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8.0/10
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Piaccia o meno, è innegabile che Dragon Ball occupi un posto di assoluta rilevanza nella storia di manga e anime.
Oltre ad essere uno dei titoli più amati e venduti di sempre, è il capostipite dello shonen d’azione commerciale, ancora oggi imitato e scopiazzato al punto che sono ormai da considerarsi luoghi comuni del genere non solo le sue carte vincenti (personaggi, mix di azione e comicità, ecc… ), ma anche i suoi difetti (protagonisti immortali, aumento esponenziale dei poteri, ripetitività dei combattimenti, ecc…).
Inoltre, non bisogna dimenticare il suo enorme contributo alla diffusione delle serie giapponesi all’estero, visto che molti hanno iniziato ad interessarsi a manga e anime proprio grazie a Goku & soci.
Questi sono i fatti, e mi sembrava doveroso sottolinearli al di là dei gusti personali.
Ma ora, se devo mettere da parte la Storia ed esprimere un’opinione puramente soggettiva, non sono disposta a incensare troppo quest’opera: pur essendo il padre di uno dei generi che più gradisco, nonché uno dei primissimi manga che mi sia ritrovata in giro per casa, non sono mai riuscita ad apprezzare Dragon Ball più di un tot, non è certo uno dei 10 titoli che vorrei avere con me su un’isola deserta, e anche prendendo in considerazione solo gli shonen d’azione/avventura non sarebbe comunque la mia prima scelta, gli preferirei One Piece in primis, ma anche le opere di Togashi (e se Kishimoto non fosse impazzito strada facendo, forse poteva precederlo anche Naruto!).
Attenzione, non sto dicendo che non mi piaccia per niente, anzi, a differenza della mediocre serie animata (che ho guardato solo una volta e non rivedrei nemmeno sotto tortura!), nel complesso è una lettura rilassante e piacevole, ma, appunto, un conto è definire una cosa “piacevole”, un’altra è descriverla come “perfetta” e Dragon Ball ha davvero troppi cali qualitativi perché possa celebrarlo in questo modo.
Dopo una prima parte ben riuscita, capace di alternare in modo convincente avventura, azione e comicità, si cambia decisamente atmosfera e l’attenzione si sposta su una sequenza infinita di scontri all’ultimo sangue per la salvezza dell’Universo (con relativi allenamenti e power-up) che lascia davvero poco spazio sia all’umorismo sia a tutti i personaggi non-combattenti. E se la prima di queste saghe-picchiaduro (Freezer) risulta comunque godibile un po’ per la novità, un po’ per il carisma dei personaggi coinvolti e un po' per alcune scene di grande impatto, le due successive si trascinano più o meno stancamente, mostrando poche idee e ben più di “qualche” difetto: le sfere del drago diventano un espediente di comodo per aggiustare la situazione ogni volta che serve, la storia, ora infarcita di buchi e contraddizioni, diviene un mero pretesto per fare a botte, personaggi storici rimpiazzati da gente tanto più forte quanto più noiosa (non mi capaciterò mai di come Trunks, ai tempi, potesse essere tanto amato sia qui che in patria!), combattimenti monotoni e ripetitivi, scene di morte e distruzione che suscitano solo sbadigli… Insomma, obiettivamente non mancano i motivi per cui recriminare!
Per quanto mi riguarda, a salvare la seconda metà di DB da una bocciatura è l’onestà dell’autore, che mai promette più di quanto possa mantenere ma, anzi, fa ben capire che le uniche cose che puoi aspettarti da un certo punto in avanti saranno mazzate condite da qualche occasionale gag… e a me non dispiace svagarmi con questo genere di cose, anche se è sempre un peccato vedere un manga partito in modo tanto brillante ridursi a un semplice passatempo!
Giudizio finale: 8,5 alla prima parte, 8- a Freezer, 6 scarso a Cell (e qui sono stata già buona, perché la seconda metà di questa saga è veramente uno strazio!), 7 a Majin Bu, media finale 7,5 che arrotondo a 8 per tutti i meriti di cui vi ho parlato prima.
In definitiva: un manga non privo di difetti, ma nonostante tutto gradevole e divertente, consigliabile tanto ai fan dello shonen (anche se, ripeto, il maestro si è fatto superare dagli allievi!) quanto a chi sta collezionando titoli di grande importanza storica.