Recensione
Maoyuu Maou Yuusha
7.0/10
Questo anime esula un po' dai soliti che vedo, ma il titolo mi aveva invogliato, così come la trama, anche se, sinceramente, avevo paura di trovare l'ennesimo clone fatto male di “Spice and Wolf”.
Come il titolo preannuncia, i protagonisti di tutta la storia sono proprio loro, il terribile Re dei Demoni e l'Eroe senza onta e senza paura. Essi si trovano in quello che dovrebbe essere il loro primo incontro o, meglio, scontro mortale, ma questo solo per scambiarsi un buongiorno... Questa è la premessa del primo episodio, che mi ha fatto letteralmente cadere dalla sedia; effettivamente potrei dire tante altre cose di questo anime, ma incapperei inutilmente in stupidi spoiler o anticipazioni di trama, di certo questo non è un anime scontato.
L'anime difatti non è proprio di facile collocazione o con un suo genere specifico, essendo un’analisi sociale e politica sull'effetto della guerra tra due opposte fazioni. Considerandolo così, potrebbe collocarsi senza dubbio nel genere seinen, ma, visto che spiega tutto in maniera semplice, complesse teorie di economia sociale diventano facilmente comprensibili, e questo fa riflettere anche i meno avvezzi, quasi fosse uno specchio distorto sull'economia odierna.
L'anime non è mai pesante, anzi con sapiente regia si passa da uno scenario all'altro senza perdere mai il filo; purtroppo, di controbattuta, a volte risulta poco fluido per colpa della sceneggiatura. Ho apprezzato anche dei passaggi ricchi di pathos, dove i nostri protagonisti, stando in silenzio o sillabando poche parole senza nessun concetto, danno quel piacevole senso romantico all'anime. Oltre il senso romantico c'è anche quello più concettuale, è difficile non trarre godimento dai momenti in cui i vari personaggi danno lezioni di vita in modo evocativo: qui il soggetto principale della scena si lancia in monologhi che mirano alle coscienze altrui, semplicemente osservando un fuoco, sottolineando l'odio per gli insetti o concentrandosi sulla folla di una piazza.
La trama, anche se originale, è semplice: il Re dei Demoni e l'eroe trovano un accordo, in maniera che la cessazione della guerra in atto non finisca con un perdente o un vincente, e questo perché significherebbe che una delle due parti soccomberebbe all'altra. L'ingegnosa "Re Demone" quindi affronta un’accurata analisi socio-economica, dove nessuno debba per forza perdere, convincendo di questo l'eroe, soprattutto sicuro della buona fede di lei: i due iniziano questo percorso che li porterà a scontrarsi non con mostri di chissà quale potenza, ma con gli interessi economici che stanno alla base della miseria della guerra stessa.
La sceneggiatura mi ha deluso in parecchi punti, non poche volte i personaggi vengono lasciati a loro stessi, in un limbo di storia, per ricomparire, colmando il vuoto creato, solo con qualche nota su di una lettera o in una scena evocativa; questo condensare a tutti i costi ha un effetto negativo sulla storia, che risulta antipatica e di poco senso, in quanto, scegliendo di seguire i personaggi principali, tralasciando magari i secondari nelle stesse scene evocative, tutto l'anime ne avrebbe trovato giovamento.
I personaggi di questo anime sono molti e variegati, a parte i protagonisti, comunque congeniali nel loro ruolo, visto che spezzano lo stereotipo di loro stessi (dando origine a tutta la storia), dandosi un tono e uno spessore maggiore e diverso, e in cui sicuramente il "Re dei Demoni" passa avanti all'imbattibile eroe. Interessanti, o meglio dire fondamentali, sono il loro entourage di amici e compagni che si prestano ai vari ruoli: qui apprezziamo la "capo-cameriera" che sembra uscita da un libro di Nelson Mandela, la "sorella grande" che spezza le catene della schiavitù che la vincolano psicologicamente, il ricco mercante che scopre un modo etico di fare affari, un re che prende coscienza del proprio ruolo di leader e altri. Cercare una connotazione a tutti risulterebbe difficile, eppure tutti hanno un ruolo ben definito, peccato che l'anime non dia spazio a tutti questi personaggi, sarebbe stato sulla buona strada per essere un capolavoro.
I cattivi... ohibò, ci sono cattivi in questa storia? Non so, sicuramente è pieno di persone egoiste che non vedono nulla oltre il proprio benessere personale e per questo affogano nella loro mediocrità; l'unico modo per superarli e donar loro una coscienza è soggiogarli con l'interesse personale, per poi far loro aprire gli occhi a un mondo di opportunità...
Tecniche di animazione, colorazioni, scenografie sono fatte bene, i personaggi sono tutti realistici (nei costumi di un fantasy) e ben variegati, non ho mai avuto l'impressione di vedere anche sul fondo della scenografia personaggi copia-incolla per aumentare il volume della scena; peccato che le scene d'azione si limitino a qualche frame, inibendo così l'effetto "battle" che poteva dare un valore aggiunto all'anime. In compenso, però, è stato fatto un ottimo lavoro anche con le musiche; orecchiabile l'opening.
In conclusione, l'anime mi è piaciuto, anche se a volte la sceneggiatura è latitante; compensa bene la regia. Si ha in tutta la serializzazione di quest'opera il senso di tagliato e compresso, un lavoro tra l'altro mal fatto. Poteva essere un capolavoro, ma non lo è stato; è un buon anime, l'idea di base è geniale, peccato non averla sfruttata, sicuramente è un’occasione persa.
Come il titolo preannuncia, i protagonisti di tutta la storia sono proprio loro, il terribile Re dei Demoni e l'Eroe senza onta e senza paura. Essi si trovano in quello che dovrebbe essere il loro primo incontro o, meglio, scontro mortale, ma questo solo per scambiarsi un buongiorno... Questa è la premessa del primo episodio, che mi ha fatto letteralmente cadere dalla sedia; effettivamente potrei dire tante altre cose di questo anime, ma incapperei inutilmente in stupidi spoiler o anticipazioni di trama, di certo questo non è un anime scontato.
L'anime difatti non è proprio di facile collocazione o con un suo genere specifico, essendo un’analisi sociale e politica sull'effetto della guerra tra due opposte fazioni. Considerandolo così, potrebbe collocarsi senza dubbio nel genere seinen, ma, visto che spiega tutto in maniera semplice, complesse teorie di economia sociale diventano facilmente comprensibili, e questo fa riflettere anche i meno avvezzi, quasi fosse uno specchio distorto sull'economia odierna.
L'anime non è mai pesante, anzi con sapiente regia si passa da uno scenario all'altro senza perdere mai il filo; purtroppo, di controbattuta, a volte risulta poco fluido per colpa della sceneggiatura. Ho apprezzato anche dei passaggi ricchi di pathos, dove i nostri protagonisti, stando in silenzio o sillabando poche parole senza nessun concetto, danno quel piacevole senso romantico all'anime. Oltre il senso romantico c'è anche quello più concettuale, è difficile non trarre godimento dai momenti in cui i vari personaggi danno lezioni di vita in modo evocativo: qui il soggetto principale della scena si lancia in monologhi che mirano alle coscienze altrui, semplicemente osservando un fuoco, sottolineando l'odio per gli insetti o concentrandosi sulla folla di una piazza.
La trama, anche se originale, è semplice: il Re dei Demoni e l'eroe trovano un accordo, in maniera che la cessazione della guerra in atto non finisca con un perdente o un vincente, e questo perché significherebbe che una delle due parti soccomberebbe all'altra. L'ingegnosa "Re Demone" quindi affronta un’accurata analisi socio-economica, dove nessuno debba per forza perdere, convincendo di questo l'eroe, soprattutto sicuro della buona fede di lei: i due iniziano questo percorso che li porterà a scontrarsi non con mostri di chissà quale potenza, ma con gli interessi economici che stanno alla base della miseria della guerra stessa.
La sceneggiatura mi ha deluso in parecchi punti, non poche volte i personaggi vengono lasciati a loro stessi, in un limbo di storia, per ricomparire, colmando il vuoto creato, solo con qualche nota su di una lettera o in una scena evocativa; questo condensare a tutti i costi ha un effetto negativo sulla storia, che risulta antipatica e di poco senso, in quanto, scegliendo di seguire i personaggi principali, tralasciando magari i secondari nelle stesse scene evocative, tutto l'anime ne avrebbe trovato giovamento.
I personaggi di questo anime sono molti e variegati, a parte i protagonisti, comunque congeniali nel loro ruolo, visto che spezzano lo stereotipo di loro stessi (dando origine a tutta la storia), dandosi un tono e uno spessore maggiore e diverso, e in cui sicuramente il "Re dei Demoni" passa avanti all'imbattibile eroe. Interessanti, o meglio dire fondamentali, sono il loro entourage di amici e compagni che si prestano ai vari ruoli: qui apprezziamo la "capo-cameriera" che sembra uscita da un libro di Nelson Mandela, la "sorella grande" che spezza le catene della schiavitù che la vincolano psicologicamente, il ricco mercante che scopre un modo etico di fare affari, un re che prende coscienza del proprio ruolo di leader e altri. Cercare una connotazione a tutti risulterebbe difficile, eppure tutti hanno un ruolo ben definito, peccato che l'anime non dia spazio a tutti questi personaggi, sarebbe stato sulla buona strada per essere un capolavoro.
I cattivi... ohibò, ci sono cattivi in questa storia? Non so, sicuramente è pieno di persone egoiste che non vedono nulla oltre il proprio benessere personale e per questo affogano nella loro mediocrità; l'unico modo per superarli e donar loro una coscienza è soggiogarli con l'interesse personale, per poi far loro aprire gli occhi a un mondo di opportunità...
Tecniche di animazione, colorazioni, scenografie sono fatte bene, i personaggi sono tutti realistici (nei costumi di un fantasy) e ben variegati, non ho mai avuto l'impressione di vedere anche sul fondo della scenografia personaggi copia-incolla per aumentare il volume della scena; peccato che le scene d'azione si limitino a qualche frame, inibendo così l'effetto "battle" che poteva dare un valore aggiunto all'anime. In compenso, però, è stato fatto un ottimo lavoro anche con le musiche; orecchiabile l'opening.
In conclusione, l'anime mi è piaciuto, anche se a volte la sceneggiatura è latitante; compensa bene la regia. Si ha in tutta la serializzazione di quest'opera il senso di tagliato e compresso, un lavoro tra l'altro mal fatto. Poteva essere un capolavoro, ma non lo è stato; è un buon anime, l'idea di base è geniale, peccato non averla sfruttata, sicuramente è un’occasione persa.