Recensione
Sakurasou no Pet na Kanojo
9.0/10
Recensione di Moscow-Reggio
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"Sakurasou no Pet na Kanojo", ovvero "La ragazza-cucciolo del Sakurasou": un titolo inoffensivo, che nei primissimi episodi conferma questa inoffensività, poiché, seppur tra buone gag, appare come la più classica e scontata delle commedie scolastiche.
In sintesi, Sorata Kanda è un normalissimo studente che vive temporaneamente nel dormitorio Sakurasou, in cui alloggiano invece altri studenti decisamente fuori dall'ordinario; un giorno arriva qui la bella Mashiro Shiina, studente d'arte dal talento smisurato che però non sa minimamente prendersi cura di sé: così Sorata si ritrova a doverla accudire in ogni cosa, persino il vestire. Questo l'incipit della storia, che farebbe pensare a un'insulsa commedia piena di forzature ed ecchi. Ma, come detto, questo è solo l'incipit e, come tutti i grandi anime, "Sakurasou no Pet na Kanojo" inizia a distaccarsi dal contesto introduttivo dopo pochissimi episodi e inizia gradualmente a spiccare il volo rivelando le proprie intenzioni e introducendo i veri temi che caratterizzeranno la serie dall'inizio alla fine.
L'anime in particolare spicca il volo grazie a un cast di personaggi unico sotto ogni punto di vista: pur partendo da alcuni stereotipi (il donnaiolo, il "normale", l'estroversa un po' pervertita, il nerd informatico che non esce mai, la brava ragazza, la bella professoressa in cerca di marito), ogni personaggio si arricchisce di sfumature e caratterizzazione che lo rendono assolutamente unico. Il motore di tutto l'anime sono proprio loro, i personaggi, all'apparenza strampalati all'inverosimile (in linea con una certa tendenza del genere secondo cui una maggiore eccentricità rende i personaggi meglio caratterizzati), ma che sotto la superficie nascondono i propri drammi, grandi o piccoli che siano, le proprie insicurezze, i propri sentimenti, buoni o cattivi che siano: da questo punto di vista pochissimi altri anime vantano una gamma di situazioni così realistiche e una caratterizzazione così eterogenea e "umana" come quella dei personaggi di questo anime, in netta contrapposizione con l'eccentricità è la "sovrumanità" che circonda all'inizio la gran parte di loro. Misaki, Jin e Ryounosuke sono straordinari, molto probabilmente i personaggi migliori, e vi entreranno nel cuore, ma anche i due "normali" Sorata e Nanami si fanno apprezzare molto: la seconda è innamorata del primo ed è costretta a lavorare sempre per mantenersi e pagarsi gli studi da sola a causa di screzi col padre; appare forte, testarda e non si affida agli altri, ma in almeno due occasioni mostrerà tutta la sua fragilità. Il primo, il protagonista, colpisce per la sua grande umanità: è un ragazzo di buon cuore che però, misurandosi con gente molto più dotata, non sa che strada prendere, tenta e purtroppo fallisce, si rialza, ci riprova, fallisce ancora e dopo lo sconforto si rialza. Lui e Nanami sono certamente due personaggi in cui tutti si possono riconoscere per la loro estrema verosimiglianza; e se da una parte loro soffrono la mancanza di talenti particolari, soprattutto Sorata, dall'altra Misaki e Ryo soffrono per il motivo opposto: ovvero sono talmente dotati da rimanere soli, sia perché la loro eccentricità li porta a isolarsi nel proprio mondo, sia perché gli altri, gelosi del loro talento, tendono a isolarli.
Questi sono i temi cardine per quasi tutto l'anime: le differenze tra persone, la gelosia verso qualcuno più dotato, l'esclusione e la solitudine di quest'ultimo, il complesso di inferiorità, la ricerca della propria identità, la delusione e la rabbia per il fallimento, la paura di non farcela e l'amarezza che ne deriva di non essere mai abbastanza (bravo, intelligente, dotato...). Eppure, nonostante la loro diversità, questi sei ragazzi, più la professoressa, sapranno stringere tra loro un'amicizia di rara intensità, troveranno negli altri coinquilini amici sinceri e dimostreranno quali cose straordinarie sono capaci di fare insieme, prima al festival scolastico e poi, soprattutto, nell'arco finale, in cui capiranno l'importanza del trovare e difendere un luogo, che sia fisico (il Sakurasou) o figurato (gli inquilini del Sakurasou), magari imperfetto ma caldo, accogliente e familiare, in cui sono conservati i loro ricordi, in cui costruirne di nuovi e che potranno chiamare "casa" (o "famiglia"). Il modo con cui questo anime riesce a raccontare e comunicare le vicissitudini di questi sei ragazzi è straordinario, alternando momenti di forte pathos e drammaticità a momenti decisamente leggeri e divertenti, e come ho ribadito difficilmente si potrà trovare un anime più "umano" di questo.
Ho scritto di sei ragazzi, professoressa esclusa, che compongono il cast principale, ma ne ho citati cinque... Perché poi c'è lei, la "ragazza-cucciolo", la bellissima Mashiro Shiina, che merita una sezione a parte. Lei è di gran lunga la più dotata, è una pittrice di sedici anni il cui precocissimo talento è riconosciuto a livello mondiale, che però si trasferisce in Giappone dall'Inghilterra per intraprendere la carriera di mangaka; una ragazza che ha sempre e solo dipinto, talmente brava e dedita a questo che non sa fare altro, neanche mettersi le mutandine e prendersi minimamente cura di sé; vive completamente fuori dalla realtà, chiusa nel proprio mondo in cui esiste solo il disegno; una forma particolare di autismo, senza dubbio, tesi rafforzata dal fatto che non riesce minimamente a capire i sentimenti delle persone: è talmente al di sopra degli altri, nel proprio universo, da non riuscire a capire cosa fosse il sentimento di gelosia che Rita, sua unica amica in Inghilterra e pittrice, provava per lei; per questo suo essere così "oltre", non solo non comprende gli altri, ma li ferisce senza volere, e anche lei è costante vittima di un isolamento da parte di tutti. Eppure anche Mashiro durante questa serie inizia a conoscere sentimenti nuovi: anzitutto grazie al fatto che al Sakurasou nessuno la isolerà e anzi conoscerà amici veri che la accetteranno senza riserve, ma soprattutto grazie a Sorata, per il quale inizierà a provare delle cose che non aveva mai provato prima, che non comprende e che inizieranno a cambiare alcune sue priorità, ad aprire delle fessure nel suo guscio e a farla avvicinare piano piano agli altri. Mashiro è dolcissima, è uno di quei personaggi di cui è impossibile non innamorarsi.
Insomma, questo è un anime da vedere e rivedere, che va in crescendo e che raggiunge il picco negli ultimi cinque episodi, dal 19 al 24, in cui sarà impossibile rimanere impassibili. La serie animata adatta i primi sei volumi della light novel da cui è tratta, light novel che si è da poco conclusa col tredicesimo volume, quindi una seconda stagione da ventisei episodi sarebbe l'ideale per chiudere in bellezza questa serie che già si è affermata come un'opera di rilievo del genere non solo per la sua bellezza, ma anche per una certa influenza, visto che, sebbene sia molto recente, ha già ispirato altre opere che le sono seguite, basti pensare a "Bokura wa Minna Kawaiisou" o, in misura molto minore, "Silver Spoon": il primo è un anime del 2014 tratto da un manga iniziato nel 2010, comunque posteriore a "Sakurasou", la cui prima light novel risale al gennaio 2010; il secondo è un manga del 2011 di Sua Maestà Hiromu Arakawa, da cui è stato tratto un anime nel 2014, ed entrambe sono opere validissime. Lo slice of life scolastico/sentimentale il cui contesto di base è il dormitorio/studentato in cui convivono personaggi particolarmente eccentrici e strambi non sembra chissà quale innovazione, perché, sebbene temi, genere e tipologia di personaggi siano del tutto diversi, certe idee di base le pose già "Maison Ikkoku", mentre "Honey & Clover" è l'opera a cui "Sakurasou" vagamente assomiglia di più (con "Love Hina" invece trovo che non condivida praticamente nulla); tuttavia "Sakurasou" è un anime molto diverso da "Honey & Clover", innanzitutto per la tipologia dei personaggi e per le tematiche, ma in parte anche per il genere: la formula che adotta è del tutto differente, possiede in sé qualche elemento di rottura e dunque tra gli anime scolastici degli ultimi anni riesce a ritagliarsi uno spazio tutto suo, motivi per cui credo che da qui ad alcuni anni saranno molte altre le opere che prenderanno ispirazione, attingeranno a piene mani o carpiranno anche solo qualche idea da questo anime, soprattutto nel genere degli slice of life. E a tal proposito, un unico appunto: nella scheda dell'anime, alla sezione "Genere", togliete quell'"Ecchi" e aggiungeteci appunto "Slice of Life", perché "Sakurasou" è innanzitutto uno slice of life, mentre le scene ecchi si limitano ai primi episodi e sono anche poche e leggere.
Sul comparto tecnico nulla da dire, animazioni nella norma, i disegni sono carini, così come buono è il sonoro, soprattutto le sigle, sia opening che ending.
In sintesi, Sorata Kanda è un normalissimo studente che vive temporaneamente nel dormitorio Sakurasou, in cui alloggiano invece altri studenti decisamente fuori dall'ordinario; un giorno arriva qui la bella Mashiro Shiina, studente d'arte dal talento smisurato che però non sa minimamente prendersi cura di sé: così Sorata si ritrova a doverla accudire in ogni cosa, persino il vestire. Questo l'incipit della storia, che farebbe pensare a un'insulsa commedia piena di forzature ed ecchi. Ma, come detto, questo è solo l'incipit e, come tutti i grandi anime, "Sakurasou no Pet na Kanojo" inizia a distaccarsi dal contesto introduttivo dopo pochissimi episodi e inizia gradualmente a spiccare il volo rivelando le proprie intenzioni e introducendo i veri temi che caratterizzeranno la serie dall'inizio alla fine.
L'anime in particolare spicca il volo grazie a un cast di personaggi unico sotto ogni punto di vista: pur partendo da alcuni stereotipi (il donnaiolo, il "normale", l'estroversa un po' pervertita, il nerd informatico che non esce mai, la brava ragazza, la bella professoressa in cerca di marito), ogni personaggio si arricchisce di sfumature e caratterizzazione che lo rendono assolutamente unico. Il motore di tutto l'anime sono proprio loro, i personaggi, all'apparenza strampalati all'inverosimile (in linea con una certa tendenza del genere secondo cui una maggiore eccentricità rende i personaggi meglio caratterizzati), ma che sotto la superficie nascondono i propri drammi, grandi o piccoli che siano, le proprie insicurezze, i propri sentimenti, buoni o cattivi che siano: da questo punto di vista pochissimi altri anime vantano una gamma di situazioni così realistiche e una caratterizzazione così eterogenea e "umana" come quella dei personaggi di questo anime, in netta contrapposizione con l'eccentricità è la "sovrumanità" che circonda all'inizio la gran parte di loro. Misaki, Jin e Ryounosuke sono straordinari, molto probabilmente i personaggi migliori, e vi entreranno nel cuore, ma anche i due "normali" Sorata e Nanami si fanno apprezzare molto: la seconda è innamorata del primo ed è costretta a lavorare sempre per mantenersi e pagarsi gli studi da sola a causa di screzi col padre; appare forte, testarda e non si affida agli altri, ma in almeno due occasioni mostrerà tutta la sua fragilità. Il primo, il protagonista, colpisce per la sua grande umanità: è un ragazzo di buon cuore che però, misurandosi con gente molto più dotata, non sa che strada prendere, tenta e purtroppo fallisce, si rialza, ci riprova, fallisce ancora e dopo lo sconforto si rialza. Lui e Nanami sono certamente due personaggi in cui tutti si possono riconoscere per la loro estrema verosimiglianza; e se da una parte loro soffrono la mancanza di talenti particolari, soprattutto Sorata, dall'altra Misaki e Ryo soffrono per il motivo opposto: ovvero sono talmente dotati da rimanere soli, sia perché la loro eccentricità li porta a isolarsi nel proprio mondo, sia perché gli altri, gelosi del loro talento, tendono a isolarli.
Questi sono i temi cardine per quasi tutto l'anime: le differenze tra persone, la gelosia verso qualcuno più dotato, l'esclusione e la solitudine di quest'ultimo, il complesso di inferiorità, la ricerca della propria identità, la delusione e la rabbia per il fallimento, la paura di non farcela e l'amarezza che ne deriva di non essere mai abbastanza (bravo, intelligente, dotato...). Eppure, nonostante la loro diversità, questi sei ragazzi, più la professoressa, sapranno stringere tra loro un'amicizia di rara intensità, troveranno negli altri coinquilini amici sinceri e dimostreranno quali cose straordinarie sono capaci di fare insieme, prima al festival scolastico e poi, soprattutto, nell'arco finale, in cui capiranno l'importanza del trovare e difendere un luogo, che sia fisico (il Sakurasou) o figurato (gli inquilini del Sakurasou), magari imperfetto ma caldo, accogliente e familiare, in cui sono conservati i loro ricordi, in cui costruirne di nuovi e che potranno chiamare "casa" (o "famiglia"). Il modo con cui questo anime riesce a raccontare e comunicare le vicissitudini di questi sei ragazzi è straordinario, alternando momenti di forte pathos e drammaticità a momenti decisamente leggeri e divertenti, e come ho ribadito difficilmente si potrà trovare un anime più "umano" di questo.
Ho scritto di sei ragazzi, professoressa esclusa, che compongono il cast principale, ma ne ho citati cinque... Perché poi c'è lei, la "ragazza-cucciolo", la bellissima Mashiro Shiina, che merita una sezione a parte. Lei è di gran lunga la più dotata, è una pittrice di sedici anni il cui precocissimo talento è riconosciuto a livello mondiale, che però si trasferisce in Giappone dall'Inghilterra per intraprendere la carriera di mangaka; una ragazza che ha sempre e solo dipinto, talmente brava e dedita a questo che non sa fare altro, neanche mettersi le mutandine e prendersi minimamente cura di sé; vive completamente fuori dalla realtà, chiusa nel proprio mondo in cui esiste solo il disegno; una forma particolare di autismo, senza dubbio, tesi rafforzata dal fatto che non riesce minimamente a capire i sentimenti delle persone: è talmente al di sopra degli altri, nel proprio universo, da non riuscire a capire cosa fosse il sentimento di gelosia che Rita, sua unica amica in Inghilterra e pittrice, provava per lei; per questo suo essere così "oltre", non solo non comprende gli altri, ma li ferisce senza volere, e anche lei è costante vittima di un isolamento da parte di tutti. Eppure anche Mashiro durante questa serie inizia a conoscere sentimenti nuovi: anzitutto grazie al fatto che al Sakurasou nessuno la isolerà e anzi conoscerà amici veri che la accetteranno senza riserve, ma soprattutto grazie a Sorata, per il quale inizierà a provare delle cose che non aveva mai provato prima, che non comprende e che inizieranno a cambiare alcune sue priorità, ad aprire delle fessure nel suo guscio e a farla avvicinare piano piano agli altri. Mashiro è dolcissima, è uno di quei personaggi di cui è impossibile non innamorarsi.
Insomma, questo è un anime da vedere e rivedere, che va in crescendo e che raggiunge il picco negli ultimi cinque episodi, dal 19 al 24, in cui sarà impossibile rimanere impassibili. La serie animata adatta i primi sei volumi della light novel da cui è tratta, light novel che si è da poco conclusa col tredicesimo volume, quindi una seconda stagione da ventisei episodi sarebbe l'ideale per chiudere in bellezza questa serie che già si è affermata come un'opera di rilievo del genere non solo per la sua bellezza, ma anche per una certa influenza, visto che, sebbene sia molto recente, ha già ispirato altre opere che le sono seguite, basti pensare a "Bokura wa Minna Kawaiisou" o, in misura molto minore, "Silver Spoon": il primo è un anime del 2014 tratto da un manga iniziato nel 2010, comunque posteriore a "Sakurasou", la cui prima light novel risale al gennaio 2010; il secondo è un manga del 2011 di Sua Maestà Hiromu Arakawa, da cui è stato tratto un anime nel 2014, ed entrambe sono opere validissime. Lo slice of life scolastico/sentimentale il cui contesto di base è il dormitorio/studentato in cui convivono personaggi particolarmente eccentrici e strambi non sembra chissà quale innovazione, perché, sebbene temi, genere e tipologia di personaggi siano del tutto diversi, certe idee di base le pose già "Maison Ikkoku", mentre "Honey & Clover" è l'opera a cui "Sakurasou" vagamente assomiglia di più (con "Love Hina" invece trovo che non condivida praticamente nulla); tuttavia "Sakurasou" è un anime molto diverso da "Honey & Clover", innanzitutto per la tipologia dei personaggi e per le tematiche, ma in parte anche per il genere: la formula che adotta è del tutto differente, possiede in sé qualche elemento di rottura e dunque tra gli anime scolastici degli ultimi anni riesce a ritagliarsi uno spazio tutto suo, motivi per cui credo che da qui ad alcuni anni saranno molte altre le opere che prenderanno ispirazione, attingeranno a piene mani o carpiranno anche solo qualche idea da questo anime, soprattutto nel genere degli slice of life. E a tal proposito, un unico appunto: nella scheda dell'anime, alla sezione "Genere", togliete quell'"Ecchi" e aggiungeteci appunto "Slice of Life", perché "Sakurasou" è innanzitutto uno slice of life, mentre le scene ecchi si limitano ai primi episodi e sono anche poche e leggere.
Sul comparto tecnico nulla da dire, animazioni nella norma, i disegni sono carini, così come buono è il sonoro, soprattutto le sigle, sia opening che ending.