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Mi spiace abbassare la media del film, ma l'ho trovato riuscito soltanto a metà. Ci sono molti momenti suggestivi, a tratti davvero poetici, delle canzoni piacevoli, un personaggio interessante (Hilda), delle scelte registiche notevoli (e molto intelligenti, per sfruttare al meglio le scarse possibilità di animazione dovute a un budget relativamente ristretto e a una produzione travagliata). Tuttavia, questi elementi positivi secondo me non arrivano a colmare il grosso - e grave - difetto di fondo di questo film, la sceneggiatura: per una buona metà è un'accozzaglia di scene un po' sconclusionate.

Se si riassume la trama, sembra di leggere una fiaba abbastanza tradizionale e direi anche piacevole: Horus, dopo aver estratto una spada magica dal corpo di un gigante di pietra e dopo la morte del padre, arriva in un villaggio minacciato da un demone malvagio, Grünwald (lo stesso che aveva distrutto il villaggio di Horus e di suo padre, quando il nostro eroe era bambino). Horus dovrà salvare il villaggio da varie peripezie e sconfiggere il perfido Grünwald. Nel mezzo di queste vicende incontrerà Hilda, una ragazza misteriosa, che avrà un ruolo centrale nel resto della vicenda.

Bene, la trama sembrerebbe abbastanza essenziale, come ci si aspetta da un film per giovani, peccato che nelle sue varie parti sia sviluppata in maniera assolutamente incoerente. Il film si apre con Horus che combatte un branco di lupi, subito dopo ottiene la spada dal gigante, in un nano secondo torna alla capanna del padre, personaggio che muore in mezzo minuto, nel minuto successivo Horus incontra il grande cattivo Grünwald, che afferma di aver sentito molto parlare "delle sue imprese" (quali imprese? noi lo abbiamo visto mezza volta combattere contro il branco di lupi di Grünwald). Dopodiché Horus arriva al villaggio e inizia ad aiutare i poveri disperati che lo abitano. Fin qui tutto bene, rientra nella logica dell'eroe generoso. Il primo problema è un gigantesco luccio che impedisce l'afflusso dei pesci al fiume vicino al villaggio. Horus risale il fiume e lo uccide. Ok, ma come impediva il luccio il passaggio dei pesci? Non si sa (o non l'ho capito io?). Tra le altre peripezie del villaggio c'è quella che credo sia una delle scene più famose: l'assalto dei lupi. Vediamo decine di migliaia di lupi riversarsi su un villaggetto di quattro anime. Tutti combattono valorosamente contro il branco infuriato e quando tutto è finito sembra che il villaggio abbia solo qualche capanna rotta. Tutto qui? Saranno veramente migliaia i lupi che scendono dalle colline! Non dico un morto (anche se dovrebbero essere morti tutti o quasi!), ma almeno qualche ferito... Diciamo che la trama inizia a poter essere considerata tale quando compare e si inserisce nella storia il personaggio di Hilda, una ragazza misteriosa dalla bellissima voce, incontrata da Horus in un villaggio abbandonato.

Hilda è fondamentalmente l'unico personaggio che faccia qualcosa avendoci pensato.

Da un film del genere non mi aspetto una grande caratterizzazione dei personaggi, ma almeno mi aspetto che questi ultimi si possano definire tali. Purtroppo non è così. A parte Hilda, gli altri personaggi - compreso Horus - non hanno praticamente nessun tipo di caratterizzazione. Horus sembra non pensare mezzo secondo, fa tutto in maniera fin troppo meccanica. Il cattivo è quanto di più stereotipato possa esistere (nel senso peggiore del termine; in confronto la regina di Biancaneve è un personaggio complesso). Gli stereotipi della fiaba, volendo anche con personaggi monolitici (il cattivo freddo e spietato, l'eroe bello, buono e coraggioso, la fanciulla malinconica), possono ben funzionare se sfruttati sapientemente. Purtroppo questo non è il caso.

Nel complesso "La grande avventura di Horus, il principe del Sole" è per buona parte del film un insieme di scene una dietro l'altra, legate tra di loro da una logica pressoché inesistente. Trovo che per un film d'animazione del 1968 sia una pecca gravissima. In confronto "Biancaneve e i sette nani" (1938), che offriva una sceneggiatura molto esigua e lineare, sembra un'opera complessa (e sicuramente meglio scritta e pensata).

Tra gli aspetti positivi del film sottolineerei il grande sforzo, sia della regia, sia della direzione artistica, di sfruttare nella maniera più intelligente possibile le scarse possibilità offerte da un'animazione molto limitata e contenuta. Ci sono numerose scelte in tal senso che risultano davvero eleganti e ben pensate. In particolare trovo che siano ben riuscite le scene di festa al villaggio, complici anche le canzoni evocative di Hilda, che aggiungono al tutto un tocco di poesia. Le musiche si fanno apprezzare, pur senza essere indimenticabili. Il doppiaggio originale non è gran cosa: una recitazione assolutamente sovraccarica e monolitica (Horus grida soltanto, qualsiasi cosa debba dire e sempre con le stesse intenzioni).

Sul doppiaggio italiano non saprei cosa dire, visto che ho guardato direttamente il film in giapponese, nell'edizione in DVD uscita in Francia (l'unica, a quanto so, a proporre l'originale formato in 16:9, che permette di godere degli scenari in tutta la loro completezza).

Probabilmente, se avessi visto il film da bambino, oggi potrei giudicarlo più positivamente, grazie all'effetto nostalgia. Vedendolo direttamente con gli occhi di un adulto, non ho potuto che notare la pecca più grave che possa esserci nei "film fiaba": la mancanza di una linearità semplice e diretta. "Horus" è dunque un film scombinato; in un momento in cui la cinematografia in generale stava per sviluppare grandi innovazioni nel campo della sceneggiatura (siamo a un passo dagli anni Settanta), "Horus" non riesce a essere nemmeno un film d'impostazione tradizionale, risultando - come già detto - una poco riuscita cucitura di scene mal collegate.