Recensione
Hybrid Child
10.0/10
"Haiburiddo Chairudo" ("Hybrid Child"): terzo capolavoro della mangaka Shungiku Nakamura, autrice di famosi manga yaoi come Junjo Romantica e Sekai-ichi Hatsukoi la cui trasposizione animata ha indubbiamente contribuito all'enorme successo della scrittrice, ormai conosciuta e amata da tutti i fan del genere. "Hybrid Child" è stato da poco adattato nella versione animata per un risultato che lo innalza indubbiamente al livello di "masterpiece" dell'autrice. Per questo merita un bel 10.
Leggendo a primo impatto la trama notiamo subito che si tratta di un prodotto insolito rispetto alle classiche creazioni della Nakamura, infatti questa serie ruota attorno a un perno tutto fantascientifico, ovvero la costruzione di una bambola-androide che cresce grazie ai sentimenti del suo padrone, aspetto che la renderà inclassificabile né come cyber né come umano, appunto un "bambino ibrido". A rendere la trama ancora più unica e inverosimile è il fatto che sia ambientata in un'epoca passata, scelta a primo impatto alquanto singolare ma che effettivamente sottrae la storia dei classici contesti supertecnologici e futuristici sugli androidi.
Sebbene sia una serie che si sviluppa solo su quattro episodi la Nakamura riesce a coinvolgere lo spettatore da subito, permettendogli di entrare in contatto con le storie e i sentimenti dei personaggi senza risultare banale nella trama e mantenendo una certa sobrietà nelle scene sentimentali.
Potremmo dividere i quattro episodi ulteriormente in due macro parti.
La prima dedicata alla storia d'amore tra due diversi Hybrid Child e i loro rispettivi padroni. Qui vediamo coltivati sentimenti come amicizia, rispetto e stima che germogliano sempre più in un amore sublime e un erotismo sottile e raffinato che sembra sconfiggere i limiti del classico amore provato tra due semplici umani.
Nella seconda parte, dove troviamo gli ultimi due episodi, la storia si concentra sulla vicenda di Kuroda, creatore degli Hybrid Child (già apparso nel primo episodio). In questa parte la Nakamura ha perfettamente trasmesso i sentimenti tragici vissuti dal protagonista che si intrecciano con quelli di un amore discreto verso il suo amico, compagno e condottiero Tsukishima. È un amore che Kuroda sarà costretto ad incanalare nel suo genio creativo, concretizzandolo in qualcosa che lo lascerà stupito di sé stesso: l'Hybrid Child.
Il risultato finale è veramente commovente. Lacrime ardenti che trovano conforto in scenette esilaranti con cui l'autrice tipicamente interrompe la pesantezza delle emozioni, donando così un po' di tregua ai suoi spettatori che (anche per questa volta) lasciano i fili dei loro sentimenti completamente sotto il controllo del genio artistico della Shungiku Nakamura.
Leggendo a primo impatto la trama notiamo subito che si tratta di un prodotto insolito rispetto alle classiche creazioni della Nakamura, infatti questa serie ruota attorno a un perno tutto fantascientifico, ovvero la costruzione di una bambola-androide che cresce grazie ai sentimenti del suo padrone, aspetto che la renderà inclassificabile né come cyber né come umano, appunto un "bambino ibrido". A rendere la trama ancora più unica e inverosimile è il fatto che sia ambientata in un'epoca passata, scelta a primo impatto alquanto singolare ma che effettivamente sottrae la storia dei classici contesti supertecnologici e futuristici sugli androidi.
Sebbene sia una serie che si sviluppa solo su quattro episodi la Nakamura riesce a coinvolgere lo spettatore da subito, permettendogli di entrare in contatto con le storie e i sentimenti dei personaggi senza risultare banale nella trama e mantenendo una certa sobrietà nelle scene sentimentali.
Potremmo dividere i quattro episodi ulteriormente in due macro parti.
La prima dedicata alla storia d'amore tra due diversi Hybrid Child e i loro rispettivi padroni. Qui vediamo coltivati sentimenti come amicizia, rispetto e stima che germogliano sempre più in un amore sublime e un erotismo sottile e raffinato che sembra sconfiggere i limiti del classico amore provato tra due semplici umani.
Nella seconda parte, dove troviamo gli ultimi due episodi, la storia si concentra sulla vicenda di Kuroda, creatore degli Hybrid Child (già apparso nel primo episodio). In questa parte la Nakamura ha perfettamente trasmesso i sentimenti tragici vissuti dal protagonista che si intrecciano con quelli di un amore discreto verso il suo amico, compagno e condottiero Tsukishima. È un amore che Kuroda sarà costretto ad incanalare nel suo genio creativo, concretizzandolo in qualcosa che lo lascerà stupito di sé stesso: l'Hybrid Child.
Il risultato finale è veramente commovente. Lacrime ardenti che trovano conforto in scenette esilaranti con cui l'autrice tipicamente interrompe la pesantezza delle emozioni, donando così un po' di tregua ai suoi spettatori che (anche per questa volta) lasciano i fili dei loro sentimenti completamente sotto il controllo del genio artistico della Shungiku Nakamura.