Recensione
Chaos;Head
7.0/10
Recensione di Moscow-Reggio
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Come si può definire "Chaos;HEAD"? Un anime dall'enorme potenziale e che parte magnificamente per poi perdersi completamente in un mare di mediocrità fatto di stereotipi, cose stra-viste e cliché ultra-abusati. Ma andiamo con ordine
L'anime parte presentando il protagonista, un hikkikomori. La grande peculiarità dei primi 2-3 episodi che da soli varrebbero la visione dell'anime (e dopo di essi c'è poco altro) è che il punto di vista dello spettatore è proprio quello del protagonista, il quale, vivendo isolato ed essendo un otaku, vive in un mondo di fantasia e vede cose che in realtà non esistono. Il fascino meraviglioso dei primissimi episodi è che, vedendo lo spettatore con i suoi occhi, non riesce a riconoscere quale sia la realtà e la fantasia, non capisce chi siano i personaggi immaginari (e se lo sono, capire anche se non si siano materializzati) e i personaggi reali, le situazioni di fantasia e quelle reali. Lo stile è chiaramente quello di Satoshi Kon, il tema è (o sembra essere) quello della visione iper-soggettiva in cui realtà e immaginazione si mescolano, in cui la realtà cambia a seconda di chi la guarda, un intreccio complesso e affascinante in cui lo spettatore cerca disperatamente di capire qual'è la "vera realtà" senza riuscirci. A tutto questo si aggiunge il tema dell'hikkikomori, uno stato di disagio così profondo che la prolungata separazione dalla civiltà porta il protagonista a perdere il contatto con essa. Il protagonista è vittima di una pura alienazione urbana, così profonda che la sua mente è, appunto, alienata dalla realtà. Da questo punto di vista i temi, seri e maturi come pochi, potrebbero essere quelli di "Welcome to the NHK".
Ora, voi capite come i primi due episodi gettino le basi per un possibile clamoroso capolavoro del genere psicologico, perché pensando a un intreccio del tipo "Paprika" + "Welcome to the NHK" non si può non avere l'acquolina in bocca. E invece no.
<b>[ATTENZIONE SPOILER!]</b> E invece no perché il protagonista, uno dei più irritanti di sempre, non solo debole, sfigato e pauroso ma soprattutto con zero caratterizzazione, a un certo punto si trova avvicinato e infine circondato da diverse, bellissime ragazze misteriosamente interessate a lui. Anche se a vario titolo, questo non è casuale, ma avviene perché il nostro "caro" protagonista possiede un dono innato, un potere sopito che se risvegliato può decidere le sorti dell'umanità; si scopre che le illusioni non sono provocate dal suo stato di hikkikomori, ma da una macchina in grado di controllare i sogni delle persone, facendoli vivere in un mondo fantastico (ma reale al contempo), senza che se ne accorgano. Una macchina che ovviamente è nelle mani di gente spietata e senza scrupoli che vuole usarla per i propri scopi malvagi. Siccome in questo mondo ognuno, in determinate condizioni, ha la capacità di materializzare i propri sogni, ecco che chi è in grado di usare questo potenziale è in grado di fare apparire un'arma (una spada, una lancia, dei coltelli), a mo' delle armi magiche che appaiono in "Umineko no naku koro ni".
Il protagonista resta pauroso, debole e in disparte per 11 dei 12 episodi, viene sempre salvato dalle ragazze e non fa altro che stare in disparte mentre le ragazze combattono, e spesso rischiano la vita, a parte un paio di blandi interventi, finché, all'improvviso, prende coscienza di sé e del fatto che la ragazza che ama è in pericolo - nel frattempo il mondo intero è andato letteralmente in frantumi -, e spinto dalla volontà di proteggerla acquista coraggio e va a combattere contro i cattivi materializzando uno spadone potentissimo, il suo grande potere sopito. Il finale è facilmente immaginabile. <b>[FINE SPOILER!]</b>
Pur non mancando spunti interessanti, (come la materializzazione degli oggetti che avviene grazie a un processo a metà tra scienza e metafisica, in pratica fantascientifico), oppure il mistero che avvolge la storia, la cosa migliore dell'anime in assoluto, che viene svelato piano piano, scoprendo non pochi colpi di scena e rivelando una storia di buon spessore che, tutto sommato, è abbastanza intrigante, non si può non pensare al potenziale iniziale con cui si era partiti, quello di opera psicologica destrutturata e complessa. Alla fine l'elemento psicologico non esiste, il potenziale va interamente perduto in favore della solita sceneggiatura e dei soliti personaggi ultra-stereotipati e dei più classici e abusati cliché. D'accordo che "Chaos Head" è tratto da una visual novel, ma con il potenziale creato all'inizio si poteva pensare molto, molto più in grande, e chissenefrega se ciò comportava il totale distacco dal videogioco, creando, di fatto, un'opera completamente nuova che della visual novel portava solo il nome. Sarebbe stato comunque meglio, molto meglio! E certamente il discreto comparto grafico e sonoro - carina soprattutto l'opening - di cui si avvale non possono minimamente colmare il totale vuoto di contenuti.
Il mio voto è 6,5, 7 al massimo.
L'anime parte presentando il protagonista, un hikkikomori. La grande peculiarità dei primi 2-3 episodi che da soli varrebbero la visione dell'anime (e dopo di essi c'è poco altro) è che il punto di vista dello spettatore è proprio quello del protagonista, il quale, vivendo isolato ed essendo un otaku, vive in un mondo di fantasia e vede cose che in realtà non esistono. Il fascino meraviglioso dei primissimi episodi è che, vedendo lo spettatore con i suoi occhi, non riesce a riconoscere quale sia la realtà e la fantasia, non capisce chi siano i personaggi immaginari (e se lo sono, capire anche se non si siano materializzati) e i personaggi reali, le situazioni di fantasia e quelle reali. Lo stile è chiaramente quello di Satoshi Kon, il tema è (o sembra essere) quello della visione iper-soggettiva in cui realtà e immaginazione si mescolano, in cui la realtà cambia a seconda di chi la guarda, un intreccio complesso e affascinante in cui lo spettatore cerca disperatamente di capire qual'è la "vera realtà" senza riuscirci. A tutto questo si aggiunge il tema dell'hikkikomori, uno stato di disagio così profondo che la prolungata separazione dalla civiltà porta il protagonista a perdere il contatto con essa. Il protagonista è vittima di una pura alienazione urbana, così profonda che la sua mente è, appunto, alienata dalla realtà. Da questo punto di vista i temi, seri e maturi come pochi, potrebbero essere quelli di "Welcome to the NHK".
Ora, voi capite come i primi due episodi gettino le basi per un possibile clamoroso capolavoro del genere psicologico, perché pensando a un intreccio del tipo "Paprika" + "Welcome to the NHK" non si può non avere l'acquolina in bocca. E invece no.
<b>[ATTENZIONE SPOILER!]</b> E invece no perché il protagonista, uno dei più irritanti di sempre, non solo debole, sfigato e pauroso ma soprattutto con zero caratterizzazione, a un certo punto si trova avvicinato e infine circondato da diverse, bellissime ragazze misteriosamente interessate a lui. Anche se a vario titolo, questo non è casuale, ma avviene perché il nostro "caro" protagonista possiede un dono innato, un potere sopito che se risvegliato può decidere le sorti dell'umanità; si scopre che le illusioni non sono provocate dal suo stato di hikkikomori, ma da una macchina in grado di controllare i sogni delle persone, facendoli vivere in un mondo fantastico (ma reale al contempo), senza che se ne accorgano. Una macchina che ovviamente è nelle mani di gente spietata e senza scrupoli che vuole usarla per i propri scopi malvagi. Siccome in questo mondo ognuno, in determinate condizioni, ha la capacità di materializzare i propri sogni, ecco che chi è in grado di usare questo potenziale è in grado di fare apparire un'arma (una spada, una lancia, dei coltelli), a mo' delle armi magiche che appaiono in "Umineko no naku koro ni".
Il protagonista resta pauroso, debole e in disparte per 11 dei 12 episodi, viene sempre salvato dalle ragazze e non fa altro che stare in disparte mentre le ragazze combattono, e spesso rischiano la vita, a parte un paio di blandi interventi, finché, all'improvviso, prende coscienza di sé e del fatto che la ragazza che ama è in pericolo - nel frattempo il mondo intero è andato letteralmente in frantumi -, e spinto dalla volontà di proteggerla acquista coraggio e va a combattere contro i cattivi materializzando uno spadone potentissimo, il suo grande potere sopito. Il finale è facilmente immaginabile. <b>[FINE SPOILER!]</b>
Pur non mancando spunti interessanti, (come la materializzazione degli oggetti che avviene grazie a un processo a metà tra scienza e metafisica, in pratica fantascientifico), oppure il mistero che avvolge la storia, la cosa migliore dell'anime in assoluto, che viene svelato piano piano, scoprendo non pochi colpi di scena e rivelando una storia di buon spessore che, tutto sommato, è abbastanza intrigante, non si può non pensare al potenziale iniziale con cui si era partiti, quello di opera psicologica destrutturata e complessa. Alla fine l'elemento psicologico non esiste, il potenziale va interamente perduto in favore della solita sceneggiatura e dei soliti personaggi ultra-stereotipati e dei più classici e abusati cliché. D'accordo che "Chaos Head" è tratto da una visual novel, ma con il potenziale creato all'inizio si poteva pensare molto, molto più in grande, e chissenefrega se ciò comportava il totale distacco dal videogioco, creando, di fatto, un'opera completamente nuova che della visual novel portava solo il nome. Sarebbe stato comunque meglio, molto meglio! E certamente il discreto comparto grafico e sonoro - carina soprattutto l'opening - di cui si avvale non possono minimamente colmare il totale vuoto di contenuti.
Il mio voto è 6,5, 7 al massimo.