro, arrivando a essere due storie completamente diverse che puntano su aspetti completamente diversi.
La prima fascia di episodi concerne praticamente gli stessi eventi, per quanto vi siano fin da subito differenze stilistiche, aggiunte o aspetti curati in modo leggermente diverso. Le discrepanze con il procedere della storia aumentano sempre più e in maniera sempre più profonda, fino a giungere a un netto punto di rottura che vede i due racconti prendere due strade a sé stanti. E qui sta allo spettatore prediligere l'una o l'altra interpretazione di "Fullmetal Alchemist": l'originale manga di Hiromu Arakawa (da cui è stato tratto il successivo reboot dell'anime noto come "Fullmetal Alchemist: Brotherhood") o la rivisitazione del regista Seiji Mizushima e del suo team.
Inizialmente non ho provato particolare attrazione per l'opera; i presupposti non sono dopotutto particolarmente originali e, per quanto abbastanza interessante, mi è sembrato di primo acchito un cartone animato frivolo, senza particolari pretese. In ogni caso con il suo sviluppo trovo si faccia molto interessante e fornisca spunti estremamente suggestivi e coinvolgenti.
Personalmente preferisco quest'anime del 2004 di Mizushima, questo perché l'opera originale così com'è stata pensata dalla mangaka ha un taglio più classico, trattando gli aspetti tipici degli shounen in modo piuttosto canonico: il che vuol dire innanzitutto innumerevoli combattimenti all'ultimo sangue e allo sfinimento, attenzione al carisma dei personaggi, ecc. Quest'anime invece presenta un aspetto un po' meno stereotipato: i combattimenti sono pochi e brevissimi e non sono di certo il fulcro della visione, che si incentra in primissimo luogo sui misteri e gli intrecci che si celano in una storia piuttosto complessa e che serba innumerevoli colpi di scena e punti oscuri. Anche la storia del manga ha prerogative simili, ma il modo in cui vengono trattate non le fanno percepire allo stesso modo. PS: non guardatevi l'anime mentre leggete il manga o vi confonderete e non ci capirete niente, perché le due storie usano elementi simili per poi riutilizzarli in maniera diametralmente opposta; dettagli che in uno sono importanti, nell'altro sono inutili.
In realtà dal punto di rottura dell'anime nascono molti difetti, poiché la sceneggiatura, che è qui stata rielaborata usando materiale dell'autrice stessa, nel manga, banale o avvincente che sia, l'amalgama rimane coerente, mentre nella serie presenta vaghe imprecisioni e alcune contraddizioni che, seppur spiegabili con dei giri di pensiero, appaiono in realtà veri e propri strafalcioni. Questo comunque non danneggia la sua integrità.
Altro difetto, a mio avviso, ma qui si va sul personale, è il cattivo uso di sipari comici in chiave stilizzata spesso inopportuni e molesti; essi vorrebbero equilibrare l'atmosfera senza far sembrare tutto troppo pesante ma, per quanto ve ne siano effettivamente di ben riusciti, la maggior parte trovo facciano solo cadere le braccia, a meno che non si abbia un certo tipo di umorismo che francamente io non ho.
Il regista ha dichiarato di voler con questa serie incentrarsi maggiormente sulla crescita spirituale dei due protagonisti, e in effetti un certo sviluppo nei personaggi c'è: sembra una cosa scontata, ma non lo è poi così tanto. Tutti i momenti piacevoli e drammatici che intercorrono nella storia danno la possibilità di riflettere in maniera sufficiente su molte idee principalmente di nautra filosofica, religiosa, morale e anche sociale. Qualche volta si ricade nel banale, ma su larga scala direi che l'aspetto ideologico è piuttosto maturo, o comunque fornisce spunti maturi, e non si ricade troppo spesso nei tipici buonismi caratteristici dell'eroe giapponese.
Aspetto grafico nella media, i colori sono brillanti e filtri ed effetti non sono eccessivi, il che è tipico degli anime degli inizi del XXI secolo; le animazioni sono invece estremamente buone, anche se non molto omogenee e con evidenti priorità dettate presumibilmente per motivi di tempo. Il marchio è Bones, quindi chi conosce la casa può immaginare le sequenze migliori a che livello di fluidità e tridimensionalità possano più o meno arrivare. Sempre per motivi di tempo esistono due versioni dell'anime, come varie volte accade: una 1.0 trasmessa per la prima volta in Giappone, reperibile solo con alcuni fansub e i video della messa in onda, e una 2.0 presente in tutti i DVD e trasmessa in tutti gli altri paesi, con alcune sequenze dai fotogrammi ridisegnati, piccole imperfezioni corrette e anche alcuni elementi negli sfondi ridipinti.
Ultimo consiglio: non vi fate ingannare dalle apparenze. Guardate molti episodi prima di stabilire se quest'anime fa o non fa per voi. Se io mi fossi limitato alle impressioni dei primi episodi, l'avrei valutato negativamente.
Originalità concept - 5,5
Gli incipit sono abbastanza comuni: la ricerca di un oggetto; un gruppo di cattivi in conflitto di interesse; una magia con delle sue regole che fa da filo conduttore all'ambientazione. Di per sé tutti elementi che sono l'opposto dell'originalità. In realtà il plot di partenza non è assolutamente banale, e alcune trovate sono tutto sommato uniche e ormai caratteristiche di "Fullmetal Alchemist", di conseguenza il valore della sua originalità intrinseca non può essere un valore minimo.
Originalità contenuti - 8,5
Al di là del senso stesso della trama, gli eventi che intercorrono sono spesso estremamente originali, tutt'altro che scontati. È in primo luogo grazie a colpi di scena non del tutto prevedibili che possono nascere i primi segni di amore verso questa serie.
Coinvolgimento verticale - 10
Ovvero il coinvolgimento all'interno dell'episodio stesso, l'interesse per ciò che sta per accadere a breve termine. L'anime tiene spesso con il fiato sospeso, quindi si merita un voto altissimo, a mio giudizio. È uno dei parametri più soggettivi, io parlo per me.
Coinvolgimento orizzontale - 10
Ovvero il coinvolgimento di episodio in episodio, ciò che sta per accadere in futuro nelle puntate che seguiranno. Quando io l'ho visto non riuscivo a pensare ad altro, e smaniavo di vedere l'episodio successivo: a mio avviso merita il massimo. È uno dei parametri più soggettivi, io parlo per me.
Guardabilità - 10
Ovvero la godibilità delle puntate. Un prodotto godibile dovrebbe poter essere visto in qualunque momento e con qualunque ottica, sia mangiando patatine in sacchetto guardando la tv con gli amici sia in una data prefissata con tutte le facoltà cerebrali concentrate sull'opera.
In entrambi i casi secondo me "Fullmetal Alchemist" funziona al meglio. Fanno eccezione alcune puntate, soprattutto tra le prime, non esattamente coinvolgenti. Naturalmente in qualunque cosa in questo universo ci saranno sempre dettagli che possono dar fastidio a determinate persone: ciò mina la guardabilità oggettiva, ma è inevitabile.
Regia - 7,5
Vi è una buona regia. Non ha una particolare personalità, ma funziona. In alcuni casi ha molte pecche, ma va considerato anche che, al di là della regia generale, ogni episodio è a sua volta diretto da altri sotto-registi; inoltre la velocità di produzione spesso costringe a dover usare stratagemmi registici che mirano al risparmio. Nelle scene comiche ricorrenti, purtroppo, la regia la maggior parte delle volte non è d'aiuto. Non per me, infatti le odio.
Sceneggiatura - 7,5
È fluida, sagace, anche in questo caso gli sceneggiatori sono molti di episodio in episodio, quindi, in qualche caso, la personalità di ognuno emerge in tecniche narrative diverse e non sempre ottime. Niente di particolarmente fuori dagli schemi, comunque, ma di sicuro vanta di una buona elaborazione. Anche i dialoghi sono nella norma. Ripeto: non mi fa godere il modo in cui sono state concepite le scene comiche ricorrenti. A proposito di altri fattori negativi, in alcuni casi ho notato carenza di idee soprattutto sul mantenimento dell'equilibrio degli eventi e dell'atmosfera. In particolar modo nell'ultima parte vi sono alcune apparizioni, scene d'azione e momenti comici non trattati esattamente nel migliore dei modi anche nei confronti del resto della serie.
Complessità strutturale - 8
Il fatto di avere una trama complicata nei suoi intrecci e negli sviluppi determina un'oggettiva difficoltà nello scrivere ed elaborare una storia come quella di "Fullmetal Alchemist" mantenendola coerente (tant'è che la coerenza a volte vacilla). Ragion per cui su questo parametro merita un voto alto; lo sarebbe ancor di più se la coerenza mantenuta non fosse a tratti leggermente carente.
Profondità - 7,5
I temi trattati di base non sono l'apice dell'originalità. Gli spunti riflessivi forniti però sono notevoli ed estremamente vari. Limitandosi al succo della storia, il livello filosofico di "Fullmetal Alchemist" non toccherebbe nessun picco, ma proprio per via dei tanti spunti di riflessione concessi dal concatenarsi degli eventi, dai personaggi e da molti altri elementi, esso è degno in ogni caso di un voto quantomento discreto. Diciamo che può far cambiare punti di vista alle persone, ed è un gran merito.
Animazioni - 8
In alcuni episodi l'unità complessiva viene meno o più semplicemente è evidente che le puntate in questione sono state realizzate più in fretta e hanno una direzione mirata a dar meno importanza all'episodio stesso al fine di poter realizzare con più cura episodi narrativamente più importanti. Ci sono alti e bassi per quanto riguarda l'animazione, in ogni caso niente a che vedere con gli anime standard di inizio anni 2000 (comunque qui siamo nel 2004). Le vette che raggiunge sono di un livello molto alto: faccio particolare menzione di alcune sequenze degli episodi 25, 30, 34, 49, 50 e delle ultime due opening, caratterizzate da una fluidità strepitosa e di un raro senso della tridimensionalità dei corpi, soprattutto per un cartone animato giapponese. Ovviamente il senso globale del lavoro propende verso un consolidato criterio di risparmio. Per l'epoca penso sia tra il meglio che si possa trovare.
Grafica - 6,5
Né bella né brutta: colori vividi, sgargianti; un uso dei filtri non abusivo, molto ponderato. Il design non è identico a quello del manga di Hiromu Arakawa, è un po' meno caricaturale e più canonico, ma ne ricalca le caratteristiche fondamentali. L'uso delle ombre è molto buono.
Verdetto: niente di che, ha una grafica che non dà fastidio e non ha motivo di essere particolarmente criticata.
Musica - 8
Colonna sonora di una compositrice non molto nota di nome Michiru Oshima, completamente orchestrata e che trae ispirazione prevalentemente dal romanticismo e dal classicismo occidentali, presenta anche un tema principale cantato in russo. La trovo molto intensa, non è anonima, anche se potrebbe dare quest'idea all'inizio; direi che merita un pollice in su. Personalmente trovo che i suoi pezzi meritino di essere ascoltati anche al di fuori dell'anime.
Carine sono le opening, nutro invece meno simpatia per le ultime due ending.
Doppiaggio italiano - 5
Il doppiaggio italiano è stato curato presso Milano.
Non mi è piaciuto e non lo apprezzo, ma mi duole doverlo dire, perché, per gli standard degli studi di Milano, è anche abbastanza buono e sicuramente se non tenessi all'anime in questione non lo disdegnerei.
Ho da ridire anche su vari aspetti dell'adattamento in lingua italiana, sicuramente migliore di qualunque fansub italiano si possa reperire in internet, ma spesso troppo elaborato nella costruzione di frasi rigorose e formali rendendo variegate anche espressioni di fatto semplicissime e smorzando la caratterizzazione di molte frasi e personaggi che, trattati in modo diverso, avrebbero potuto avere un lessico molto più confacente. Ci sono inoltre anche delle edulcorazioni di natura soggettiva.
Il mio consiglio verso chi non ha visto la serie è quindi di vedersela nella lingua originale. I sottotitoli inglesi sono i migliori che potete trovare, lasciate stare gli italiani; anch'io l'ho sottotitolato riscrivendo personalmente tutti i dialoghi in italiano.