Recensione
Out of Sight
10.0/10
Potreste partire subito ignorando questa recensione vedendo il 10, pensando che sia eccessivo e non pensato, e voglio subito mettere le mani avanti: probabilmente un tocco di parzialità nel voto c'è, ma onestamente, non mi sentivo in cuore di dargli qualcosa di meno, in quanto, riflettendoci, non riesco a trovargli mancanze o imperfezioni.
Trattandosi di un cortometraggio prodotto come tesi di laurea, è chiaro che i tre autori abbiano voluto dare il massimo e direi che ci sono ampiamente riusciti.
Anzitutto, non avendo parlato da tradurre, è fruibile da chiunque, e quindi è già meritevole di abbattere barriere linguistiche per l'apprezzamento dell'opera. L'unica voce che sentirete è quella della bambina, Chico, che si limita a chiamare il suo cane, Gogo, che pure sentirete abbaiare.
Assieme a grafica e a animazioni appropriate, quindi, avrete effetti sonori e soundtrack complementari, per accompagnarvi nella visione.
Grafica e sonoro assieme sapranno guidare lo spettatore nel viaggio della protagonista cieca, mostrandogli un mondo che lei può solo udire, annusare e tastare.
Un'ottima rappresentazione in animazione di come una bambina cieca percepisce il mondo intorno a sé. Un cortometraggio che riesce a essere toccante e addirittura commovente senza bisogno di eccessi o forzature, in una naturalezza quasi straniante per quanto risulta realistica nonostante le fantasiose realizzazioni.
È vedendo tutto questo che ho sentito giusto dare il massimo dei voti e vorrei consigliare a chiunque stia leggendo questa recensione la visione del cortometraggio in esame, perché trattasi di 5 minuti e mezzo davvero ben spesi.
Trattandosi di un cortometraggio prodotto come tesi di laurea, è chiaro che i tre autori abbiano voluto dare il massimo e direi che ci sono ampiamente riusciti.
Anzitutto, non avendo parlato da tradurre, è fruibile da chiunque, e quindi è già meritevole di abbattere barriere linguistiche per l'apprezzamento dell'opera. L'unica voce che sentirete è quella della bambina, Chico, che si limita a chiamare il suo cane, Gogo, che pure sentirete abbaiare.
Assieme a grafica e a animazioni appropriate, quindi, avrete effetti sonori e soundtrack complementari, per accompagnarvi nella visione.
Grafica e sonoro assieme sapranno guidare lo spettatore nel viaggio della protagonista cieca, mostrandogli un mondo che lei può solo udire, annusare e tastare.
Un'ottima rappresentazione in animazione di come una bambina cieca percepisce il mondo intorno a sé. Un cortometraggio che riesce a essere toccante e addirittura commovente senza bisogno di eccessi o forzature, in una naturalezza quasi straniante per quanto risulta realistica nonostante le fantasiose realizzazioni.
È vedendo tutto questo che ho sentito giusto dare il massimo dei voti e vorrei consigliare a chiunque stia leggendo questa recensione la visione del cortometraggio in esame, perché trattasi di 5 minuti e mezzo davvero ben spesi.