Recensione
Tales of the Abyss
5.0/10
"Tales of the Abyss" è un anime fantasy uscito nel 2008 che riprende il gioco per PS2. Premetto che non avendo giocato al videogame il mio giudizio è privo di tipica nostalgia e per questo forse anche più oggettivo rispetto alle recensioni che mi hanno portato alla visione.
L'anime parte bene, la storia si incentra su Luke Fon Fabre, giovane rampollo del Regno di Kimlaska destinato a regnare. Inizialmente lo si conosce come ragazzo viziato e superficiale, ma le varie peripezie e la consapevolezza del suo passato dimenticato lo aiuteranno a maturare. Sullo sfondo il Pianeta Auldrant, un mondo che si poggia sulla presenza dei Fonim, ovvero gli elementi che lo compongono e lo governano; sette in tutto, di cui uno, lo Score, governa la vita di tutti gli abitanti, poiché la lettura e comprensione dei cristalli che lo racchiudono detta il destino degli abitanti di Auldrat.
Le premesse ci sono tutte, una buona ambientazione, una buona trama, dei personaggi discreti e ben ventisei episodi per la narrazione. Peccato che nulla di quello che ci si aspetterebbe avviene, la narrazione è sempre confusionaria, i personaggi non vengono mai analizzati fino in fondo e si viene trascinati in una serie di avvenimenti a ritmo folle senza che lo spettatore possa godersi la visione. La velocità di narrazione influisce negativamente praticamente su tutto ciò che ci sarebbe di buono, arrivando persino a comprimere interi viaggi tra continenti, che avvengono tra uno screen e l'altro delle singole puntate. Le informazioni sul mondo di Auldrat, anche complesse e segno di un buon concept, ci vengono letteralmente sparate contro senza che si abbia la possibilità di digerirle e comprenderle. Stessa cosa per la trama: le avventure e i colpi di scena si susseguono così velocemente che ricordarsi ciò che è accaduto solo poche puntate prima diventa un'impresa titanica, a scapito ovviamente della profondità dei personaggi e dell'ambientazione, per altro potenzialmente molto bella.
Nota invece positiva la colonna sonora assolutamente degna di nota, e il reparto grafico che regala colori accesi e ottimi disegni. Le scene di azione sono molto brevi e sporadiche, se si pensa al genere fantasy, ma tutte di buona fattura.
Il finale dell'opera migliora un po' il giudizio, ma non è sufficiente per bilanciare un'opera che risulta approssimativa e confusionaria. Immagino che chi abbia giocato al videogame possa meglio apprezzare la storia, in quanto riesce a colmare le lacune dell'anime, ma ciò non giustifica lo sceneggiatore, che a mio modesto avviso avrebbe dovuto forse sacrificare qualche evento a beneficio della linearità e della godibilità della trama.
In conclusione, un anime che mi ha deluso per le grandi potenzialità inespresse, che merita di essere visto o dagli amanti del genere o dai nostalgici del gioco.
L'anime parte bene, la storia si incentra su Luke Fon Fabre, giovane rampollo del Regno di Kimlaska destinato a regnare. Inizialmente lo si conosce come ragazzo viziato e superficiale, ma le varie peripezie e la consapevolezza del suo passato dimenticato lo aiuteranno a maturare. Sullo sfondo il Pianeta Auldrant, un mondo che si poggia sulla presenza dei Fonim, ovvero gli elementi che lo compongono e lo governano; sette in tutto, di cui uno, lo Score, governa la vita di tutti gli abitanti, poiché la lettura e comprensione dei cristalli che lo racchiudono detta il destino degli abitanti di Auldrat.
Le premesse ci sono tutte, una buona ambientazione, una buona trama, dei personaggi discreti e ben ventisei episodi per la narrazione. Peccato che nulla di quello che ci si aspetterebbe avviene, la narrazione è sempre confusionaria, i personaggi non vengono mai analizzati fino in fondo e si viene trascinati in una serie di avvenimenti a ritmo folle senza che lo spettatore possa godersi la visione. La velocità di narrazione influisce negativamente praticamente su tutto ciò che ci sarebbe di buono, arrivando persino a comprimere interi viaggi tra continenti, che avvengono tra uno screen e l'altro delle singole puntate. Le informazioni sul mondo di Auldrat, anche complesse e segno di un buon concept, ci vengono letteralmente sparate contro senza che si abbia la possibilità di digerirle e comprenderle. Stessa cosa per la trama: le avventure e i colpi di scena si susseguono così velocemente che ricordarsi ciò che è accaduto solo poche puntate prima diventa un'impresa titanica, a scapito ovviamente della profondità dei personaggi e dell'ambientazione, per altro potenzialmente molto bella.
Nota invece positiva la colonna sonora assolutamente degna di nota, e il reparto grafico che regala colori accesi e ottimi disegni. Le scene di azione sono molto brevi e sporadiche, se si pensa al genere fantasy, ma tutte di buona fattura.
Il finale dell'opera migliora un po' il giudizio, ma non è sufficiente per bilanciare un'opera che risulta approssimativa e confusionaria. Immagino che chi abbia giocato al videogame possa meglio apprezzare la storia, in quanto riesce a colmare le lacune dell'anime, ma ciò non giustifica lo sceneggiatore, che a mio modesto avviso avrebbe dovuto forse sacrificare qualche evento a beneficio della linearità e della godibilità della trama.
In conclusione, un anime che mi ha deluso per le grandi potenzialità inespresse, che merita di essere visto o dagli amanti del genere o dai nostalgici del gioco.