logo GamerClick.it

-

Prima di iniziare la recensione di questo anime, penso sia importante fare una premessa: non mancheranno i riferimenti a "Madoka Magica", ma mi impegnerò a non fare spoiler per nessuna delle due serie. Questo non perché voglia esaltare particolarmente Madoka come anime, ma perché ritengo che -essendone "Day Break Illusion" una sorta di diretto discendente- il confronto tra i due sia inevitabile.

Dunque, partiamo da una delle affermazioni di cui sopra: Day Break Illusion sarebbe l'anime discendente di Madoka. È davvero così? Non vedo come possa non esserlo: come penso sia già stato detto da altri, Madoka è stato l'anime che ha stravolto il genere dei majokko, facendo diventare le colorate paladine della giustizia delle guerriere spietate e/o disperate che lottano per la sopravvivenza, e le ambientazioni e i nemici -cupi, certo, ma quasi mai realmente spaventosi- addirittura grotteschi. Ed è qui che entra in gioco Day Break Illusion: dopo la rivoluzione, ci vuole appunto qualcosa che sistemi quello che è rimasto del "vecchio ordinamento" al fine di crearne dal (quasi) nulla uno nuovo. Questo anime ci è riuscito?
No. Purtroppo, tutto quello che ci poteva essere di buono è andato sprecato a causa, io credo, di una sceneggiatura totalmente sbagliata: come direbbe Ron Weasley "questa qui ha bisogno di rivedere le sue priorità". Perché è questo il problema fondamentale di Day Break Illusion: non da il giusto peso ai fatti realmente importanti, sprecando praticamente metà serie dietro a filler inutili. Ma andiamo con ordine.

Akari Taiyou ha tredici anni e una passione viscerale per la divinazione e la lettura dei tarocchi. Vive insieme agli zii e alla cugina Fuuyuna, poiché la madre morì quando la ragazza era ancora giovane, lasciandole solo il suo mazzo di tarocchi.
In una notte, per tutta una serie di eventi che non sto a spiegare, avviene il risveglio di Akari come combattente sotto la carta del Sole, ed ella entra così a far parte di una scuola di divinazione facente parte della Sephiro Fiore, ovvero un'organizzazione che tramite diverse sedi in tutto il mondo, addestra le ragazze dei 22 tarocchi elementari allo sterminio dei Daemonia - esseri maligni che attraverso la scissione cellulare prendono possesso degli esseri umani.

Fin dal primo episodio si posso notare delle sostanziali analogie con Madoka, ma anche delle differenze e qualche elemento di novità: uno di questi -che ho personalmente apprezzato molto- è il fatto che quando il Daemonia prende possesso del corpo di un umano, diventa un tutt'uno con esso; dunque, per uccidere il Daemonia, è necessario eliminare anche l'essere umano.
Una differenza fra i due anime è che, se da un lato Madoka "tenta" di mantenere una sorta di atmosfera tranquilla fino al fatidico terzo episodio, Day Break Illusion sin dal primo momento sembra voler dimostrare il suo essere una serie cupa, violenta e profondamente matura (ma ciò verrà smentito nel giro di poco, non preoccupatevi).
I primi due episodi sono fondamentalmente introduttivi, ma già si nota che la serie corre un po' troppo: nemmeno il tempo di imparare i nomi delle compari di Akari, che già il quartetto viene mandato a combattere i demoni. Ma fosse solo questo il problema.
Gli episodi dal tre al sei servono sostanzialmente a farci conoscere un po' meglio i vari personaggi, peccato che siano noiosi e abbiano tutti la medesima struttura, e quella che viene spacciata per crescita psicologica -assolutamente troppo veloce e forzata- si sarebbe potuta benissimo avere in seguito,con la dovuta calma, visto anche il grande carico di eventi che si susseguiranno. Dunque questi quattro episodi sono inutili.
Il sette lo è probabilmente ancora di più, giacché è un filler in piena regola: l'intento originario era forse quello di far affezionare lo spettatore alle protagoniste, mostrandole fuori dal contesto puramente scolastico e battagliero. Ciò non riesce, perché non c'è niente che movimenti il tutto, e si finisce solo con l'annoiare.
L'otto probabilmente è anche peggiore: non perché non succeda nulla, ma perché -al contrario- accadono troppe cose e troppo in fretta. Se in Madoka il terzo episodio smuoveva le acque e aveva la funzione di introdurre tutta la serie di eventi che portava allo svolgimento e alla conclusione della storia; qui il ruolo doveva forse essere svolto da questa ottava puntata, ma personalmente trovo inaccettabile il fatto che nei primi minuti si rifili una verità di tale portata -per di più con una frettolosa spiegazione- e che alla fine del medesimo episodio vediamo già uno dei personaggi principali coinvolti direttamente nella faccenda; come se prendere una decisione simile fosse una questione di due minuti.
Da qui in poi -sempre in via del tutto teorica- avrebbero dovuto avere inizio le parti serie, drammatiche ed impegnate; ma di tutto ciò io non vedo traccia, solo tanta fretta nel recuperare una serie mal gestita, situazioni assurde e buonismo insulso a non finire.
Gli episodi 11 e 12 sembrano riprendersi un minimo rispetto agli altri, ma ogni tentativo di soluzione fallisce poi con il 13, dove interviene il solito, banalissimo deus ex machina -peraltro in contraddizione con quanto affermato cinque puntate prima- ed una forzata crescita psicologica.

Una storia però, senza i suoi personaggi, è completa solo fino a metà. Come sono quelli di Day Break Illusion? Risponderei: la fotocopia esatta della serie stessa: alcuni sono buoni, altri pessimi, altri ancora mal sfruttati. Akari è Madoka, non solo nel modo di comportarsi, ma perfino nelle battute che dice. Anche in questo caso, ho trovato eccessivo e fuori luogo il buonismo che la contraddistingue, perché in teoria questa voleva essere una storia dura, no? E ciò, ahimè, si ripercuote grandemente sul finale.
Ginka è una specie di mix tra Sayaka e Kyoko, ed è forse uno dei personaggi più piatti, perché come ci viene presentata all'inizio, tale rimane per tutta la durata della serie, e non venitemi a dire che quell'assurda comparsa alla fine rappresenterebbe un'evoluzione della sua personalità, perché mi rifiuto di crederlo.
Seira e Luna, invece (rispettivamente Homura e Mami, per farci un'idea) sono abbastanza ben caratterizzate, la prima nella sua determinazione e crudeltà, ma anche indecisione -benché il suo passato sia tutt'altro che originale- la seconda nella sua paura costante e travolgente, nel suo affezionarsi quasi morbosamente ad Akari; nonostante il tutto venga poi superato, e anche dignitosamente a parer mio (il suo background però è davvero poco chiaro, ed è un peccato, perché sembrava essere molto interessante).
Tutti gli altri personaggi secondari hanno poco o nullo approfondimento, e compaiono esclusivamente per dare spiegazioni al quartetto principale o per salvarlo dai momenti di crisi profonda.
I "cattivi", ahimè, neppure loro si salvano: Cerebrum -che dovrebbe essere il sobillatore primario, colui che tutto sa e tutto organizza- nonostante quel poco di interesse che viene infuso nello spettatore da metà serie in poi, viene poi malamente trasformato nel superboss finale, e tanti saluti al belloccio figo ed intrigante.
Tutti gli altri, che ruotano intorno alla figura di Cerebrum, sono solo comparse, pedine che servono al suddetto per raggiungere i suoi scopi, non hanno quindi una personalità spiccata o, nel caso degli umani, ce l'hanno ed è pure irritante.

La grafica non è nulla di particolare. Non che sia brutta, anzi, però anche nelle sue parti più "cupe" rimane comunque troppo colorata, troppo loli, e quindi troppo poco convincente. Il chara design è abbastanza originale, un po' strambo e molto "carino e coccoloso", cosa che, nonostante gli sforzi, lo fa assomigliare molto di più ad un majokko "tradizionale" che non ad uno "new generation". Anche le stesse dimensioni parallele dei Daemonia non hanno niente a che vedere con le inquietanti barriere labirintiche delle Streghe -a cui il riferimento penso sia chiaro. Queste sono sì un po' disgustose -come d'altronde gli esseri che le creano- ma nulla di più, e all'inizio non si capisce nemmeno se i Daemonia compaiano direttamente nel mondo reale o, a quanto sembra, all'interno di distorsioni spazio-temporali (benché i danni si ripercuotano comunque sul mondo esterno).
Le animazioni sono fluide ma non eccezionali, niente di strabiliante, anche se ho molto apprezzato le parti in cui viene mostrato il moltiplicarsi dei Daemonia come cellule virus all'interno di un organismo, e pure le apparizioni/scomparse delle guerriere nei combattimenti sono abbastanza carine. Mi è dispiaciuto un po' -essendo questo comunque un majokko- non vedere nessuna peculiare sequenza di trasformazione, perché se dosate sapientemente possono diventare un elemento decorativo non da poco.
La colonna sonora, anch'essa, non è davvero niente di che: la opening e la ending si limitano ad essere orecchiabili, mentre delle ost all'interno degli episodi non ce n'è nessuna di neanche lontanamente memorabile.

Insomma, Day Break Illusion poteva diventare senza problemi una serie al pari di Madoka -forse anche superiore- ma a causa di una mal gestita organizzazione delle tempistiche, molte opportunità sono andate sprecate. Sarebbe stato meglio, a mio parere, eliminare gli episodi dal tre al sette, e concentrarsi invece nello "spalmare" in maniera più omogenea tutte le rivelazioni e gli eventi importanti della seconda parte della serie.
Il prodotto finale la sufficienza non la sfiora neanche da lontano, si salva dal quattro solo per alcuni lati positivi che in effetti ci sono e credo di aver menzionato.
Vorrei concludere dicendo che il mio cinque non si basa su un confronto con Madoka Magica -che sicuramente Day Break Illusion non è in grado di reggere- ma sui difetti oggettivi che sono convinta questa serie abbia: puellae magi o non, tutto quanto menzionato in questa (lunga) recensione esiste, e non è cosa da poco.