Recensione
Mi accingo a recensire, terminata l'intera visione per la seconda volta, uno degli anime più notevoli e profondi che abbia mai avuto il privilegio di guardare.
L'anime è stato trasmesso dall'emittente Fuji TV NoitaminA nel 2011 e proposto in Italia da Rai4, dopo l'acquisto dei diritti da parte della Dynit, nell'anime morning domenicale della stagione invernale/primaverile del 2012.
Dubito che troverò mai le parole adatte a rendere bene tutti i sentimenti che mi ha trasmesso la visione di quest'anime, dubito quindi che questa recensione sarà all'altezza. Ma ci posso provare.
La trama si apre con l'apparizione al protagonista Jintan, in una calda mattina estiva, del fantasma (o qualunque proiezione sovrannaturale che fosse dato che, come fantasma, era un po' troppo consistente e rumorosa) della sua amica d'infanzia Menma, morta anni prima in un incidente sulle sponde del fiume. La sua venuta scatenerà in Jintan, e successivamente in tutti i membri del gruppo di cui lui e Menma facevano parte da piccoli (i "Super Busters della Pace") una catena di sentimenti intricati e penosissimi, risveglierà nel cuore di tutti (Jintan, Anaru, Tsuruko, Yukiatsu e Poppo) i rimpianti e le emozioni più recondite e dolorose.
Di fatto quindi, la trama non è altro che un susseguirsi di sentimenti repressi, parole dette senza pensare, situazioni imprevedibili e dolorose. L'apparizione di Menma, apparizione che avverrà solo per Jintan, suscitando quindi l'incredulità degli altri e un'irrefrenabile gelosia di Yukiatsu, è pertanto l'unica idea che appare nella storia: il resto delle vicende è il contorno e allo stesso tempo il soggetto della serie.
Ho trovato in questa peculiarità dell'anime - la capacità di costruire in maniera magistrale una bellissima storia attorno a un'unica vera idea - la nota innovativa di questo prodotto.
Il resto della trama sarebbe impossibile raccontarlo senza cadere negli spoiler. Sappiate solo che la profonda introspezione psicologica dei personaggi - non originalissimi, ma raccontati in maniera così unica da apparire come persone, e non soggetti di un cartone animato - vi coinvolgerà come nessun altro anime ha mai saputo fare; dopotutto, è il tema centrale di questa storia.
L'arrivo di Menma tira fuori dal guscio esterno le vere personalità dei protagonisti, negative o positive che siano. Esso mette i personaggi di fronte al proprio egoismo e ai propri intimissimi desideri, non solo rendendoli capaci di conoscere a fondo se stessi (e quindi di disprezzarsi), ma creando anche tra i vari membri dei Super Busters un legame fortissimo e intricatissimo: da sconosciuti che erano diventati, dopo essersi persi di vista per diversi anni dopo la scomparsa di Menma, vengono a contatto gli uni con gli altri in modo naturale, sincero e pertanto doloroso.
Altro tema portante dell'anime è l'idea di una seconda possibilità. Menma non ritorna solo per far riavvicinare i suoi vecchi amici con la scusa del fantasma: appare a Jintan per regalargli l'opportunità di chiederle scusa. Opportunità che non viene data solo a lui, ma a tutti quanti: presto si scoprirà, infatti, che ogni personaggio aveva qualcosa da doversi far perdonare, un rimpianto grandissimo scatenato dall'egoismo e dalla paura comuni a tutti gli uomini. "AnoHana" è quindi un anime colmo, oltre che di drammaticità e passione, anche di speranza. Superato il dramma che ha comportato, per tanti anni, la scomparsa della loro amica, i personaggi potranno finalmente vivere la loro primavera con l'animo sereno, senza rimpianti.
La storia, in sé semplice e complessa allo stesso tempo, viene narrata in modo magistrale, con un'ottima regia e un comparto grafico davvero notevole, assieme ad animazioni perfette. Infine, il doppiaggio: non avendo mai visto la versione giapponese non posso giudicarla, ma, per quanto riguarda la versione italiana, l'ho trovata davvero unica e bellissima. L'innocenza di Menma viene resa benissimo da una Serena Clerici meravigliosa; la drammaticità e le passioni di tutti i personaggi sono urlate dai doppiatori in modo veramente superlativo.
Il tutto è contornato da musiche e sigle incisive e indovinate.
Conclusioni? Guardatelo. "AnoHana" è un anime che deve essere guardato. Mentre lo guardi, inconsciamente ti ritrovi in uno dei cinque personaggi, e, come lui riflette su se stesso, anche tu rifletti su te stesso.
E' questa, penso, una delle magie dell'animazione.
L'anime è stato trasmesso dall'emittente Fuji TV NoitaminA nel 2011 e proposto in Italia da Rai4, dopo l'acquisto dei diritti da parte della Dynit, nell'anime morning domenicale della stagione invernale/primaverile del 2012.
Dubito che troverò mai le parole adatte a rendere bene tutti i sentimenti che mi ha trasmesso la visione di quest'anime, dubito quindi che questa recensione sarà all'altezza. Ma ci posso provare.
La trama si apre con l'apparizione al protagonista Jintan, in una calda mattina estiva, del fantasma (o qualunque proiezione sovrannaturale che fosse dato che, come fantasma, era un po' troppo consistente e rumorosa) della sua amica d'infanzia Menma, morta anni prima in un incidente sulle sponde del fiume. La sua venuta scatenerà in Jintan, e successivamente in tutti i membri del gruppo di cui lui e Menma facevano parte da piccoli (i "Super Busters della Pace") una catena di sentimenti intricati e penosissimi, risveglierà nel cuore di tutti (Jintan, Anaru, Tsuruko, Yukiatsu e Poppo) i rimpianti e le emozioni più recondite e dolorose.
Di fatto quindi, la trama non è altro che un susseguirsi di sentimenti repressi, parole dette senza pensare, situazioni imprevedibili e dolorose. L'apparizione di Menma, apparizione che avverrà solo per Jintan, suscitando quindi l'incredulità degli altri e un'irrefrenabile gelosia di Yukiatsu, è pertanto l'unica idea che appare nella storia: il resto delle vicende è il contorno e allo stesso tempo il soggetto della serie.
Ho trovato in questa peculiarità dell'anime - la capacità di costruire in maniera magistrale una bellissima storia attorno a un'unica vera idea - la nota innovativa di questo prodotto.
Il resto della trama sarebbe impossibile raccontarlo senza cadere negli spoiler. Sappiate solo che la profonda introspezione psicologica dei personaggi - non originalissimi, ma raccontati in maniera così unica da apparire come persone, e non soggetti di un cartone animato - vi coinvolgerà come nessun altro anime ha mai saputo fare; dopotutto, è il tema centrale di questa storia.
L'arrivo di Menma tira fuori dal guscio esterno le vere personalità dei protagonisti, negative o positive che siano. Esso mette i personaggi di fronte al proprio egoismo e ai propri intimissimi desideri, non solo rendendoli capaci di conoscere a fondo se stessi (e quindi di disprezzarsi), ma creando anche tra i vari membri dei Super Busters un legame fortissimo e intricatissimo: da sconosciuti che erano diventati, dopo essersi persi di vista per diversi anni dopo la scomparsa di Menma, vengono a contatto gli uni con gli altri in modo naturale, sincero e pertanto doloroso.
Altro tema portante dell'anime è l'idea di una seconda possibilità. Menma non ritorna solo per far riavvicinare i suoi vecchi amici con la scusa del fantasma: appare a Jintan per regalargli l'opportunità di chiederle scusa. Opportunità che non viene data solo a lui, ma a tutti quanti: presto si scoprirà, infatti, che ogni personaggio aveva qualcosa da doversi far perdonare, un rimpianto grandissimo scatenato dall'egoismo e dalla paura comuni a tutti gli uomini. "AnoHana" è quindi un anime colmo, oltre che di drammaticità e passione, anche di speranza. Superato il dramma che ha comportato, per tanti anni, la scomparsa della loro amica, i personaggi potranno finalmente vivere la loro primavera con l'animo sereno, senza rimpianti.
La storia, in sé semplice e complessa allo stesso tempo, viene narrata in modo magistrale, con un'ottima regia e un comparto grafico davvero notevole, assieme ad animazioni perfette. Infine, il doppiaggio: non avendo mai visto la versione giapponese non posso giudicarla, ma, per quanto riguarda la versione italiana, l'ho trovata davvero unica e bellissima. L'innocenza di Menma viene resa benissimo da una Serena Clerici meravigliosa; la drammaticità e le passioni di tutti i personaggi sono urlate dai doppiatori in modo veramente superlativo.
Il tutto è contornato da musiche e sigle incisive e indovinate.
Conclusioni? Guardatelo. "AnoHana" è un anime che deve essere guardato. Mentre lo guardi, inconsciamente ti ritrovi in uno dei cinque personaggi, e, come lui riflette su se stesso, anche tu rifletti su te stesso.
E' questa, penso, una delle magie dell'animazione.