logo GamerClick.it

8.0/10
-

Diamine, KyoAni me l'ha fatta ancora. Anzi, ce l'ha fatta. Ce l'ha fatta a tutti. Alla faccia degli haters e degli appassionati, anche quest'anno lo studio ha tirato fuori l'ennesimo lavoro hypermoe. Ma, alla fine, qual è il problema? Ormai queste produzioni sono così simili che l'utente medio saprà, anzi, deciderà il proprio giudizio ancor prima ancora di incominciare l'opera, quindi non si rischia di rimanerne troppo delusi.
Tratto da una light novel, mercato questo che sembra offrire quintali di materiale adatto al genere di anime tanto caro allo studio nipponico, "Hyouka" è la solita commedia di setting scolastico con la sola aggiunta di un pizzico di "mistery", tanto per parafrasare la simpatica seconda ending. Ma badate bene, consumatori: in uno sforzo di coerenza come mai vidi in un autore giapponese, i misteri che ci troviamo ad affrontare nel corso dell'opera non trattano omicidi o crimini come quelli che coinvolgono sempre un certo ragazzino occhialuto porta-iella. Nossignore. Ci si troverà piuttosto di fronte a semplici "curiosità". Ed è questo uno dei primi punti di forza (o di debolezza) dell'opera: anziché impelagarsi in inseguimenti mozzafiato, climax narrativi o crimini efferati vari, che in un contesto scolastico paleserebbero la loro eccessiva forzatura in modo oltremodo ridicolo, l'opera si condisce di misteri "light", tranquilli dubbi che semplicemente accompagnano lo scorrere lento e tranquillo dell'intera serie, permettendo allo spettatore di scegliere se scervellarsi sulla soluzione indizio dopo indizio o più semplicemente guardare come va a finire.

Come forse risulterà chiaro leggendo questa recensione, l'opera non è per gli amanti dell'azione o dei contenuti. Per quei 22-23 minuti, senza alcuna pretesa, ti fa passare del tempo. Verrebbe da paragonarla, da questo punto di vista, alle più grandi (e senza dubbio più talentuose) Undine di domicilio marziano. La consapevolezza di come la serie sia solo una pretesa per rilassarsi un po' risulta ovvia anche alla vista del primo episodio.
Il lavoro fatto dalla KyoAni è pregevole, tra musiche del tutto sceniche e animazioni e disegni di livello elevato. Gli attori principali di questo antistress sono quattro: Oreki Hotaro, Chitanda Eru, Fukube Satoshi e Ibara Mayaka.
I quattro ragazzi risentono un po' di una caratterizzazione leggermente stereotipata, con l'apatico genio di turno, la ragazzina moe rompiscatole, l'amico con i complessi di inferiorità e la normalissima ragazza media innamorata persa dell'amico che non sa apprezzare tutte le sue qualità. Ma tutto ciò è giusto. Se in una serie come questa fossero stati inseriti personaggi profondamente caratterizzati, ne sarebbe uscita una porcheria né carne né pesce, che non sarebbe riuscita né ad appassionare né a rilassare. Le relazioni tra i quattro si evolvono lentamente ma in modo interessante, soprattutto i complessi di Fukube nei confronti di Hotaro, che arrivano a esplodere (in sordina) per la fine della saga del festival scolastico. La componente più prettamente sentimentale è poi solo accennata nei seguenti episodi di chiusura serie, e risulta sicuramente troncata dalla limitata diponibilità di capitoli della light o da una scelta dello studio di non portare eccessivamente avanti le cose, per questioni di spazio, al fine di non interrompere il tutto in una parte ancora più delicata.

In questi episodi, alla fine, non succede niente di che, ma succede egregiamente, rendendo il prodotto fruibile e apprezzabile per tutti quelli che non pretendono, in un anime, sempre e comunque degli enormi - moderatori se potete passatemi il termine - "pipponi mentali". Niente personaggi complessi complessati, niente segreti, colpi di scena. Niente di tutto ciò. Ma in fondo, che problema c'è?
Watashi wa kininarimasu!