Recensione
In seguito alla morte dei genitori, Alice, Prissy ed Eric Jackson, eredi di una delle più prestigiose famiglie londinesi, sono stati affidati alle cure della nonna, una donna severa e intransigente.
Alice, la primogenita, ha un carattere dolce e tranquillo e quindi si ritrova spesso ad occuparsi del piccolo e vivace Eric e della vanitosa Prissy, che pensa esclusivamente a indossare bei vestiti e a circondarsi di giovanotti che le fanno la corte.
Alice ama suonare il pianoforte e, incoraggiata dal fidanzato Christopher Hudson e soprattutto dall’insegnante Anna Pullman, profondamente convinta del suo talento, coltiva il sogno di diventare un giorno una celebre pianista, sebbene la nonna sia contraria, perché teme che ciò possa nuocere al buon nome della famiglia.
La vita spensierata dei tre fratelli subisce una brusca interruzione quando i Jackson sono costretti a dichiarare bancarotta: tutti i loro beni vengono messi all’asta per saldare i debiti e, come se questo non bastasse, le condizioni di salute della nonna, già precarie, si aggravano ulteriormente.
Abbandonati da amici e conoscenti e privati della loro casa, ai quattro non resta altra scelta che trasferirsi in una villetta di campagna, dove vengono calorosamente accolti da Susy Maybell, la figlia dei custodi, che si assume l’incarico di svolgere le faccende domestiche.
Superate le difficoltà iniziali, la nuova vita comincia a rivelarsi piacevole: Alice conosce Laurie Louis, un aspirante pittore figlio del preside della scuola del villaggio, e grazie a lui viene assunta come insegnante di musica.
In autunno, in occasione del Blue Concert, celebre evento musicale organizzato nella città vicina, Alice ha l’opportunità di rivedere la maestra Anna e fa la conoscenza di Gilbert Ryan, un giovane pianista tanto abile quanto altezzoso.
Ma la serenità da poco riconquistata è presto minacciata da vari eventi, che metteranno a dura prova Alice e il suo amore per il pianoforte.
In “Sonata del vento” Chieko Hara fa sfoggio di tutto il suo talento grafico e narrativo, realizzando un’opera dalla trama lineare ed equilibrata, che, nonostante un epilogo piuttosto scontato, lascia spazio a qualche sviluppo imprevisto; invece, per quanto riguarda i personaggi, si nota uno scarso approfondimento di quelli minori, che però viene compensato dall’accurata caratterizzazione di Alice e soprattutto di Prissy.
L’edizione GP Publishing si è purtroppo rivelata inferiore alle aspettative e troppo cara rispetto alla qualità offerta: al di là del colore giallo della carta, che può piacere o meno, quello che lascia maggiormente perplessi è la sua notevole ruvidità (molto più accentuata nel primo volume che nel secondo); inoltre, in alcune pagine è evidente il taglio di parte del disegno lungo i bordi, mentre la stampa è discreta nel complesso, anche se in qualche tavola risulta un po’ sbiadita; invece, superano pienamente la sufficienza la rilegatura e la sovracopertina.
I testi sono scorrevoli e non sembrano presentare problemi, ma il riassunto stampato sulla bandella posteriore della sovracoperta, dove Eric e Anna vengono chiamati con i nomi dell’edizione Fabbri (Kiki e Anne), suscita un dubbio: si tratta di un banale errore oppure è un tentativo di richiamare l’attenzione dei vecchi lettori?
L’ultima ipotesi sembrerebbe più plausibile, considerando che si è scelto di aggiungere il sottotitolo “La storia di Alice”, utilizzato come titolo nella precedente edizione, tuttavia, a mio avviso, in questo modo si rischia di confondere coloro che si avvicinano a quest’opera per la prima volta.
Alice, la primogenita, ha un carattere dolce e tranquillo e quindi si ritrova spesso ad occuparsi del piccolo e vivace Eric e della vanitosa Prissy, che pensa esclusivamente a indossare bei vestiti e a circondarsi di giovanotti che le fanno la corte.
Alice ama suonare il pianoforte e, incoraggiata dal fidanzato Christopher Hudson e soprattutto dall’insegnante Anna Pullman, profondamente convinta del suo talento, coltiva il sogno di diventare un giorno una celebre pianista, sebbene la nonna sia contraria, perché teme che ciò possa nuocere al buon nome della famiglia.
La vita spensierata dei tre fratelli subisce una brusca interruzione quando i Jackson sono costretti a dichiarare bancarotta: tutti i loro beni vengono messi all’asta per saldare i debiti e, come se questo non bastasse, le condizioni di salute della nonna, già precarie, si aggravano ulteriormente.
Abbandonati da amici e conoscenti e privati della loro casa, ai quattro non resta altra scelta che trasferirsi in una villetta di campagna, dove vengono calorosamente accolti da Susy Maybell, la figlia dei custodi, che si assume l’incarico di svolgere le faccende domestiche.
Superate le difficoltà iniziali, la nuova vita comincia a rivelarsi piacevole: Alice conosce Laurie Louis, un aspirante pittore figlio del preside della scuola del villaggio, e grazie a lui viene assunta come insegnante di musica.
In autunno, in occasione del Blue Concert, celebre evento musicale organizzato nella città vicina, Alice ha l’opportunità di rivedere la maestra Anna e fa la conoscenza di Gilbert Ryan, un giovane pianista tanto abile quanto altezzoso.
Ma la serenità da poco riconquistata è presto minacciata da vari eventi, che metteranno a dura prova Alice e il suo amore per il pianoforte.
In “Sonata del vento” Chieko Hara fa sfoggio di tutto il suo talento grafico e narrativo, realizzando un’opera dalla trama lineare ed equilibrata, che, nonostante un epilogo piuttosto scontato, lascia spazio a qualche sviluppo imprevisto; invece, per quanto riguarda i personaggi, si nota uno scarso approfondimento di quelli minori, che però viene compensato dall’accurata caratterizzazione di Alice e soprattutto di Prissy.
L’edizione GP Publishing si è purtroppo rivelata inferiore alle aspettative e troppo cara rispetto alla qualità offerta: al di là del colore giallo della carta, che può piacere o meno, quello che lascia maggiormente perplessi è la sua notevole ruvidità (molto più accentuata nel primo volume che nel secondo); inoltre, in alcune pagine è evidente il taglio di parte del disegno lungo i bordi, mentre la stampa è discreta nel complesso, anche se in qualche tavola risulta un po’ sbiadita; invece, superano pienamente la sufficienza la rilegatura e la sovracopertina.
I testi sono scorrevoli e non sembrano presentare problemi, ma il riassunto stampato sulla bandella posteriore della sovracoperta, dove Eric e Anna vengono chiamati con i nomi dell’edizione Fabbri (Kiki e Anne), suscita un dubbio: si tratta di un banale errore oppure è un tentativo di richiamare l’attenzione dei vecchi lettori?
L’ultima ipotesi sembrerebbe più plausibile, considerando che si è scelto di aggiungere il sottotitolo “La storia di Alice”, utilizzato come titolo nella precedente edizione, tuttavia, a mio avviso, in questo modo si rischia di confondere coloro che si avvicinano a quest’opera per la prima volta.