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Tenterò di tenere a freno la nostalgia nello scrivere questa recensione, ma sarà difficile! D'Artagnan è il primo anime che ho mai visto, non il primo cartone ma il primo cartone giapponese di cui abbia un chiaro ricordo, sebbene se ora posso avere un'idea più precisa della sua trama è grazie alle repliche del 2010 su Rai Gulp (non vi dico che giubilo fu per me poterlo rivedere).

Anime doppiato a Milano nell'epoca d'oro della Mediaset, prima dell'abuso del verbo eliminare (sì, perché a titolo di cronaca nei primi anni '90 si usavano!), D'Artagnan e i moschettieri del re nasce già in patria come diretto ad un pubblico di ragazzini: abbiamo quindi una storia molto rimaneggiata rispetto all'originale di Dumas (nel finale viene inserito il personaggio de La maschera di Ferro come fratello di Luigi XIII e non di Luigi XIV e viene eliminata la parte dell'assedio a la Rochelle con la conseguente scomparsa dei riferimenti alle lotte di religione fra cattolici e ugonotti), ma comunque piacevole.
Il cambiamento più simbolico è quello di Armis, che qui è una donna mentre nel libro è sì un uomo dall'aspetto delicato ma ha i baffi ed è un gran don giovanni (che dice di voler diventare abate dei gesuiti)!
Ho amato e trovato simpatico D'Artgan fin da subito, mentre ho sempre odiato Milady e la sua scimmietta-ipnotizzatrice Pepe!
Malgrado il target va detto che i personaggi sono caratterizzati: Milady è cattiva e odiosa, ma ha una backstory ben costruita (per quanto diversa dal libro) mentre Richelieu è un vero e proprio personaggio "grigio": inizialmente vuole togliere influenza alla regina Anna, ma è pronto a schierarsi col re ed i moschettieri contro la minaccia dei rivoltosi di Maschera di Ferro (il nome viene anche usato da un criminale misterioso, falso ladro gentiluomo... storia moolto complessa).

Un cartone "per tutta la famiglia", da recuperare assolutamente se ci riuscite e da vedere sia per ricordare i bei tempi che coi propri bambini!