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Eccoci davanti all'ennesimo caso di potenziale sprecato. "Sword Art Online", prodotto dalla A1 Pictures ("Blue Exorcist" e "Fairy Tail") e derivato dalla novel di Reki Kawahara, si propone come uno shonen survival all'interno di un videogame fantasy dove si combatte con spade e altre armi medievali... una storia epica pensereste, no? Purtroppo, le pessime scelte dell'autore e la scarsa caratterizzazione dei personaggi hanno portato molte persone a odiare quest'opera e a ritenerla penosa. Purtroppo, non posso contraddirli. In "Sword Art Online", dopo i primi due episodi a mio parere molto interessanti, la storia si perde in fanservice e filler, "proprio così, perché di filler si tratta". Infatti gli episodi dal 3 al 6/7 sono derivati dal secondo libro dell'autore, il quale racconta episodi accaduti a Kirito durante il corso del primo libro, ma che non sono stati spiegati per dare più fluidità alla trama. Altro punto dolente: i combattimenti. Sebbene all'inizio ci avevano fatto gustare un combattimento con animazioni eccezionali e completo, andando avanti nella storia ne vedremo sempre meno, e alcuni addirittura saltati "dalla scena iniziale del combattimento a quella finale". Ciò porta a far storcere il naso allo spettatore, che si aspettava una serie ricca di battaglie a suon di spade e mostri. Intorno all'episodio 10/11, dopo due combattimenti finalmente di tutto rispetto, si arriva a una parte nera e cupa dell'anime, sempre presente nel secondo libro dell'opera. A quel punto, la storia cambia totalmente di tonalità e, al posto di avere uno scenario cupo pieno di morte, abbiamo uno slice of life nella campagna, con i protagonisti che badano a una bambina, pescano mostri abnormi nel laghetto e si fanno le loro scampagnate.

La seconda parte della storia ha un ulteriore calo di qualità, con un'ambientazione mielosa e un'aria da shoujo fantasy, ben lontano dalle premesse dello shonen cupo iniziale. Nonostante abbia fatto letteralmente schifo a molte persone, "Sword Art Online" per me rimane un prodotto nella media, gustabile da chi non si è fatto molte aspettative e in grado di trasmettere qualche piccola emozione durante tutta la serie.

I personaggi di "Sword Art Online", nonostante il bel design, sono banali e stereotipati. Lo stesso protagonista non ha più personalità di un fantoccio. Le animazioni dello studio A1 Pictures sono eccellenti, raramente peccano di qualità, e ciò è un buon punto a favore di "Sword Art Online"; che eccelle anche nel comparto audio, con le opening di LISA e Eir Aoi e una soundtrack d'eccezione. I disegni sono buoni, in bello stile che si adatta al fanservice mostrato durante l'opera che, a parer mio, non dà noia e fa proseguire la narrazione con qualche risata.

Personalmente, avendo ricevuto un commento negativo su "Sword Art Online" prima di vederlo, sono rimasto piacevolmente sorpreso dall'opera "nonostante i difetti già detti" e mi sono appassionato alla novel che ha già superato i dieci volumi, con materiale a sufficienza per altre tre o quattro serie animate. Molte sono le differenze fra anime e novel, soprattutto nelle scene tagliate che potevano rivelarsi interessanti animate.
Voto: 5.5