Recensione
Hojo World 1, come lo stesso titolo vi avrà già suggerito, è il primo volumetto di tre contenente tutte le opere brevi di Tsukasa Hojo, pubblicate in Giappone in varie riviste e poi accorpate all’interno di questa collana. Anche questi tre albi sono stati importati qui in Italia grazie alla Star Comics, che li ha pubblicati all’interno della collana Point Break nei primi mesi del 2000, stessa collana su cui sono state poi pubblicate le altre storie brevi di Hojo, Tra i Raggi del Sole composta da tre albi e Rash, serializzata in soli 2 volumetti. L’edizione è quella classica dell’editore perugino, edizione economica che comunque si attesta su un ottimo livello qualità-prezzo. Buona la carta così come la copertina, inchiostro che non lascia tracce sulla punta delle dita, pagine che non lasciano trasparire cosa c’è oltre. Mancano editoriali di spessore e tavole illustrate a colori che avrebbero impreziosito un’opera di spessore come questa. Il prezzo di copertina puntava sulle 6000 lire, che dovrebbero attestarsi sui 3 euro circa attuali. Mettendoci l’inflazione della moneta direi che come edizione si attesta sulla classica edizione attuale Star Comics da 4,20 euro.
La prima storia contenuta in questo primo volume s’intitola “Il Dono dell'Angelo”, opera che dà il titolo all’intero albo e di cui ritroviamo l’illustrazione in copertina. La trama verte su un cliché che non vi apparirà completamente nuovo. Il giovane protagonista è uno studente universitario accompagnato anche nella vita universitaria dalla sua cara amica d’infanzia con cui è legato da un sentimento di odio-disprezzo apparente, che naturalmente nasconde più che una grande amicizia, un amore destinato a sbocciare. Un bel giorno, nella caotica vita metropolitana di Tokyo, il nostro protagonista si troverà inspiegabilmente mano nella mano con un bambina che lo scambierà nientemeno che con il padre. Da qui nascerà una rocambolesca giornata che i due passeranno insieme, a cui ben presto si aggiungerà la protagonista che apparirà agli occhi della bambina la sua mamma. Come andrà a finire non ve lo dico ma vi assicuro che il finale è veramente ben realizzato.
A seguire troverete la storia intitolata “Doppia razione di pappa del gatto”, che verte sulla vita di uno squattrinato reporter che a seguito di un rocambolesco salvataggio di una povera gattina si ritroverà ad essere salvato e aiutato a suo volta da un bellissima e misteriosa ragazza che scompare sempre prima della mezzanotte, per ricomparire all’indomani. Da qui vedremo il realizzarsi professionalmente del giovane reporter e l’amore che pian piano sboccerà verso la ragazza, la quale pur provando lo stesso sentimento è inspiegabilmente frenata da cause legate a quella gattina precedentemente tratta in salvo. Tagliando corto per non rovinarvi la lettura posso dirvi che si tratta di una trama avvincente dal finale drammatico che impreziosisce l’opera in modo molto particolare.
La terza storia prende il nome di “Io sono un Uomo!”, ed è la prima opera di Hojo che lo portò al successo, o meglio a vincere il premio Tezuka nel 1980 che poi gli permise di serializzare su Shonen Jump la sua prima opera, Cat’s Eye. Lo stesso Hojo ci rivela di vergognarsi un po’ di far leggere quest’opera che non ritiene al pari delle altre. Io posso dirvi che al di là del disegno, che sente il peso degli anni, la trama non risulta essere male anche se non al pari delle altre storie presenti nella collana. Storia che verte sulle disavventure di due gruppi, uno di ragazzi, appartenenti ad una scuola maschile che seguono il filone tradizionalista, con una mentalità chiusa nella tradizione giapponese e che non vede di buon occhio l’apertura della società giapponese all’occidente, e un gruppo di ragazze che appartengono ad una scuola cattolica e che seguono una mentalità aperta all’occidentalizzazione. Gruppi che si ritroveranno a convivere in uno stesso dormitorio fino all’unificazione delle due scuole da parte dei rispettivi presidi, i quali si scopriranno essere felicemente sposati. A voi giudicare se il tutto era stato preventivamente escogitato dalla felice coppietta per far crescere, in tutti i sensi, i diletti scolaretti.
Infine il volume si chiude con due storie brevi intitolate rispettivamente “City Hunter XYZ” e “City Hunter Double Edged”. Come avrete capito costituiscono i cosiddetti episodi pilota di quel gran successo che seguirà negli anni e che porta il nome di City Hunter, lo stallone di Shinjiku! Entrambe le storie sono molto accattivanti e ci fanno conoscere per la prima volta quel gran marpione di Ryo Saeba, e sono volte su tematiche abbastanza serie anche se, in modo particolare la prima, trova diversi spunti ironici. La seconda invece è sicuramente un piccolo capolavoro, ciò dovuto sia alla trama che si basa sul romanzo Dottor Jekyll e Mister Hyde, che al finale drammatico che ben ci fa comprendere la completezza come autore di Hojo.
L’intera collana rappresenta a mio giudizio una piccola perla che non può assolutamente mancare nella collezione personale di qualsiasi appassionato di manga, ma che consiglierei anche a qualsiasi fruitore abituale di letteratura in genere. Le opere scritte e ideate da Tsukasa Hojo puntano in alto, riescono a trasmettere molto al lettore con tematiche che variano di volta in volta, da storia a storia, ma che mantengono sempre una linea di drammaticità sentita fortemente.
Un dieci secondo me meritato per la bellezza dei disegni e per la poesia che le storie riescono a trasmettere, insomma è questo uno di quei casi in cui si può parlare a tutti gli effetti del fumetto come nona arte.
Problematica attuale è reperire l’opera che è fuori catalogo e non è più acquistabile dal servizio arretrati Star Comics. Unica possibilità di acquisto è riferirsi ad una fumetteria che magari ancora tiene qualche copia dimenticata in magazzino o sugli scaffali o puntare, un po’ tristemente a mio dire, sul mercato dell’usato. Situazione che vorrei veder ben presto sbloccata perché sicuramente una collana del genere merita di essere sempre reperibile e meriterebbe anche un’edizione degna delle storie che contiene. Non nego quindi il mio desiderio che presto qualche editore italiano decida di riproporre quest’opera, magari pubblicata all’interno di soli 2 volumetti come mi sembra sia stato fatto in Giappone, in una bella edizione di qualità con sovracopertina, tavole con illustrazioni a colori, così come tutte le altre opere, minori o meno, di Hojo.
La prima storia contenuta in questo primo volume s’intitola “Il Dono dell'Angelo”, opera che dà il titolo all’intero albo e di cui ritroviamo l’illustrazione in copertina. La trama verte su un cliché che non vi apparirà completamente nuovo. Il giovane protagonista è uno studente universitario accompagnato anche nella vita universitaria dalla sua cara amica d’infanzia con cui è legato da un sentimento di odio-disprezzo apparente, che naturalmente nasconde più che una grande amicizia, un amore destinato a sbocciare. Un bel giorno, nella caotica vita metropolitana di Tokyo, il nostro protagonista si troverà inspiegabilmente mano nella mano con un bambina che lo scambierà nientemeno che con il padre. Da qui nascerà una rocambolesca giornata che i due passeranno insieme, a cui ben presto si aggiungerà la protagonista che apparirà agli occhi della bambina la sua mamma. Come andrà a finire non ve lo dico ma vi assicuro che il finale è veramente ben realizzato.
A seguire troverete la storia intitolata “Doppia razione di pappa del gatto”, che verte sulla vita di uno squattrinato reporter che a seguito di un rocambolesco salvataggio di una povera gattina si ritroverà ad essere salvato e aiutato a suo volta da un bellissima e misteriosa ragazza che scompare sempre prima della mezzanotte, per ricomparire all’indomani. Da qui vedremo il realizzarsi professionalmente del giovane reporter e l’amore che pian piano sboccerà verso la ragazza, la quale pur provando lo stesso sentimento è inspiegabilmente frenata da cause legate a quella gattina precedentemente tratta in salvo. Tagliando corto per non rovinarvi la lettura posso dirvi che si tratta di una trama avvincente dal finale drammatico che impreziosisce l’opera in modo molto particolare.
La terza storia prende il nome di “Io sono un Uomo!”, ed è la prima opera di Hojo che lo portò al successo, o meglio a vincere il premio Tezuka nel 1980 che poi gli permise di serializzare su Shonen Jump la sua prima opera, Cat’s Eye. Lo stesso Hojo ci rivela di vergognarsi un po’ di far leggere quest’opera che non ritiene al pari delle altre. Io posso dirvi che al di là del disegno, che sente il peso degli anni, la trama non risulta essere male anche se non al pari delle altre storie presenti nella collana. Storia che verte sulle disavventure di due gruppi, uno di ragazzi, appartenenti ad una scuola maschile che seguono il filone tradizionalista, con una mentalità chiusa nella tradizione giapponese e che non vede di buon occhio l’apertura della società giapponese all’occidente, e un gruppo di ragazze che appartengono ad una scuola cattolica e che seguono una mentalità aperta all’occidentalizzazione. Gruppi che si ritroveranno a convivere in uno stesso dormitorio fino all’unificazione delle due scuole da parte dei rispettivi presidi, i quali si scopriranno essere felicemente sposati. A voi giudicare se il tutto era stato preventivamente escogitato dalla felice coppietta per far crescere, in tutti i sensi, i diletti scolaretti.
Infine il volume si chiude con due storie brevi intitolate rispettivamente “City Hunter XYZ” e “City Hunter Double Edged”. Come avrete capito costituiscono i cosiddetti episodi pilota di quel gran successo che seguirà negli anni e che porta il nome di City Hunter, lo stallone di Shinjiku! Entrambe le storie sono molto accattivanti e ci fanno conoscere per la prima volta quel gran marpione di Ryo Saeba, e sono volte su tematiche abbastanza serie anche se, in modo particolare la prima, trova diversi spunti ironici. La seconda invece è sicuramente un piccolo capolavoro, ciò dovuto sia alla trama che si basa sul romanzo Dottor Jekyll e Mister Hyde, che al finale drammatico che ben ci fa comprendere la completezza come autore di Hojo.
L’intera collana rappresenta a mio giudizio una piccola perla che non può assolutamente mancare nella collezione personale di qualsiasi appassionato di manga, ma che consiglierei anche a qualsiasi fruitore abituale di letteratura in genere. Le opere scritte e ideate da Tsukasa Hojo puntano in alto, riescono a trasmettere molto al lettore con tematiche che variano di volta in volta, da storia a storia, ma che mantengono sempre una linea di drammaticità sentita fortemente.
Un dieci secondo me meritato per la bellezza dei disegni e per la poesia che le storie riescono a trasmettere, insomma è questo uno di quei casi in cui si può parlare a tutti gli effetti del fumetto come nona arte.
Problematica attuale è reperire l’opera che è fuori catalogo e non è più acquistabile dal servizio arretrati Star Comics. Unica possibilità di acquisto è riferirsi ad una fumetteria che magari ancora tiene qualche copia dimenticata in magazzino o sugli scaffali o puntare, un po’ tristemente a mio dire, sul mercato dell’usato. Situazione che vorrei veder ben presto sbloccata perché sicuramente una collana del genere merita di essere sempre reperibile e meriterebbe anche un’edizione degna delle storie che contiene. Non nego quindi il mio desiderio che presto qualche editore italiano decida di riproporre quest’opera, magari pubblicata all’interno di soli 2 volumetti come mi sembra sia stato fatto in Giappone, in una bella edizione di qualità con sovracopertina, tavole con illustrazioni a colori, così come tutte le altre opere, minori o meno, di Hojo.