Recensione
Wolf Children
9.0/10
"Wolf Children" è l'ultima fatica di Mamoru Hosoda.
Se "La ragazza che saltava nel tempo" è il film che l'ha fatto conoscere al mondo e "Summer Wars" quello che ci ha confermato la bravura del regista, io credo proprio sia "Wolf Children" a sancirne la consacrazione, perché è sicuramente la sua opera più riuscita.
Hana è una studentessa universitaria di Tokyo come tante altre, che si innamora di un ragazzo conosciuto durante le lezioni. Il ragazzo, particolarmente schivo e riservato, inizialmente la evita, ma poi, pian piano, i due iniziano a frequentarsi. Avranno due figli insieme: la prima, Yuki, e il secondo, di un anno più giovane, Ame.
"Wolf Children" racconta la storia di una famiglia ordinaria, se non fosse, però, per un "piccolo" particolare: Ookami, il padre, è in realtà un uomo-lupo ed è in grado di assumere liberamente le due forme. Purtroppo, però, il suo istinto animale lo condurrà a una fine prematura e quindi Hana dovrà crescere i due ragazzi da sola. Fare la madre è un mestiere difficile, figuriamoci quando si devono allevare due bambini che sono per metà lupi e solo per metà umani e che, soprattutto inizialmente, non sono nemmeno in grado di controllare la propria trasformazione.
La componente sovrannaturale non deve però far pensare che ci troviamo di fronte a un film sui licantropi, perché "Wolf Children" è un film che parla della famiglia e può essere benissimo la nostra storia, solo con qualche inconveniente in più. Questa componente fantastica ha l'unico scopo di enfatizzare le varie problematiche della vita umana.
Yuki e Ame sono due ragazzi completamente diversi: la prima è una ragazza vivace ed espansiva, il secondo è un ragazzo decisamente più chiuso e introverso, che fatica a socializzare con gli altri. Noi li vedremo crescere giorno dopo giorno, sia graficamente sia psicologicamente.
La possibilità per loro di trasformarsi in lupo viene usata con estrema maestria in più occasioni: inizialmente per rimarcare come per un genitore sia difficile crescere e comprendere a fondo i propri bambini, poi per mostrare le difficoltà degli adolescenti nel conoscere sé stessi, e successivamente per sottolineare come per ognuno di noi arrivi il giorno in cui bisogna compiere scelte importanti per il proprio futuro.
"Wolf Children" racconta dell'amore sconfinato di una madre per i suoi figli ed è la sua semplicità a renderlo straordinario, perché ognuno di noi si ritrova in quello che racconta e si commuove guardando quei piccoli ragazzi divenire grandi. La storia non è certo ricca di colpi di scena e il tutto si svolge in maniera piuttosto prevedibile e lineare, ma Hosoda è un maestro nell'offrirci un realismo delle relazioni umane unico, e proprio per questi motivi il film è capace di coinvolgerci ed emozionarci con una dolcezza e delicatezza estreme.
"Wolf Children" è tutto qui: un film ordinario nelle animazioni e nella storia, che racconta senza svolte improvvise, ma straordinario per le emozioni che riesce a trasmettere; ed è per questo che è un capolavoro.
Se "La ragazza che saltava nel tempo" è il film che l'ha fatto conoscere al mondo e "Summer Wars" quello che ci ha confermato la bravura del regista, io credo proprio sia "Wolf Children" a sancirne la consacrazione, perché è sicuramente la sua opera più riuscita.
Hana è una studentessa universitaria di Tokyo come tante altre, che si innamora di un ragazzo conosciuto durante le lezioni. Il ragazzo, particolarmente schivo e riservato, inizialmente la evita, ma poi, pian piano, i due iniziano a frequentarsi. Avranno due figli insieme: la prima, Yuki, e il secondo, di un anno più giovane, Ame.
"Wolf Children" racconta la storia di una famiglia ordinaria, se non fosse, però, per un "piccolo" particolare: Ookami, il padre, è in realtà un uomo-lupo ed è in grado di assumere liberamente le due forme. Purtroppo, però, il suo istinto animale lo condurrà a una fine prematura e quindi Hana dovrà crescere i due ragazzi da sola. Fare la madre è un mestiere difficile, figuriamoci quando si devono allevare due bambini che sono per metà lupi e solo per metà umani e che, soprattutto inizialmente, non sono nemmeno in grado di controllare la propria trasformazione.
La componente sovrannaturale non deve però far pensare che ci troviamo di fronte a un film sui licantropi, perché "Wolf Children" è un film che parla della famiglia e può essere benissimo la nostra storia, solo con qualche inconveniente in più. Questa componente fantastica ha l'unico scopo di enfatizzare le varie problematiche della vita umana.
Yuki e Ame sono due ragazzi completamente diversi: la prima è una ragazza vivace ed espansiva, il secondo è un ragazzo decisamente più chiuso e introverso, che fatica a socializzare con gli altri. Noi li vedremo crescere giorno dopo giorno, sia graficamente sia psicologicamente.
La possibilità per loro di trasformarsi in lupo viene usata con estrema maestria in più occasioni: inizialmente per rimarcare come per un genitore sia difficile crescere e comprendere a fondo i propri bambini, poi per mostrare le difficoltà degli adolescenti nel conoscere sé stessi, e successivamente per sottolineare come per ognuno di noi arrivi il giorno in cui bisogna compiere scelte importanti per il proprio futuro.
"Wolf Children" racconta dell'amore sconfinato di una madre per i suoi figli ed è la sua semplicità a renderlo straordinario, perché ognuno di noi si ritrova in quello che racconta e si commuove guardando quei piccoli ragazzi divenire grandi. La storia non è certo ricca di colpi di scena e il tutto si svolge in maniera piuttosto prevedibile e lineare, ma Hosoda è un maestro nell'offrirci un realismo delle relazioni umane unico, e proprio per questi motivi il film è capace di coinvolgerci ed emozionarci con una dolcezza e delicatezza estreme.
"Wolf Children" è tutto qui: un film ordinario nelle animazioni e nella storia, che racconta senza svolte improvvise, ma straordinario per le emozioni che riesce a trasmettere; ed è per questo che è un capolavoro.