Recensione
Paranoia Agent
10.0/10
"Paranoia Agent" è tutto quello che un bell'anime dovrebbe essere, uno di quei prodotti che in mezzo a un mare di produzioni mediocri, sciatte, commerciali e di dubbia qualità, innalza vertiginosamente l'asticella di qualità, regalandoci un'opera indimenticabile, un vero e proprio capolavoro.
E' inutile negarlo, Satoshi Kon era un genio al pari di Miyazaki e di altri grandissimi registi, uno di quelli che nasce solamente una volta ogni tanto, e infatti in "Paranoia Agent" mette in mostra tutta la girandola di sentimenti umani possibili, il tutto unito da un filo conduttore ben preciso.
Non esiste un protagonista ben preciso, in quanto è un racconto corale, ma l'anime si apre con Tsukiko, una designer inventrice di una popolarissima mascotte, attualmente in una profonda crisi professionale: la ragazza infatti è malvista e invidiata dalle colleghe ed è messa sotto pressione dal capo che vuole assolutamente che crei qualcosa di successo superiore alla vecchia mascotte. Un giorno, al culmine della disperazione, per strada viene aggredita da un misterioso ragazzino con dei pattini d'oro e una mazza da baseball in mano.
Il filo conduttore delle vicende è questo ragazzino, che si fa chiamare "Shonen Bat", che tutte le volte che qualcuno è in difficoltà, sull'orlo del precipizio, arriva e lo colpisce con la sua mazza da baseball, senza un motivo apparente. Gli altri protagonisti sono le altre vittime: un ragazzino delle elementari che vede la sua vita crollare da un giorno all'altro proprio perché viene accusato di essere questo "Shonen Bat", un poliziotto corrotto, una ragazza dalla doppia personalità e così via, oltre ovviamente ai due poliziotti incaricati di portare avanti le indagini.
Ogni puntata ha come soggetto una delle vittime e la sua storia, tutte in qualche modo collegate tra loro.
Gli aspetti fondamentali di "Paranoia Agent" sono più o meno i seguenti.
E' una spietata critica alla società giapponese sotto tutti i suoi aspetti e soprattutto le sue pazzie più strane e nascoste: Kon, senza mai essere fastidioso o banale, mostra una società allo sbando, ossessionata dall'apparenza, sola, corrotta, e che non riesce più a distinguere il mondo reale dalla fantasia (tema assai caro a Kon), come il ragazzino che non distingue più tra i videogiochi e la realtà, e trascina nel suo mondo anche le persone che gli stanno accanto. Da piccoli accorgimenti e dettagli, Kon fa passare lo spettatore da una dimensione all'altra.
Ma "Paranoia Agent" non è solo una sterile critica alla società o una bella storia, è un giallo, un thriller, un anime psicologico, ma fondamentalmente un capolavoro della regia.
Nonostante qualche episodio abbia dei momenti "poco animati" (probabilmente a causa dei problemi di budget), Kon ha fatto un lavoro eccellente nel gestire la regia e rendere la sceneggiatura in maniera impeccabile. Non è solo una "buona" regia, è un modo di gestire la telecamera e le inquadrature da fuoriclasse, quello che solo in pochi sanno fare. Quello che il regista fa per tutta la serie sono due operazioni, contemporaneamente: in ogni episodio costruisce nuovi elementi e demolisce qualcuno di quelli creati in precedenza, creando una storia dinamica e in continua evoluzione.
Quando sta per arrivare il colpo di scena, per quanto sia dura la rivelazione, lo spettatore non può fare altro che attendere col cuore in gola, provando emozioni contrastanti, cosa che succede solo e soltanto quando il regista è bravo a creare e mantenere la tensione: cosa in cui Kon era insuperabile.
I personaggi sono, nel loro essere grotteschi, al tempo stesso talmente realistici da fare paura.
Per quanto riguarda l'edizione italiana, a rendere "Paranoia Agent" un prodotto d'eccellenza ci pensa anche lo strepitoso doppiaggio italiano in cui ritroviamo tutti doppiatori che lavorano principalmente nel mondo del cinema, e che contribuiscono a dare un taglio di recitazione maturo all'opera. Ci sono veramente grandi nomi del doppiaggio che hanno fatto un lavoro davvero di qualità, di cui cito solo Laura Boccanera. Impeccabili tutti, nient'altro da aggiungere.
Che "Paranoia Agent" sia un capolavoro è chiaro già dalla sigla: bella, misteriosa, inquietante ed energica al tempo stesso. Pochi secondi indimenticabili, che sono tutto quello che una sigla dovrebbe essere, perché già fanno capire di che pasta è fatto l'anime.
Vorrei sottolineare (da molti commenti inquietanti che ho letto qua e là) che "Paranoia Agent" non è un anime per tutti, parlando di tematiche mature e introspettive. Penso che chiunque potrebbe apprezzare la regia e il modo di raccontare del mai abbastanza compianto Kon, ma seguire il filo conduttore della trama e cogliere appieno tutti gli indizi veri e falsi disseminati per i vari episodi senza dubbio richiede un certo grado di maturità.
Probabilmente è uno degli anime per adulti più bello mai creato dall'industria dell'intrattenimento giapponese.
E' inutile negarlo, Satoshi Kon era un genio al pari di Miyazaki e di altri grandissimi registi, uno di quelli che nasce solamente una volta ogni tanto, e infatti in "Paranoia Agent" mette in mostra tutta la girandola di sentimenti umani possibili, il tutto unito da un filo conduttore ben preciso.
Non esiste un protagonista ben preciso, in quanto è un racconto corale, ma l'anime si apre con Tsukiko, una designer inventrice di una popolarissima mascotte, attualmente in una profonda crisi professionale: la ragazza infatti è malvista e invidiata dalle colleghe ed è messa sotto pressione dal capo che vuole assolutamente che crei qualcosa di successo superiore alla vecchia mascotte. Un giorno, al culmine della disperazione, per strada viene aggredita da un misterioso ragazzino con dei pattini d'oro e una mazza da baseball in mano.
Il filo conduttore delle vicende è questo ragazzino, che si fa chiamare "Shonen Bat", che tutte le volte che qualcuno è in difficoltà, sull'orlo del precipizio, arriva e lo colpisce con la sua mazza da baseball, senza un motivo apparente. Gli altri protagonisti sono le altre vittime: un ragazzino delle elementari che vede la sua vita crollare da un giorno all'altro proprio perché viene accusato di essere questo "Shonen Bat", un poliziotto corrotto, una ragazza dalla doppia personalità e così via, oltre ovviamente ai due poliziotti incaricati di portare avanti le indagini.
Ogni puntata ha come soggetto una delle vittime e la sua storia, tutte in qualche modo collegate tra loro.
Gli aspetti fondamentali di "Paranoia Agent" sono più o meno i seguenti.
E' una spietata critica alla società giapponese sotto tutti i suoi aspetti e soprattutto le sue pazzie più strane e nascoste: Kon, senza mai essere fastidioso o banale, mostra una società allo sbando, ossessionata dall'apparenza, sola, corrotta, e che non riesce più a distinguere il mondo reale dalla fantasia (tema assai caro a Kon), come il ragazzino che non distingue più tra i videogiochi e la realtà, e trascina nel suo mondo anche le persone che gli stanno accanto. Da piccoli accorgimenti e dettagli, Kon fa passare lo spettatore da una dimensione all'altra.
Ma "Paranoia Agent" non è solo una sterile critica alla società o una bella storia, è un giallo, un thriller, un anime psicologico, ma fondamentalmente un capolavoro della regia.
Nonostante qualche episodio abbia dei momenti "poco animati" (probabilmente a causa dei problemi di budget), Kon ha fatto un lavoro eccellente nel gestire la regia e rendere la sceneggiatura in maniera impeccabile. Non è solo una "buona" regia, è un modo di gestire la telecamera e le inquadrature da fuoriclasse, quello che solo in pochi sanno fare. Quello che il regista fa per tutta la serie sono due operazioni, contemporaneamente: in ogni episodio costruisce nuovi elementi e demolisce qualcuno di quelli creati in precedenza, creando una storia dinamica e in continua evoluzione.
Quando sta per arrivare il colpo di scena, per quanto sia dura la rivelazione, lo spettatore non può fare altro che attendere col cuore in gola, provando emozioni contrastanti, cosa che succede solo e soltanto quando il regista è bravo a creare e mantenere la tensione: cosa in cui Kon era insuperabile.
I personaggi sono, nel loro essere grotteschi, al tempo stesso talmente realistici da fare paura.
Per quanto riguarda l'edizione italiana, a rendere "Paranoia Agent" un prodotto d'eccellenza ci pensa anche lo strepitoso doppiaggio italiano in cui ritroviamo tutti doppiatori che lavorano principalmente nel mondo del cinema, e che contribuiscono a dare un taglio di recitazione maturo all'opera. Ci sono veramente grandi nomi del doppiaggio che hanno fatto un lavoro davvero di qualità, di cui cito solo Laura Boccanera. Impeccabili tutti, nient'altro da aggiungere.
Che "Paranoia Agent" sia un capolavoro è chiaro già dalla sigla: bella, misteriosa, inquietante ed energica al tempo stesso. Pochi secondi indimenticabili, che sono tutto quello che una sigla dovrebbe essere, perché già fanno capire di che pasta è fatto l'anime.
Vorrei sottolineare (da molti commenti inquietanti che ho letto qua e là) che "Paranoia Agent" non è un anime per tutti, parlando di tematiche mature e introspettive. Penso che chiunque potrebbe apprezzare la regia e il modo di raccontare del mai abbastanza compianto Kon, ma seguire il filo conduttore della trama e cogliere appieno tutti gli indizi veri e falsi disseminati per i vari episodi senza dubbio richiede un certo grado di maturità.
Probabilmente è uno degli anime per adulti più bello mai creato dall'industria dell'intrattenimento giapponese.