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Un'opera immensa uscita dalla mente di Mamoru Oshii, sì, questo è "Patlabor 2: The Movie".
Spesso i fan del brand si sentono presi in giro o addirittura "disconoscono" questo film, perché è totalmente diverso dall'opera originale, sia anime che manga. Infatti il vero protagonista è Goto e non più Izumi o Shinoara. Quando dicono che il vero "Patlabor" non è questo hanno ragione, ma il vero "Patlabor" non è un capolavoro, mentre "Patlabor 2" lo è!
Quindi Oshii, abbandonando ogni mood e stilema tipico di "Patlabor" fino a quel momento, tira fuori un film importantissimo per la sua poetica. Questo rappresenta una delle basi evolutive della poetica di Oshii successive a "Lamù-Beatiful Dreamer", il suo primo capolavoro. Non a caso "The Sky Crawlers" rappresenta la somma di due opere oshiiane, "Patlabor 2" e "Ghost in the Shell", dove troviamo una finta guerra con annesse speculazioni sul reale e virtuale/digitale (in pratica televisiva, un teatro). Se in "Ghost in the Shell" si parla della dicotomia reale-virtuale, qui in "Patlabor 2" Oshii affronta la sottile differenza tra finta pace e finta guerra: sono la stessa cosa, perché entrambe porteranno all'eterno ciclo guerra-finta pace/finta guerra-guerra in cui l'essere umano sembra inscritto. "La guerra è una conseguenza di una finta pace, ma un pace basata sull'inganno contiene già i semi di un'altra guerra che scoppierà non appena questi saranno fioriti."

Per tutto il film si ha la sensazione che sta per succedere qualcosa, e la paura del rischio penetra la nostra mente come succedeva durante la Guerra Fredda oppure durante "la Guerra Mondiale nascosta" in Bosnia, a cui sicuramente Oshii fa riferimento.
Gli uccelli simboleggiano lo spettatore, ma anche i personaggi del film, perché è risaputo che quando sta per succedere qualcosa di pericoloso gli animali lo avvertono prima; ma gli uccelli non scappano via, sono sempre lì, anzi accompagnano l'elicottero e il dirigibile nel volo, e questo vuol significare che nemmeno loro sanno cosa sta per accadere, proprio come noi. Oshii sfrutterà questa unione uccello-elicottero anche in "Seraphim 266613336 Wings" assieme a Kon, lo stesso Satoshi Kon che è qui presente in uno dei suoi primi lavori in animazione come layout, un annetto dopo. Volevo arrivare a dire che l'autorialità di Oshii è qui riconoscibilissima, infatti lui usa tratti registici tipici del suo operato passato e futuro, come i lunghi silenzi e le inquadrature statiche, la classica inquadratura dall'alto nell'ascensore, l'uso di grandangoli e anche inquadrature grandangolari facciali, tipiche anche del già citato "The Sky Crawlers". Oshii dà nuovamente libero sfogo al suo estro, raggiungendo, o forse già l'aveva raggiunto con "Tenshi no Tamago", un virtuosismo registico elevatissimo. Chi non rimane pietrificato dalla scena in cui Arakawa e Goto discutono sulla finta pace con le voci fuori campo oppure la lunga scena fatta di silenzi che dà inizio a questa "guerra", mentre l'elicottero si specchia nei grattacieli? Per non parlare dell'uso della steady camera quando mostrano al PC il lotto 18. Una regia che sovrasta tutto il resto, lo maschera. Allo stesso modo si può parlare di Tsuge, il terrorista, dato che secondo Goto queste azioni sono il frutto "di un terrorismo mascherato da colpo di Stato". Il tutto si svolge in una situazione politica e militare fatta di finzione, dove i rappresentanti sono corrotti e le informazioni mediatiche creano sono confusione, portando la realtà in un abisso dove a quel punto sarebbe difficile uscirne, ma una delle persone illuminate di questo film, Shinobu - colei che viaggia nella realtà, non come gli uomini "che cercano di fare ciò che non può nemmeno Dio", presente nella mente di ogni umano, sfociando quindi nell'irrazionalità o irreale - si autoproclama fuori dalla corruzione nella conferenza con la seguente frase: "Il cancro ha raggiunto i vertici". Oshii rappresenta il terrorista, "colui che sta mettendo in scena una specie di recita, una rappresentazione in cui è produttore, sceneggiatore e protagonista"; protagonista, proprio così, nel senso che la sua regia oscura tutto il resto, e con questo non voglio dire che la brillante e complessa sceneggiatura di Ito non sia ottima, oppure il design e le musiche, ma Oshii sa bene che in un film ciò che conta è la regia. Però non importa quanto costi il primo piatto, in un ristorante pagherai anche il contorno e le bibite, per questo motivo parlerò in poche righe degli altri aspetti.

Kenji Kawaii non è un grande compositore, ma un grande "accompagnatore", le sue musiche sono adatte e funzionali in ogni momento al lavoro svolto da Oshii, ecco perché è diventato un fedele compagno di Mamoru...
Sul character design e animazioni c'è poco da dire, sono vicinissime al top dell'animazione tradizionale, che sarà raggiunto due anni dopo con "Ghost in the Shell". Esse donano quel realismo e dettaglio eccezionale utile all'opera.

<b>Attenzione: questa parte contiene spoiler</b>

Prima del finale si ritorna al discorso sulla finzione, quando il dirigibile che fa da esca, avente un gas finto, instilla ora la paura di un eventuale attacco, perché a quel punto ti chiedi se ci sia davvero qualcosa nell'altro dirigibile: è un chiaro riferimento alla paura della bomba, ma come diceva il Dr. Stranamore, "impara ad amarla!".
Il film si chiude con lo sventato attentato grazie alla sezione nove - ehm, seconda sezione - e la cattura di Tsuge per mano di Shinobu con tanto di ri-prova che lei è quella con i piedi per terra.
"La città vista da qui sembra uno scenario irreale, non trovi? No, non posso dimenticare che è abitata...", mentre lui alla fine si affida a Dio, quello vero (non mentale), lasciando la sua ultima speranza al destino. Ci sarebbe anche qualcosa da dire sui giovani entusiasti descritti da Goto come chiaro riferimento al post guerra, ma basta così. La scena finale con il dirigibile con su scritto "Ultima Ratio" non poteva essere più azzeccata.

<b>Fine parte contenente spoiler</b>

Il voto sarebbe 9.5, che arrotondo per eccesso.