Recensione
Akame ga Kill!
6.0/10
Recensione di Metal_Movie90
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Mi duole scrivere questa recensione (e soprattutto assegnare quel voto) ma mi ritrovo costretto a farlo. Questo anime è una grossa, grossissima delusione per quanto mi riguarda. Per poterne parlare adeguatamente devo fare una premessa sull'opera originale, da cui è stato tratto.
"Akame Ga Kill!" (il manga, tutt'ora in corso) è stato un vero colpo di fulmine: iniziato per caso e partito un po' a rilento, si è rivelato uno degli shonen più appassionanti e coinvolgenti degli ultimi anni (ora come ora occupa il trono di mio battle shonen preferito assieme ad Hunter x Hunter); nonostante abbia parecchi difetti, l'autore (Takahiro) ha dimostrato di avere le idee chiare e (finora!) è riuscito a non cadere in molte delle trappole che affliggono gli shonen più blasonati: leggasi combattimenti interminabili e basati su power up inutili e forzati, villain che vengono redenti e convertiti dal messianico protagonista di turno (qualcuno ha detto Naruto?), tutti difetti che in "Akame Ga Kill!" sono assenti, o presenti in piccola parte. La trama non è nulla di eccezionale, si sviluppa in maniera abbastanza lineare e non ci sono plot twist incredibili, tuttavia quello che tiene incollati alle vicende è la totale assenza di certezze per quel che riguarda le sorti dei personaggi, totalmente imprevedibili (consiglio: non affezionatevi troppo ad essi, un po' come in "Game of Thrones"); imprevedibilità che è aumentata anche dal fatto che più e più volte risulta difficile distinguere tra buoni e cattivi, tra giusto e sbagliato.
Questo a grandi linee è ciò che penso del manga (che recensirò una volta terminato, non mi piace dare pareri definitivi su opere ancora in corso); adesso purtroppo devo passare all'anime, e arrivano le note dolenti.
Anzi, forse è meglio partire dalle (poche) note positive. Tecnicamente è molto buono (non eccellente, ma ci si accontenta), si apprezza soprattutto l'uso ridotto della CGI ed i combattimenti sono resi molto bene. Il setting ed i personaggi sono stati adattati molto fedelmente, peccato solo che i colori accesi rovinano un po' l'atmosfera più "cupa" delle tavole originali di Tashiro Tetsuya, che ben si sposa con le vicende del manga, anche perché è presente una discreta dose di censura (non troppo fastidiosa) che attenua la potenza di alcune scene e combattimenti. Infine, la colonna sonora non è male, molti pezzi mi sono piaciuti e danno un boost incredibile soprattutto nei combattimenti, e ho apprezzato la prima sigla d'apertura.
Passiamo adesso ai tre aspetti che rendono l'anime di "Akame Ga Kill!" di gran lunga inferiore al manga. Il primo è l'adattamento della storia: i primi diciotto episodi sono molto fedeli all'opera originale, ma il problema di fondo è il ritmo. Ho trovato quest'ultimo troppo frettoloso, in questi episodi infatti sono riassunte molte vicende e, a causa degli inevitabili tagli (soprattutto dialoghi di intermezzo tra i protagonisti), non si fa in tempo a metabolizzare la fine di una saga che già inizia quella successiva. A farne le spese è anche il bilanciamento tra il lato più goliardico/demenziale e quello più serio/riflessivo (già abbastanza precario nel manga), troppo sbilanciato a favore del primo.
Il secondo è collegato direttamente al primo e riguarda come hanno reso Esdeath, il mio personaggio preferito, e qui (anche se lo detesto) devo fare inevitabilmente degli spoiler per poterne parlare adeguatamente. Ci sono rimasto molto male infatti quando l'anime ha attenuato (per non dire glissato) le scene che illustrano il suo lato più sadico/violento/autoritario. Questo non solo diminuisce parecchio il suo carisma (anche perché la doppiatrice che le hanno assegnato doveva avere un tono più deciso), ma annulla completamente il contrasto che si viene a creare col suo lato più romantico/femminile quando si innamora di Tatsumi, una delle cose che più mi ha lasciato di sasso leggendo il manga; a chi non ha letto quest'ultimo Esdeath sembrerà solo una svampita che sperimenta per la prima volta le pene di un amore impossibile. No, non ci siamo proprio.
Il terzo infine, e qui non dico nulla di nuovo, è legato agli ultimi sei-sette episodi, che adattano a modo loro gli ultimi capitoli del manga e concludono l'opera con un finale originale (per via della mancanza di materiale). Potrei dire qualsiasi cosa, ma mi limito a questo: quelle puntate sono un autentico trionfo del non-sense, il che detto per un anime che fa dell'esagerazione una delle sue caratteristiche principali assume particolare senso! Personaggi che parlano fra loro a centinaia di metri di distanza, personaggi che prima sono in una zona e poi subito in un'altra senza soluzione di continuità, personaggi che muoiono a caso e per i motivi più assurdi, sviluppo delle vicende frettolosissimo, dialoghi banali e pieni di retorica, power-up gratuiti... terribile davvero, e avrei potuto continuare. Gli spunti per un ottimo finale c'erano, è come li hanno gestiti il vero problema, speriamo che l'autore riesca a sfruttarli più degnamente nel manga.
Questo è quanto, perdonate la lunghezza ma questa recensione è anche una sorta di sfogo per una delle più grosse delusioni avute da qualche anno a questa parte. Do la sufficienza all'opera per non penalizzare troppo il materiale originale e perché comunque risulta un minimo godibile grazie al comparto tecnico. Per farvi capire, ora come ora al manga darei almeno 8.
Non consiglio questo anime a nessuno, perché la lettura del manga è obbligatoria e regala molte più soddisfazioni; se proprio volete, guardatelo dopo esservi messi in pari con quello, ma dovete essere ben consapevoli che il lavoro più recente dello studio White Fox non gli rende assolutamente giustizia.
"Akame Ga Kill!" (il manga, tutt'ora in corso) è stato un vero colpo di fulmine: iniziato per caso e partito un po' a rilento, si è rivelato uno degli shonen più appassionanti e coinvolgenti degli ultimi anni (ora come ora occupa il trono di mio battle shonen preferito assieme ad Hunter x Hunter); nonostante abbia parecchi difetti, l'autore (Takahiro) ha dimostrato di avere le idee chiare e (finora!) è riuscito a non cadere in molte delle trappole che affliggono gli shonen più blasonati: leggasi combattimenti interminabili e basati su power up inutili e forzati, villain che vengono redenti e convertiti dal messianico protagonista di turno (qualcuno ha detto Naruto?), tutti difetti che in "Akame Ga Kill!" sono assenti, o presenti in piccola parte. La trama non è nulla di eccezionale, si sviluppa in maniera abbastanza lineare e non ci sono plot twist incredibili, tuttavia quello che tiene incollati alle vicende è la totale assenza di certezze per quel che riguarda le sorti dei personaggi, totalmente imprevedibili (consiglio: non affezionatevi troppo ad essi, un po' come in "Game of Thrones"); imprevedibilità che è aumentata anche dal fatto che più e più volte risulta difficile distinguere tra buoni e cattivi, tra giusto e sbagliato.
Questo a grandi linee è ciò che penso del manga (che recensirò una volta terminato, non mi piace dare pareri definitivi su opere ancora in corso); adesso purtroppo devo passare all'anime, e arrivano le note dolenti.
Anzi, forse è meglio partire dalle (poche) note positive. Tecnicamente è molto buono (non eccellente, ma ci si accontenta), si apprezza soprattutto l'uso ridotto della CGI ed i combattimenti sono resi molto bene. Il setting ed i personaggi sono stati adattati molto fedelmente, peccato solo che i colori accesi rovinano un po' l'atmosfera più "cupa" delle tavole originali di Tashiro Tetsuya, che ben si sposa con le vicende del manga, anche perché è presente una discreta dose di censura (non troppo fastidiosa) che attenua la potenza di alcune scene e combattimenti. Infine, la colonna sonora non è male, molti pezzi mi sono piaciuti e danno un boost incredibile soprattutto nei combattimenti, e ho apprezzato la prima sigla d'apertura.
Passiamo adesso ai tre aspetti che rendono l'anime di "Akame Ga Kill!" di gran lunga inferiore al manga. Il primo è l'adattamento della storia: i primi diciotto episodi sono molto fedeli all'opera originale, ma il problema di fondo è il ritmo. Ho trovato quest'ultimo troppo frettoloso, in questi episodi infatti sono riassunte molte vicende e, a causa degli inevitabili tagli (soprattutto dialoghi di intermezzo tra i protagonisti), non si fa in tempo a metabolizzare la fine di una saga che già inizia quella successiva. A farne le spese è anche il bilanciamento tra il lato più goliardico/demenziale e quello più serio/riflessivo (già abbastanza precario nel manga), troppo sbilanciato a favore del primo.
Il secondo è collegato direttamente al primo e riguarda come hanno reso Esdeath, il mio personaggio preferito, e qui (anche se lo detesto) devo fare inevitabilmente degli spoiler per poterne parlare adeguatamente. Ci sono rimasto molto male infatti quando l'anime ha attenuato (per non dire glissato) le scene che illustrano il suo lato più sadico/violento/autoritario. Questo non solo diminuisce parecchio il suo carisma (anche perché la doppiatrice che le hanno assegnato doveva avere un tono più deciso), ma annulla completamente il contrasto che si viene a creare col suo lato più romantico/femminile quando si innamora di Tatsumi, una delle cose che più mi ha lasciato di sasso leggendo il manga; a chi non ha letto quest'ultimo Esdeath sembrerà solo una svampita che sperimenta per la prima volta le pene di un amore impossibile. No, non ci siamo proprio.
Il terzo infine, e qui non dico nulla di nuovo, è legato agli ultimi sei-sette episodi, che adattano a modo loro gli ultimi capitoli del manga e concludono l'opera con un finale originale (per via della mancanza di materiale). Potrei dire qualsiasi cosa, ma mi limito a questo: quelle puntate sono un autentico trionfo del non-sense, il che detto per un anime che fa dell'esagerazione una delle sue caratteristiche principali assume particolare senso! Personaggi che parlano fra loro a centinaia di metri di distanza, personaggi che prima sono in una zona e poi subito in un'altra senza soluzione di continuità, personaggi che muoiono a caso e per i motivi più assurdi, sviluppo delle vicende frettolosissimo, dialoghi banali e pieni di retorica, power-up gratuiti... terribile davvero, e avrei potuto continuare. Gli spunti per un ottimo finale c'erano, è come li hanno gestiti il vero problema, speriamo che l'autore riesca a sfruttarli più degnamente nel manga.
Questo è quanto, perdonate la lunghezza ma questa recensione è anche una sorta di sfogo per una delle più grosse delusioni avute da qualche anno a questa parte. Do la sufficienza all'opera per non penalizzare troppo il materiale originale e perché comunque risulta un minimo godibile grazie al comparto tecnico. Per farvi capire, ora come ora al manga darei almeno 8.
Non consiglio questo anime a nessuno, perché la lettura del manga è obbligatoria e regala molte più soddisfazioni; se proprio volete, guardatelo dopo esservi messi in pari con quello, ma dovete essere ben consapevoli che il lavoro più recente dello studio White Fox non gli rende assolutamente giustizia.