Recensione
La collina dei conigli
5.0/10
Questo film d'animazione è un adattamento del regista Martin Rosen dell'omonimo romanzo di Richard Adams, "Watership Down", del 1972. Da quanto ho potuto leggere su internet, il regista ha dovuto sopperire all'ultimo alla mancanza dello sceneggiatore, e credo che i risultati si vedano.
Le vicende di questo lungometraggio scorrono troppo velocemente, denotando, a mio avviso, un tentativo a tratti goffo e malriuscito, di tagliare e rattoppare qua e là la trama del libro, che procede in maniera lineare e con un crescendo imponente di emozioni e suspense fino allo scontro col nemico finale, il Generale Vulneraria. Questi è un dittatore dall'animo rude e selvaggio e allo stesso tempo promotore di una ferrea disciplina, gestisce la grande conigliera di Efrafa e, al pari di tutti personaggi che si incontrano, risente dei suddetti tagli sulla trama. I protagonisti principali si possono riconoscere bene e, come nel capolavoro di Adams, sono Moscardo, Parruccone, Quintilio, il gabbiano Kehaar, nonché alcuni conigli di Efrafa, come il Generale, il sottoposto ufficiale Garofano e la femmina Kaisentlaia. Tuttavia, è pur vero che tutti vengono introdotti nella storia molto velocemente, e la loro caratterizzazione non è profonda come nel romanzo. Ci sono poi soggetti secondari ma comunque fondamentali, perché in alcuni snodi della trama vengono chiamati dall'autore alla classica azione risolutrice che, fosse anche solo per poche righe, li rende essenziali per il raggiungimento dello scopo finale. Ecco quindi che Adams darà un certo spessore psicologico al povero Nerigno, coniglio fuggiasco di Efrafa che viene liberato da Parruccone e portato alla sua nuova conigliera (sul colle Watership, da cui il titolo) insieme a un gruppetto di femmine, tra cui Kaisentlaia, per poi diventare elemento di spicco grazie alle sue doti militari e in particolare di esploratore per conto del coniglio capo. Ogni conigliera ha infatti una sua "Ausla", un corpo di conigli scelti che fanno la guardia per rivelare vari pericoli, come animali cacciatori, sciagure naturali o l'avvicinamento di esseri umani. Ma cosa succede nel film? Nerigno viene dipinto come un pluri-fuggitivo, riaccompagnato sempre forzatamente a Efrafa quando invece nel romanzo la sua fuga è una sola, dopo la quale viene punito a profondi graffi e potenti morsi e messo in mostra come simbolo della magnanimità del Gran Consiglio guidato da Vulneraria. Il tentativo di scappare, da quell'impresa impossibile che era, diventa qualcosa di più banale ripetuto più volte, sminuendo così la figura del Generale e dei suoi ufficiali, che non sono certo tipi da farsi infinocchiare due volte da un povero coniglio comune come Nerigno, il quale tra l'altro perisce malamente per volere di Rosen con uno stupido quanto inutile atto di sacrificio in uno scontro impari con Vulneraria, cosa che sminuisce lui e allo stesso tempo Moscardo, il capo della conigliera di Watership che per la sua infinita saggezza e lungimiranza non avrebbe mai permesso a un coniglio tanto debole di farsi ammazzare così.
Insomma, un gran gioco di perdite questo lungometraggio: ce ne sarebbero tante altre, ma non voglio rovinarvi la visione. Perché dunque guardare questo cartone? Beh, la grafica e la colonna sonora sono ciò che accompagna piacevolmente verso il finale, sia che si sia precedentemente letto il libro o meno. I disegni caratterizzano abbastanza bene i personaggi, almeno per il carattere che gli si vuol dare in questo film, e sono particolarmente curate le scene cruente di lotta senza risparmio di sangue ed elementi che rendono questo un prodotto sconsigliabile ai più piccoli. In secondo luogo, la musica è certamente capace di sottolineare ogni momento o stato d'animo nella maniera più adeguata, con temi che rimangono ben impressi. In particolare, quello che accompagna il gabbiano Kehaar, l'amico e alleato a sorpresa nelle ultime battaglie dei conigli di Watership, durante i suoi goffi movimenti a terra e durante il volo, un brano che sembra quasi uno scherzo nella sua andatura e ci fa seguire con le orecchie, oltre che con lo sguardo, il goffo movimento del volatile dal suolo fino agli ampi e ben più agili volteggi in aria, rispecchiando oltretutto il carattere eccentrico del personaggio. Da notare poi il brano di Art Garfunkel che accompagna la ricerca dell'amico Moscardo, ferito quasi a morte e disperso, da parte di Quintilio.
Insomma, tutto sommato un film da vedere. A chi non ha letto il romanzo consiglio, un tantino controcorrente, di vedere prima questo adattamento e poi di leggere il romanzo, così da non rischiare di rimanere troppo delusi del prodotto di Rosen e arrivare svogliatamente al finale con troppe aspettative. E' infatti di dominio pubblico che troppo spesso i film tratti da opere precedenti nascondono vari difetti, e andare quindi a ritroso alla scoperta delle origini testuali di una data opera non potrà, a mio avviso, che portare delle sorprese in positivo, poiché sappiamo già in partenza di dover leggere per colmare dei vuoti.
Il mio voto finale è quindi un 5.
Le vicende di questo lungometraggio scorrono troppo velocemente, denotando, a mio avviso, un tentativo a tratti goffo e malriuscito, di tagliare e rattoppare qua e là la trama del libro, che procede in maniera lineare e con un crescendo imponente di emozioni e suspense fino allo scontro col nemico finale, il Generale Vulneraria. Questi è un dittatore dall'animo rude e selvaggio e allo stesso tempo promotore di una ferrea disciplina, gestisce la grande conigliera di Efrafa e, al pari di tutti personaggi che si incontrano, risente dei suddetti tagli sulla trama. I protagonisti principali si possono riconoscere bene e, come nel capolavoro di Adams, sono Moscardo, Parruccone, Quintilio, il gabbiano Kehaar, nonché alcuni conigli di Efrafa, come il Generale, il sottoposto ufficiale Garofano e la femmina Kaisentlaia. Tuttavia, è pur vero che tutti vengono introdotti nella storia molto velocemente, e la loro caratterizzazione non è profonda come nel romanzo. Ci sono poi soggetti secondari ma comunque fondamentali, perché in alcuni snodi della trama vengono chiamati dall'autore alla classica azione risolutrice che, fosse anche solo per poche righe, li rende essenziali per il raggiungimento dello scopo finale. Ecco quindi che Adams darà un certo spessore psicologico al povero Nerigno, coniglio fuggiasco di Efrafa che viene liberato da Parruccone e portato alla sua nuova conigliera (sul colle Watership, da cui il titolo) insieme a un gruppetto di femmine, tra cui Kaisentlaia, per poi diventare elemento di spicco grazie alle sue doti militari e in particolare di esploratore per conto del coniglio capo. Ogni conigliera ha infatti una sua "Ausla", un corpo di conigli scelti che fanno la guardia per rivelare vari pericoli, come animali cacciatori, sciagure naturali o l'avvicinamento di esseri umani. Ma cosa succede nel film? Nerigno viene dipinto come un pluri-fuggitivo, riaccompagnato sempre forzatamente a Efrafa quando invece nel romanzo la sua fuga è una sola, dopo la quale viene punito a profondi graffi e potenti morsi e messo in mostra come simbolo della magnanimità del Gran Consiglio guidato da Vulneraria. Il tentativo di scappare, da quell'impresa impossibile che era, diventa qualcosa di più banale ripetuto più volte, sminuendo così la figura del Generale e dei suoi ufficiali, che non sono certo tipi da farsi infinocchiare due volte da un povero coniglio comune come Nerigno, il quale tra l'altro perisce malamente per volere di Rosen con uno stupido quanto inutile atto di sacrificio in uno scontro impari con Vulneraria, cosa che sminuisce lui e allo stesso tempo Moscardo, il capo della conigliera di Watership che per la sua infinita saggezza e lungimiranza non avrebbe mai permesso a un coniglio tanto debole di farsi ammazzare così.
Insomma, un gran gioco di perdite questo lungometraggio: ce ne sarebbero tante altre, ma non voglio rovinarvi la visione. Perché dunque guardare questo cartone? Beh, la grafica e la colonna sonora sono ciò che accompagna piacevolmente verso il finale, sia che si sia precedentemente letto il libro o meno. I disegni caratterizzano abbastanza bene i personaggi, almeno per il carattere che gli si vuol dare in questo film, e sono particolarmente curate le scene cruente di lotta senza risparmio di sangue ed elementi che rendono questo un prodotto sconsigliabile ai più piccoli. In secondo luogo, la musica è certamente capace di sottolineare ogni momento o stato d'animo nella maniera più adeguata, con temi che rimangono ben impressi. In particolare, quello che accompagna il gabbiano Kehaar, l'amico e alleato a sorpresa nelle ultime battaglie dei conigli di Watership, durante i suoi goffi movimenti a terra e durante il volo, un brano che sembra quasi uno scherzo nella sua andatura e ci fa seguire con le orecchie, oltre che con lo sguardo, il goffo movimento del volatile dal suolo fino agli ampi e ben più agili volteggi in aria, rispecchiando oltretutto il carattere eccentrico del personaggio. Da notare poi il brano di Art Garfunkel che accompagna la ricerca dell'amico Moscardo, ferito quasi a morte e disperso, da parte di Quintilio.
Insomma, tutto sommato un film da vedere. A chi non ha letto il romanzo consiglio, un tantino controcorrente, di vedere prima questo adattamento e poi di leggere il romanzo, così da non rischiare di rimanere troppo delusi del prodotto di Rosen e arrivare svogliatamente al finale con troppe aspettative. E' infatti di dominio pubblico che troppo spesso i film tratti da opere precedenti nascondono vari difetti, e andare quindi a ritroso alla scoperta delle origini testuali di una data opera non potrà, a mio avviso, che portare delle sorprese in positivo, poiché sappiamo già in partenza di dover leggere per colmare dei vuoti.
Il mio voto finale è quindi un 5.