Recensione
Bugie d'Aprile
4.0/10
"Shigatsu wa Kimi no Uso" narra le vicende di Kousei Arima, talentuoso pianista caduto in "disgrazia", e di Kawori Miyazono, violinista completamente "fuori dagli schemi". Non è mia intenzione scrivere una recensione specifica per questo anime, ne sono già state fatte diverse, ma dare il mio personale parere su un'opera con tanti pregi ma anche tanti difetti.
Chiedo immediatamente scusa ai lettori per la presenza più o meno voluta di spoiler, ma, come si potrà capire, è difficile spiegare un voto così basso per un anime che mi ha emozionato dall'inizio alla fine, senza "indicare" la propria chiave di lettura. Magnifico, ecco il termine più adeguato, sia a livello tecnico che a livello di trama. Pesante e ripetitiva la parte introspettiva del protagonista. Capiamo immediatamente che Arima è un bambino prodigio che ha purtroppo, nel corso della sua breve vita, vissuto una sorta di amore/odio nei confronti della madre, fino alla morte di quest'ultima. Assurda l'idea del maleficio a cui viene sottoposto fin da piccolo dalla sua genitrice: "Tu non sentirai più la musica", come se fosse possibile, e ugualmente assurdo come Kawori si avvicina a lui e i suoi amici.
"Non è importante che sia bene o male, l'importante è che se ne parli", questa è in soldoni l'idea dell'autore. Il dramma attira, il dramma fa discutere e il finale ne è la diretta conseguenza. A me non è dispiaciuto, nonostante l'epilogo volutamente e forzatamente melodrammatico, ma non può esistere una tale tristezza senza un insegnamento finale. E che cosa abbiamo imparato dall'opera? Chi l'ha visionata che cosa ha potuto portarsi dentro al cuore come "ricompensa" dopo aver sofferto insieme ai protagonisti? Un bel nulla. Ma l'aspetto peggiore è che tutto ciò è voluto. L'autore si diverte a infierire su Arima dall'inizio alla fine, senza dedicare neppure una riga al suo futuro. Dopo tanta sofferenza, plausibile nel mondo attuale, non lo mettiamo di certo in dubbio, il protagonista dovrebbe aver scoperto un valore assoluto e un nuovo modo di vivere la propria esistenza: un nuovo futuro. In realtà non è così, solo dolore e sofferenza. Tutto ciò porta inevitabilmente all'autodistruzione.
Era un 10 pieno, scaduto in un 4 solo per le emozioni che sa donarti... altro non mi sento di scrivere.
Chiedo immediatamente scusa ai lettori per la presenza più o meno voluta di spoiler, ma, come si potrà capire, è difficile spiegare un voto così basso per un anime che mi ha emozionato dall'inizio alla fine, senza "indicare" la propria chiave di lettura. Magnifico, ecco il termine più adeguato, sia a livello tecnico che a livello di trama. Pesante e ripetitiva la parte introspettiva del protagonista. Capiamo immediatamente che Arima è un bambino prodigio che ha purtroppo, nel corso della sua breve vita, vissuto una sorta di amore/odio nei confronti della madre, fino alla morte di quest'ultima. Assurda l'idea del maleficio a cui viene sottoposto fin da piccolo dalla sua genitrice: "Tu non sentirai più la musica", come se fosse possibile, e ugualmente assurdo come Kawori si avvicina a lui e i suoi amici.
"Non è importante che sia bene o male, l'importante è che se ne parli", questa è in soldoni l'idea dell'autore. Il dramma attira, il dramma fa discutere e il finale ne è la diretta conseguenza. A me non è dispiaciuto, nonostante l'epilogo volutamente e forzatamente melodrammatico, ma non può esistere una tale tristezza senza un insegnamento finale. E che cosa abbiamo imparato dall'opera? Chi l'ha visionata che cosa ha potuto portarsi dentro al cuore come "ricompensa" dopo aver sofferto insieme ai protagonisti? Un bel nulla. Ma l'aspetto peggiore è che tutto ciò è voluto. L'autore si diverte a infierire su Arima dall'inizio alla fine, senza dedicare neppure una riga al suo futuro. Dopo tanta sofferenza, plausibile nel mondo attuale, non lo mettiamo di certo in dubbio, il protagonista dovrebbe aver scoperto un valore assoluto e un nuovo modo di vivere la propria esistenza: un nuovo futuro. In realtà non è così, solo dolore e sofferenza. Tutto ciò porta inevitabilmente all'autodistruzione.
Era un 10 pieno, scaduto in un 4 solo per le emozioni che sa donarti... altro non mi sento di scrivere.