Recensione
Recensione di Homura GOW
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Seguito della serie "Grappler Baki", quest'anime non eguaglia il suo predecessore.
Non lo eguaglia in quanto la trama non c'è, questa serie è puro esercizio estetico: buona grafica prestata a rendere corpi scolpiti e combattimenti ben orchestrati, che faranno tenere l'appassionato di anime sportivi col fiato sospeso.
Baki è sempre lo stesso, senza alcuna rilevante crescita psicologica: la sua ossessione rimane sempre la stessa ossia sconfiggere il padre.
L'appassionato che ha visto la prima serie guarderà questa sperando in qualche colpo di scena risolutivo, ma resterà deluso in quanto Yujiro Hanma farà la sua comparsa, ma non per il tanto anelato scontro finale col figlio.
Purtroppo a causa di questo l'anime perde il suo fascino e non basta a risollevarlo la sorpresa che si rivela nel corso della serie in merito ad uno dei personaggi (unico colpo di scena tra l'altro).
Degna di nota è la riproduzione di una gamma variegata di stili di combattimento, le cui peculiarità si potranno ammirare nel corso delle puntate.
La tematica di fondo di questa serie come di quella precedente resta la forza brutale allo stato puro. Infatti ciò che rende il padre di Baki invincibile non è un particolare stile di combattimento (infatti lui riproduce tutti gli stili che vuole senza problemi), ma è la brutalità e il puro spirito combattivo, che gli hanno permesso di trascendere la natura umana per assurgere al rango di demone del combattimento. Infatti la questione che resta sullo sfondo è: Baki dovrà diventare un demone anch'esso per superare il padre o riuscirà a mantenere la sua umanità? Questione che resta purtroppo marginale in questa serie rispetto alla precedente e che quindi la penalizza (emergerà solo in una puntata e lo spettatore capirà quale).
In definitiva questa è una serie godibile, ma non essenziale nell'universo creato da Itagaki. Buon'anime che l'appassionato seguirà come potrebbe seguire un'evento sportivo in tv, per il solo gusto dei combattimenti che, da come si evince dal titolo, si tengono nel contesto di un torneo di arti marziali.
Non lo eguaglia in quanto la trama non c'è, questa serie è puro esercizio estetico: buona grafica prestata a rendere corpi scolpiti e combattimenti ben orchestrati, che faranno tenere l'appassionato di anime sportivi col fiato sospeso.
Baki è sempre lo stesso, senza alcuna rilevante crescita psicologica: la sua ossessione rimane sempre la stessa ossia sconfiggere il padre.
L'appassionato che ha visto la prima serie guarderà questa sperando in qualche colpo di scena risolutivo, ma resterà deluso in quanto Yujiro Hanma farà la sua comparsa, ma non per il tanto anelato scontro finale col figlio.
Purtroppo a causa di questo l'anime perde il suo fascino e non basta a risollevarlo la sorpresa che si rivela nel corso della serie in merito ad uno dei personaggi (unico colpo di scena tra l'altro).
Degna di nota è la riproduzione di una gamma variegata di stili di combattimento, le cui peculiarità si potranno ammirare nel corso delle puntate.
La tematica di fondo di questa serie come di quella precedente resta la forza brutale allo stato puro. Infatti ciò che rende il padre di Baki invincibile non è un particolare stile di combattimento (infatti lui riproduce tutti gli stili che vuole senza problemi), ma è la brutalità e il puro spirito combattivo, che gli hanno permesso di trascendere la natura umana per assurgere al rango di demone del combattimento. Infatti la questione che resta sullo sfondo è: Baki dovrà diventare un demone anch'esso per superare il padre o riuscirà a mantenere la sua umanità? Questione che resta purtroppo marginale in questa serie rispetto alla precedente e che quindi la penalizza (emergerà solo in una puntata e lo spettatore capirà quale).
In definitiva questa è una serie godibile, ma non essenziale nell'universo creato da Itagaki. Buon'anime che l'appassionato seguirà come potrebbe seguire un'evento sportivo in tv, per il solo gusto dei combattimenti che, da come si evince dal titolo, si tengono nel contesto di un torneo di arti marziali.