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4.0/10
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Mi sono avvicinata a quest'anime spinta dall'ottima valutazione e dalle entusiaste recensioni, anche se credo che gli avrei dato una possibilità a priori per la sua trama originale.
Ho finito il dodicesimo episodio proprio pochi minuti fa e, senza soffermarmi sulla vicenda, mi limiterò ad esporre le mie impressioni nel modo, spero, più obbiettivo possibile.
Gli episodi scorrono leggeri e appassionano quanto basta (tant'è che l'ho completato in mezza giornata).
Tuttavia, come più volte segnalato anche da altri, dopo 8-9 puntate avvincenti e misteriose, la qualità della serie inizia a calare drasticamente. Prima di tutto, risulta troppo frettoloso: il salvataggio della sola Kayo impiega 3/4 di serie mentre quello degli altri 2 bambini e lo smascheramento del killer appena 3 episodi; il finale, poi, è di una prevedibilità disarmante e del colpevole si inizia a sospettare già nel corso dei primi episodi.
Ora, mi rendo conto che in un anime in cui ci sono pochi personaggi e un solo filone narrativo è molto facile farsi un'idea del colpevole, ma cavoli una serie che vuole essere di "mistero" deve poi suscitare una reazione di sorpresa/sgomento al momento della rivelazione.
Pensavano di fare il "colpaccio": come un buon giallo che si rispetti, hanno voluto dare piccoli indizi tramite "dettagli" credendo che alla fine lo spettatore potesse dire "cavoli è vero, come ho potuto non notare quella cosa all'episodio tot!" ma ciò non accade perché a quegli indizi-dettagli ci si fa subito troppo caso fino a considerarli quasi "spoiler".
Sì, in fin dei conti il colpevole era insospettabile agli occhi loro, ma dello spettatore se ne sono dimenticati? La forza del genere "giallo/mistero" sta proprio nel mistero stesso, e convengo che è uno dei generi più difficili da realizzare anche per dei professionisti della A-1 Pictures, ma bastavano davvero piccoli accorgimenti (e anche un'ignorante in materia come me può dirlo) per rendere il prodotto almeno un pochino pochino meno banale.
Satoru poi alla fine, in modo un po' presuntuoso, si erge a "magico onnisciente della situazione" in stile L di Death Note e in meno di un minuto e in un modo poco realistico e molto approssimativo è riuscito a interpretare "alla perfezione" la psiche contorta del killer, spiegazione tra l'altro che mi è sembrata più un contentino per noi spettatori. Ho infatti avuto l'impressione di essere stata presa in giro, come se mi fosse stato detto : "tiè, tenetevi l'interpretazione ma non fate altre domande. Che aspettate a stupirvi? Forza, stupitevi!"
E quindi lo sgomento non c'è stato né per la rivelazione del killer né per le motivazioni alla base delle sue azioni che risultano ancora poco chiare (sarò ottusa io) e pretendono di essere convincenti solo perché uscite dalla bocca del bravo Satoru che le ha sparate a mitraglietta appena ricevuta "l'illuminazione".

Per me quest'anime non vale più di 4 ma non perché non l'abbia considerato "gradevole" ma perché non è riuscito nell'intento del suo genere, oltre ad aver deluso le aspettative un po' altine che si nutrono nei primi episodi.
Se da una parte è vero che un'opera va valutata nel suo complesso, non è neanche giusto pensare "buon comparto visivo, bell'opening, bel chara design gli do la sufficienza" oppure "beh per 9 su 12 episodi mi ha intrattenuto bene, chiudo un occhio" No, non esiste proprio , perché non stiamo parlando di uno slice of life, magari spensierato, demenziale e senza un filo conduttore che ha quindi il solo scopo di intrattenere di volta in volta e al quale possiamo anche perdonare uno o due episodi meno riusciti, stiamo parlando di un opera il cui svolgersi dei fatti diluito negli episodi va valutato in modo minuzioso perché è il genere stesso a richiederlo ed errori di questo tipo qui, ripeto, davvero non li posso tollerare.