Recensione
Plastic Memories
5.0/10
Quando pensiamo a "robot" ed "esseri umani" qual è la prima cosa che ci viene in mente? No, purtroppo non parliamo degli EVA e non siamo nemmeno in uno scenario alla "Blade Runner" o "Io, Robot" o, addirittura, da "L'uomo bicentenario".
Questa serie parte con un chiaro obbiettivo: far commuovere lo spettatore, ma senza riuscirci davvero.
La trama ve la ricopio dalla pagina di Animeclick.it (sono molto pigra) e facciamo decisamente prima: "La storia ha luogo in un prossimo futuro in cui l'impiego di androidi simili agli umani è diventato comune. La compagnia SA Corp. produce quindi il modello Giftia, in grado di riprodurre quasi alla perfezione non solo l'aspetto umano, ma anche i sentimenti. Questi androidi però hanno una "vita utile" (circa nove anni) limitata e vanno ritirati e dismessi prima di questo momento, onde evitare l'insorgere di non meglio identificati problemi...
Tsukasa Mizugaki è un nuovo impiegato della SA addetto al ritiro delle unità veterane e fa coppia con la Giftia Isla, tuttavia..."
L'idea in sé non era sbagliata, ma non sta in piedi: perché si dovrebbe acquistare, o comunque affittare, un robot con una personalità comunque "umana" e che poi devo restituire? Qual è lo scopo? Avere un conforto? Un robot normale che ti accudisce la vecchietta non fa la stessa cosa, senza creare per forza un rapporto emotivo che poi viene esasperato? So che non dovrei applicare un ragionamento logico a un anime, ma aiuta a capire la prima falla di questa trama.
La seconda, purtroppo, sono i personaggi. Cielo, più stereotipati di così non ne avevo visti!
Una vera e propria orticaria per gli occhi e per il cervello, davvero: la rossa che sclera come se avesse le sue cose 365 giorni e ventiquattr'ore su ventiquattro. La protagonista imbranata che "strappa" un sorriso per le sue facciotte imbarazzate e le azioni senza senso. Un capo dedito all'alcool con il collega marpione. La donna dalle tette non sopportate dalla gravità con tendenze a ficcanasare e il protagonista piatto, degno dei migliori harem.
Dopo queste parole mi aspetto un sacco di insulti, ne sono consapevole, ma ragazzi, sul serio, grafica a parte, vi siete davvero commossi per una serie che forzava questo punto? Personalmente avrei preferito che si approfondissero altri argomenti, senza sfociare nel chiaro romance. Avrei preferito sapere qualcosa di più di quei "ladri" di Giftia, far vedere come Tsukasa, comunque un ragazzo normale, sia rimasto davvero spezzato emotivamente dopo quello che ha dovuto fare quando ha fallito un recupero. No, nemmeno quello hanno fatto bene.
Qualche lacrima e via, passiamo oltre. Non è accaduto nulla e torniamo invece al romance, quello piace di più. Nemmeno una morale sono riuscita a trovare, nemmeno quella.
All'inizio della recensione ho citato dei film piuttosto famosi e in tutti, in qualche modo, si assiste a un evoluzione caratteriale sia dell'essere umano che della macchina/robot. Qualcosa che poi ti porta a riflettere sulla natura umana.
Qui non ho trovato nemmeno una briciola, nemmeno la benché minima traccia di una riflessione morale; solo piagnistei su una storia romantica chiaramente forzata dove a Tsukasa non sembrava essere rimasta scelta se non quella di innamorarsi di Isla e portare al finale tragico e pieno di lacrimoni.
Dopo tredici puntate, guardate fino alla fine per masochismo e per la speranza di vedere il finale salvato, posso dargli senza remore 5 come voto. Salvo solo la grafica, gradevole nei passaggi di sfondo, e alcune musiche che ho molto apprezzato, ma non supportate da trama e personaggi.
Questa serie parte con un chiaro obbiettivo: far commuovere lo spettatore, ma senza riuscirci davvero.
La trama ve la ricopio dalla pagina di Animeclick.it (sono molto pigra) e facciamo decisamente prima: "La storia ha luogo in un prossimo futuro in cui l'impiego di androidi simili agli umani è diventato comune. La compagnia SA Corp. produce quindi il modello Giftia, in grado di riprodurre quasi alla perfezione non solo l'aspetto umano, ma anche i sentimenti. Questi androidi però hanno una "vita utile" (circa nove anni) limitata e vanno ritirati e dismessi prima di questo momento, onde evitare l'insorgere di non meglio identificati problemi...
Tsukasa Mizugaki è un nuovo impiegato della SA addetto al ritiro delle unità veterane e fa coppia con la Giftia Isla, tuttavia..."
L'idea in sé non era sbagliata, ma non sta in piedi: perché si dovrebbe acquistare, o comunque affittare, un robot con una personalità comunque "umana" e che poi devo restituire? Qual è lo scopo? Avere un conforto? Un robot normale che ti accudisce la vecchietta non fa la stessa cosa, senza creare per forza un rapporto emotivo che poi viene esasperato? So che non dovrei applicare un ragionamento logico a un anime, ma aiuta a capire la prima falla di questa trama.
La seconda, purtroppo, sono i personaggi. Cielo, più stereotipati di così non ne avevo visti!
Una vera e propria orticaria per gli occhi e per il cervello, davvero: la rossa che sclera come se avesse le sue cose 365 giorni e ventiquattr'ore su ventiquattro. La protagonista imbranata che "strappa" un sorriso per le sue facciotte imbarazzate e le azioni senza senso. Un capo dedito all'alcool con il collega marpione. La donna dalle tette non sopportate dalla gravità con tendenze a ficcanasare e il protagonista piatto, degno dei migliori harem.
Dopo queste parole mi aspetto un sacco di insulti, ne sono consapevole, ma ragazzi, sul serio, grafica a parte, vi siete davvero commossi per una serie che forzava questo punto? Personalmente avrei preferito che si approfondissero altri argomenti, senza sfociare nel chiaro romance. Avrei preferito sapere qualcosa di più di quei "ladri" di Giftia, far vedere come Tsukasa, comunque un ragazzo normale, sia rimasto davvero spezzato emotivamente dopo quello che ha dovuto fare quando ha fallito un recupero. No, nemmeno quello hanno fatto bene.
Qualche lacrima e via, passiamo oltre. Non è accaduto nulla e torniamo invece al romance, quello piace di più. Nemmeno una morale sono riuscita a trovare, nemmeno quella.
All'inizio della recensione ho citato dei film piuttosto famosi e in tutti, in qualche modo, si assiste a un evoluzione caratteriale sia dell'essere umano che della macchina/robot. Qualcosa che poi ti porta a riflettere sulla natura umana.
Qui non ho trovato nemmeno una briciola, nemmeno la benché minima traccia di una riflessione morale; solo piagnistei su una storia romantica chiaramente forzata dove a Tsukasa non sembrava essere rimasta scelta se non quella di innamorarsi di Isla e portare al finale tragico e pieno di lacrimoni.
Dopo tredici puntate, guardate fino alla fine per masochismo e per la speranza di vedere il finale salvato, posso dargli senza remore 5 come voto. Salvo solo la grafica, gradevole nei passaggi di sfondo, e alcune musiche che ho molto apprezzato, ma non supportate da trama e personaggi.