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"Serial Experiments Lain" è un'opera difficile da valutare. Lo è per sua stessa natura: si tratta infatti di un prodotto criptico, onirico e di difficile interpretazione, che non si lascia penetrare facilmente dallo spettatore. Nonostante questo, o forse proprio a causa di ciò, è anche una delle serie più affascinanti che io abbia visto.

La storia segue Lain, l'introversa e quasi apatica protagonista della serie, nel suo viaggio alla scoperta del Wired, sorta di internet del futuro che collega tutto e tutti. È questo un viaggio surreale e onirico, dove i confini tra il mondo reale e virtuale paiono assottigliarsi fino a svanire e tutto, anche la natura della ragazza e il suo io, viene messo in dubbio. I primi dieci episodi sono come il buttare sul tavolo i pezzi di un intricato puzzle, senza curarsi di disporli in ordine. Saranno poi gli ultimi tre episodi a comporli e dare un quadro completo (ma non per questo facile da capire) della vicenda.

Il tema principale è quello della commistione tra virtuale e reale e dell'illusione di controllo che abbiamo sulla realtà, ma l'anime si allarga a toccare i più disparati argomenti di ordine antropologico, sociologico, teologico, metafisico e altro ancora, in un insieme che a volte rischia, per la sua stessa vastità, di scadere nel superficiale.

Lo sperimentalismo che investe storia e regia è la cifra più significativa di Lain, l'aspetto che lo rende ciò che è e che, allo stesso tempo, confonde e affascina lo spettatore, spingendolo alla visione dei successivi episodi e alla riflessione su quanto visto, nella ricerca di una spiegazione.

Come già detto "Serial Experiments Lain" è una serie difficile, che può dare grandi soddisfazioni come creare frustrazione a seconda dello spettatore. Lo consiglio agli amanti dello sperimentale e del cyberpunk, così come a chi cerca una serie di spessore e diversa dal solito.
Voto: 8,5.