Recensione
Black Lagoon
9.0/10
Black Lagoon manga creato da Rei Hiroe nel “lontano” 2002 e che a tutt’oggi continua la sua pubblicazione, per ora sono usciti 8 volumetti, tutti editi in Italia dalla Planet Manga, e spero che prima o poi esca anche il nono visto che le cose sono rimaste un po’ in sospeso.
Passando oltre la trama di questo manga di base è semplice, la Lagoon Company è un’impresa di consegne un po’ particolare la cui base operativa è Roanapur in Thailandia, ciò che la rende particolare consiste nello svolgere “consegne” che presentano sempre un elevato livello di rischio e l’innesco della storia è il primo incontro tra Rock e la Lagoon Company. La descrizione fatta così è abbastanza generica ma non voglio rivelare oltre per non rovinare la sorpresa della lettura, ma da questi elementi si può capire come la trama poi viene ad essere costituita dall’insieme delle attività svolte dalla Lagoon Company che di volta in volta si ritroverà immischiata in situazioni estremamente rischiose.
I personaggi principali sono appunto i membri della Lagoon: Dutch, Benny e in particolar modo Revy e Rock. Dutch e Benny in effetti non sono molto approfonditi e se nei primi volumi comunque presentano un ruolo primario negli ultimi tendono invece a passare in secondo piano a favore del duo Revy – Rock, quest’ultimo specialmente viene usato da Hiroe come elemento di contrasto rispetto agli altri. Nello svolgimento della trama poi vengono introdotti altri personaggi, alcuni per così dire di sfondo, altri con una parte attiva che negli ultimi volumi tende ad ampliarsi, diventando a tutti gli effetti comprimari. Rispetto l’anime, se devo dire la verità, ho come l’impressione che i personaggi siano resi in modo migliore nel manga, in particolare Rock.
Per quanto riguarda il disegno lo stile di Hiroe mi piace molto, chiaro e netto, molto realistico e soprattutto in grado di rendere al meglio anche i momenti più concitati, cosa non facile. Tra l’altro l’autore ha riposto molta attenzione nella rappresentazione delle armi usate, tanto che nei capitoli di chiusura dei volumi in alcuni casi vengono fornite spiegazioni dettagliate dallo stesso sia sul tipo di arma sia sul modo in cui l’ha rappresentata.
In conclusione un manga molto bello e appassionante, però se l’azione ha sicuramente un ruolo primario in realtà Hiroe non manca di lasciare spazio a qualche riflessione anche abbastanza profonda legate allo “stile” di vita dei diversi personaggi. L’edizione della Planet Manga mi è piaciuta e quindi per una volta tanto posso dire che vale i soldi spesi.
Passando oltre la trama di questo manga di base è semplice, la Lagoon Company è un’impresa di consegne un po’ particolare la cui base operativa è Roanapur in Thailandia, ciò che la rende particolare consiste nello svolgere “consegne” che presentano sempre un elevato livello di rischio e l’innesco della storia è il primo incontro tra Rock e la Lagoon Company. La descrizione fatta così è abbastanza generica ma non voglio rivelare oltre per non rovinare la sorpresa della lettura, ma da questi elementi si può capire come la trama poi viene ad essere costituita dall’insieme delle attività svolte dalla Lagoon Company che di volta in volta si ritroverà immischiata in situazioni estremamente rischiose.
I personaggi principali sono appunto i membri della Lagoon: Dutch, Benny e in particolar modo Revy e Rock. Dutch e Benny in effetti non sono molto approfonditi e se nei primi volumi comunque presentano un ruolo primario negli ultimi tendono invece a passare in secondo piano a favore del duo Revy – Rock, quest’ultimo specialmente viene usato da Hiroe come elemento di contrasto rispetto agli altri. Nello svolgimento della trama poi vengono introdotti altri personaggi, alcuni per così dire di sfondo, altri con una parte attiva che negli ultimi volumi tende ad ampliarsi, diventando a tutti gli effetti comprimari. Rispetto l’anime, se devo dire la verità, ho come l’impressione che i personaggi siano resi in modo migliore nel manga, in particolare Rock.
Per quanto riguarda il disegno lo stile di Hiroe mi piace molto, chiaro e netto, molto realistico e soprattutto in grado di rendere al meglio anche i momenti più concitati, cosa non facile. Tra l’altro l’autore ha riposto molta attenzione nella rappresentazione delle armi usate, tanto che nei capitoli di chiusura dei volumi in alcuni casi vengono fornite spiegazioni dettagliate dallo stesso sia sul tipo di arma sia sul modo in cui l’ha rappresentata.
In conclusione un manga molto bello e appassionante, però se l’azione ha sicuramente un ruolo primario in realtà Hiroe non manca di lasciare spazio a qualche riflessione anche abbastanza profonda legate allo “stile” di vita dei diversi personaggi. L’edizione della Planet Manga mi è piaciuta e quindi per una volta tanto posso dire che vale i soldi spesi.