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La concezione dell'amore romantico vuole spesso che gli amanti si sentano predestinati l'uno all'altro, tanto da riconoscersi sin dal primo sguardo. E sguardo dopo sguardo, e sorrisi, e gesti e l'aria che profuma di magia, ecco l'amore che sboccia. Eppure, molti di noi abbiamo un'insana disposizione ad affezionarci anche a storie d'amore travagliate, che superano ogni ostacolo e si insinuano con difficoltà fino a far breccia. Perché l'amore vero non si lascia abbattere e deve dimostrarci che è così.
E allora eccoci qui a parlare di Itazura na kiss, il manga ideato da Kaoru Tada nel 1991. La fortunata serie fa parlare tutt'ora, e "Mischievous Kiss - Love in Tokyo"' è l'ultima fatica ispirata al famoso titolo, la cui traduzione è "Tutto iniziò con un bacio". Viste le numerose trasposizioni di questa amata storia, ci vien subito da pensare: In cosa si distinguerà quest'altra?

Ebbene, Love in Tokyo è stavolta ambientata nella capitale nipponica ai giorni nostri. E' dunque una versione rivisitata in chiave moderna, che non manca di novità anche nella caratterizzazione dei personaggi. Infatti le vicende pur seguendo in linea generale la storia originale, cercano di dare un taglio personale ai personaggi, dei quali vengono sviluppate le riflessioni introspettive. Peccato che di questa impronta nuova e originale se ne fa ben poco avendo una sceneggiatura piuttosto magra. Magra è il termine giusto, poiché si sa', un racconto che si regga per bene sui suoi piedi ha bisogno di un percorso narrativo ben articolato, fatto di tante piccole vicende che messe insieme creano delle relazioni tra i personaggi, e perciò recano un senso alle dinamiche che avvengono tra essi. Oltretutto, un attento percorso narrativo richiama il coinvolgimento dello spettatore - che in questo caso sarei io - che vive delle scenette tra i due giovani protagonisti - che per la cronaca sono Irie-kun e Kotoko-chan - e invece no! In circa quattro o cinque episodio si riesce a riassumere in quattro e quattr'otto gli anni del liceo, per poi proiettare i protagonisti direttamente alla vita adulta. E a me, che da accanita fan di questa serie me la sono sorbita in tutte le salse-manga, salse-drama, salse-anime, perché mi si rimane a bocca asciutta?

Facendo un passo indietro torno alla storia, che come avrete senz'altro inteso in Love in Tokyo non mi ha certo saziata come avrebbe dovuto. Irie è il bell'imbusto della scuola che fin dal primo giorno di liceo cattura l'attenzione della sciocca e sgraziata Kotoko - insomma, lei ha avuto un colpo di fulmine per il più bravo della scuola. L'ingenua liceale cova il suo amore confidandolo alle sue due amiche, che pur essendo intelligenti quanto due capre vestite, hanno il buon senso di dirle di darci un taglio. E invece la tenace Kotoko continua a coltivare il suo desiderio d'amore - e in aiuto gli viene una pioggia di meteoriti che sembra imperversare su tutta la città a causa sua! - fin quando non si fa coraggio e consegna a Irie la propria lettera d'amore per lui. Come da registro lui nemmeno la legge, ma il caso vuole che i loro genitori, insospettabili amici d'infanzia, si trovino a voler coabitare quando - udite, udite - una meteora solitaria rade al suolo la nuova abitazione di Aihara Kotoko.
Insomma, Kotoko insisterà a tampinare il soggetto delle sue attenzione, incentivata dall'invadente madre di Irie, mentre quest'ultimo la rifiuterà con freddezza. Come dicevo poc'anzi, le piccole scaramucce e i momenti dell'inizio di questo incubo amoroso sono ridotte all'osso, alcune saltate, altre sintetizzate ai minimi termini. Il che è una grave pecca in quanto questi tagli rendono maggiormente incomprensibili le cause insite nella costante attenzione di Kotoko verso Irie. Cioè fanno sembrare Kotoko ancora più stupida e morbosa di quanto possa sembrare di già! Seppure nel copione di Irie si prevede la sua insofferenza o impassibilità nei confronti dell'allegra molestatrice, nella prima metà della serie non vengono creati ad arte gli episodi in cui si trovano a stretto contatto e che in qualche modo fanno svolazzare il cuore di Kotoko quanto i nostri. Ma la colpa non è del tutto della sceneggiatura! Direi che in buona parte si deve a Yuki Furukawa la sua incapacità di fare il "figo" che seppur dotato di un'incrollabile freddezza riesca a comunicare fascino e magnetismo. Il suo Irie sembra per lo più uno stocca fisso lobotomizzato. La sua controparte femminile interpretata da Honoka Miki è stata senz'altro più entusiasmante e, seppure con qualche imperfezione probabilmente dovuta alla giovane età dell'attrice, riesce senz'altro a catturare con la sua tremenda dolcezza. Una particolare menzione la meritano anche due attori secondari, Yoji Tanaka e Yuki Yamada. Il primo interpreta il Signor Aihara, padre di Kotoko, un uomo mite, umile e saggio, che con la propria presenza ha recato al drama un tocco di solennità e serietà che altrimenti sarebbe stata del tutto assente. Il secondo è il giovane interprete di Kinnosuke, l'eterno innamorato di Kotoko, che per ironia del destino non viene ricambiato. Ecco, a proposito di Kin-chan e Kotoko vanno spese due paroline proprio perché il drama - rispetto ad altre versioni - si avvale di una profonda descrizione di questo rapporto univoco. In Love in Tokyo vediamo una Kotoko che forse inconsapevolmente incentiva l'infatuazione di Kin-chan attraverso sorrisi, belle parole sulla direzione del proprio futuro e piccoli momenti assieme - oltre alle costanti dichiarazioni di lui, che lei non si da cura di rifiutare. Il personaggio di Kinnosuke ha ottenuto un notevole attenzione, al punto da renderlo il personaggio vincente di questa serie.

Detto ciò, il giudizio dei doramisti è unanime: la migliora trasposizione di Itazura na kiss è senz'altro quella taiwanese che vede Ariel Lin e Jow Cheng in It started with a kiss e They kiss again, rispettivamente del 2005 e del 2007. Eppure, quest'ultimissima serie riesce a far parlare di sé, forse oscurando la precedente versione giapponese del 1996 (ormai difficile da reperire) e anche la serie coreana che ha lasciato il tempo che trova nella memoria degli spettatori. Sarà per il tocco di modernità, per la fotografia luminosa aiutata da delle discrete ambientazioni, comunque sia "Mischievous kiss - Love in Tokyo" ha catturato l'attenzione, tanto da confermare una seconda stagione che si impegnerà a narrare le vicende matrimoniali di Kotoko e Irie. Non posso dire di aspettare con ansia il proseguo, ma darò un'occasione a questa nuova serie sperando che a livello narrativo ci siano miglioramenti come si erano ravveduti negli ultimi episodi del drama.