Recensione
Mirai Nikki
9.0/10
Recensione di Santiago Springsteen
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Il voto è 9, ma userei un eufemismo se vi dicessi di prendere questo voto con le pinze, poiché i difetti in questo titolo sono diversi, ciononostante do un'alta valutazione al titolo. Passiamo ora ai motivi che mi hanno diviso in questo modo nella valutazione del titolo.
Le animazioni sono di alto livello per il 2011, ma vi è una leggera perdita di qualità con il proseguimento dell'anime; non succede di rado che con l'avvicinarsi della scadenza si abbassi un po' la qualità, ma è pur sempre difetto fastidioso che non passa inosservato.
La caratterizzazione dei personaggi è un elemento su cui sono stato davvero confuso: la scelta di creare un protagonista insulso, inutile e noioso per esaltare Yuno (che nella mia esperienza personale rimane decisamente la yandere più squilibrata e riuscita di sempre) era fondamentalmente un'ottima idea, ma esaltata al punto tale da rendere davvero pesante la visione del protagonista. Gli altri personaggi sono, eccezion fatta per la madre di Yukiteru e pochi altri, davvero strani o folli, qualcuno più apprezzabile degli altri come "Nona" e "Settimo", qualcuno sostanzialmente definibile come scarto umano (ad esempio il padre del protagonista). I personaggi sono, volendo generalizzare, estremizzazioni dei sentimenti (negativi) umani: Yuno in particolare, con il suo passato inquietante e disturbato, e il suo amore morboso e possessivo, è uno dei pochissimi personaggi in un anime/manga ad avermi turbato.
La prima opening è fra le mie preferite: i colori, le immagini, sostanzialmente tutto in essa mi è piaciuto; eccezion fatta per questa, le altre opening e le ending le reputo abbastanza mediocri, prive di mordente sia sonoramente sia visivamente.
La trama è stata descritta già molte volte, quindi parlerò solo di alcuni elementi di essa molto brevemente.
Personalmente ho apprezzato l'idea di riutilizzare lo schema survival game di "Battle Royale", avendo apprezzato molto quel manga, e anche l'uso un diario/cellulare sovrannaturale come in "Death Note", ma, oltre a questi elementi non esattamente originali dell'autrice, la brutalità e i frequenti colpi di scena rendono la trama davvero interessante. Il finale, incompleto rispetto al manga, sebbene accettabile, è sicuramente il punto più basso della storia, e intuibile fin troppi episodi prima del dovuto.
Credo che quest'anime possa dividere gli spettatori in maniera piuttosto netta: se si è disposti a tralasciare i difetti e a sopportare un'atmosfera "malata", sicuramente vi colpirà parecchio, in caso contrario quasi certamente verrà bollato come trash-splatter da evitare.
Vorrei fare una nota sul fanservice: non è niente di davvero intollerabile, ma è stato piuttosto difficile digerirlo in un titolo così pesante, che ci avrebbe certamente solo guadagnato dal tagliare le scene in piscina, per dirne una. Ho visto e vedo tuttora svariati anime/manga ecchi e non disdegno il genere, solo che, contrapposto a tutti gli altri temi del titolo, mi è sembrato parecchio innaturale e sbagliato.
Le animazioni sono di alto livello per il 2011, ma vi è una leggera perdita di qualità con il proseguimento dell'anime; non succede di rado che con l'avvicinarsi della scadenza si abbassi un po' la qualità, ma è pur sempre difetto fastidioso che non passa inosservato.
La caratterizzazione dei personaggi è un elemento su cui sono stato davvero confuso: la scelta di creare un protagonista insulso, inutile e noioso per esaltare Yuno (che nella mia esperienza personale rimane decisamente la yandere più squilibrata e riuscita di sempre) era fondamentalmente un'ottima idea, ma esaltata al punto tale da rendere davvero pesante la visione del protagonista. Gli altri personaggi sono, eccezion fatta per la madre di Yukiteru e pochi altri, davvero strani o folli, qualcuno più apprezzabile degli altri come "Nona" e "Settimo", qualcuno sostanzialmente definibile come scarto umano (ad esempio il padre del protagonista). I personaggi sono, volendo generalizzare, estremizzazioni dei sentimenti (negativi) umani: Yuno in particolare, con il suo passato inquietante e disturbato, e il suo amore morboso e possessivo, è uno dei pochissimi personaggi in un anime/manga ad avermi turbato.
La prima opening è fra le mie preferite: i colori, le immagini, sostanzialmente tutto in essa mi è piaciuto; eccezion fatta per questa, le altre opening e le ending le reputo abbastanza mediocri, prive di mordente sia sonoramente sia visivamente.
La trama è stata descritta già molte volte, quindi parlerò solo di alcuni elementi di essa molto brevemente.
Personalmente ho apprezzato l'idea di riutilizzare lo schema survival game di "Battle Royale", avendo apprezzato molto quel manga, e anche l'uso un diario/cellulare sovrannaturale come in "Death Note", ma, oltre a questi elementi non esattamente originali dell'autrice, la brutalità e i frequenti colpi di scena rendono la trama davvero interessante. Il finale, incompleto rispetto al manga, sebbene accettabile, è sicuramente il punto più basso della storia, e intuibile fin troppi episodi prima del dovuto.
Credo che quest'anime possa dividere gli spettatori in maniera piuttosto netta: se si è disposti a tralasciare i difetti e a sopportare un'atmosfera "malata", sicuramente vi colpirà parecchio, in caso contrario quasi certamente verrà bollato come trash-splatter da evitare.
Vorrei fare una nota sul fanservice: non è niente di davvero intollerabile, ma è stato piuttosto difficile digerirlo in un titolo così pesante, che ci avrebbe certamente solo guadagnato dal tagliare le scene in piscina, per dirne una. Ho visto e vedo tuttora svariati anime/manga ecchi e non disdegno il genere, solo che, contrapposto a tutti gli altri temi del titolo, mi è sembrato parecchio innaturale e sbagliato.