Recensione
Hojo World 2 - Ciliegi in fiore
10.0/10
Hojo World 2, come lo stesso titolo vi avrà già suggerito, è il secondo volumetto di tre contenente tutte le opere brevi di Tsukasa Hojo, pubblicate in Giappone in varie riviste e poi accorpate all’interno di questa collana. Anche questi tre albi sono stati importati qui in Italia grazie alla Star Comics, che li ha pubblicati all’interno della collana Point Break nei primi mesi del 2000. Stessa collana su cui sono state poi pubblicate le altre storie brevi di Hojo, Tra i Raggi del Sole composta da tre albi e Rash, serializzata in soli 2 volumetti. L’edizione è quella classica dell’editore perugino, edizione economica che comunque si attesta su un ottimo livello qualità-prezzo. Buona la carta così come la copertina, inchiostro che non lascia tracce sulla punta delle dita, pagine che non lasciano trasparire cosa c’è oltre. Mancano editoriali di spessore e tavole illustrate a colori che avrebbero impreziosito un’opera di spessore come questa. Il prezzo di copertina puntava sulle 6000 lire, che dovrebbero attestarsi sui 3 euro circa attuali. Mettendoci l’inflazione della moneta direi che come edizione si attesta sulla classica edizione attuale Star Comics da 4,20 euro.
L’intera collana rappresenta a mio giudizio una piccola perla che non può assolutamente mancare nella collezione personale di qualsiasi appassionato di manga, ma che consiglierei anche a qualsiasi fruitore abituale di letteratura in genere e questo secondo volumetto non fa eccezioni. Le opere scritte e ideate da Tsukasa Hojo puntano in alto, riescono a trasmettere molto al lettore con tematiche che variano di volta in volta, da storia a storia, ma che mantengono sempre una linea di drammaticità sentita fortemente durante la lettura.
Drammaticità che ritroviamo anche all’interno delle quattro storie brevi presenti in questo secondo volume.
La prima storia, che dà il titolo all’intero albo, è “Ciliegi in fiore”, e rappresenta l’episodio pilota della successiva opera di Hojo, “Tra i Raggi del Sole”, composta da soli tre volumetti e pubblicata dalla Star sempre su Point Break qualche mese dopo l’albo in questione. Parla della storia di un ragazzino, il quale è fortemente legato a un albero di ciliegio che sorge nel suo giardino e che in passato, a detta del ragazzo, gli salvò la vita. Ora il tanto amato albero sembra sia destinato a giungere ai suoi ultimi momenti, ed è qui che entra in scena la nuova compagna di classe del ragazzo, la quale oltre alle vicende scolastiche risulterà essere sua vicina di casa in quanto, il prestante e “Falconizzato” papà della bimba è titolare di un vivaio itinerante. La bambina, dotata di particolari poteri che definirei “esper”, ha la capacità di parlare con le piante e di capire i loro sentimenti, da qui nascerà un racconto ben caratterizzato che trova quale unica pecca la brevità delle pagine concessegli.
A seguire troveremo “Una famiglia ideale”, storia anch’essa di spessore connaturata da un forte senso di drammaticità che trova però in questo caso un epilogo pienamente positivo anche se Hojo non svela pienamente come andrà a finire, lasciando quindi anche in questo caso al lettore una possibilità su come far proseguire la vicenda.
Terza storia presente è “Taxi driver”, che sfrutta un filone in questo periodo molto abusato quale può essere quello dei vampiri. Il protagonista della vicenda è infatti un povero vampiro “decaduto” rispetto ai fasti e alla nobiltà della sua stirpe che per sopravvivere, sia economicamente che “sanguignamente”, fa il tassista notturno. Naturalmente si tratta di un vampiro dall’indole buona che ricorda però in molti aspetti il noto Ryo Saeba. Storia questa che si conclude ahimè tragicamente, rendendo però l’opera un qualcosa che non possa apparire assolutamente banale (ciò naturalmente in previsione alla situazione attuale, in cui siamo bombardati da film, fiction e manga sui vampiri. All’epoca della serializzazione ciò sicuramente non era sentito).
Ultima storia presente nel secondo albo della collana è “Sogno di fine estate”, che incentra la storia sulle vicende di una giovane ragazza, orfana di madre, che prova un forte sentimento inspiegato di odio verso la figura paterna. Da qui vedremo l’evolversi della situazione e ci saranno spiegate le motivazioni di questo particolare sentimento che troverà infine, pur senza qualche picco di drammaticità, soluzione.
Insomma quattro avventure dalle tematiche non molto puerili, che però non impediscono la lettura anche al più giovane degli appassionati che magari le leggerà sotto un’altra ottica, le quali si differenziano dalle più scanzonate opere dell’autore.
Ed è qui il bello di Hojo, autore a mio giudizio completo che riesce a far emergere molto dai suoi racconti. Hojo studia i personaggi e li analizza con cura, mette il lettore nella condizione di immedesimarsi e di entrare nella psiche del o dei personaggi. Anche nelle altre opere, quali Cat’s Eye e City Hunter, troviamo sempre una cura nella realizzazione, che non si basa solo su scenette comiche pronte a far emergere un sorriso compiaciuto sulle labbra del lettore, ma anche su tematiche più forti. Qui, pur nella brevità della narrazione ciò è presente e ancor più concentrato, Hojo si dimostra un autore capace di puntare in alto, al pari di importanti letterati entrati ormai nella storia.
Un dieci secondo me meritato per la bellezza dei disegni e per la poesia che le storie riescono a trasmettere, insomma è questo uno di quei casi in cui si può parlare a tutti gli effetti del fumetto come nona arte.
Problematica attuale è reperire l’opera che è fuori catalogo e non è più acquistabile dal servizio arretrati Star Comics. Unica possibilità di acquisto è riferirsi ad una fumetteria che magari ancora tiene qualche copia dimenticata in magazzino o sugli scaffali o puntare, un po’ tristemente a mio dire, sul mercato dell’usato. Situazione che vorrei veder ben presto sbloccata perché sicuramente una collana del genere merita di essere sempre reperibile e meriterebbe anche un’edizione degna delle storie che contiene. Non nego quindi il mio desiderio che presto qualche editore italiano decida di riproporre quest’opera, magari pubblicata all’interno di soli 2 volumetti come mi sembra sia stato fatto in Giappone, in una bella edizione di qualità con sovracopertina, così come tutte le altre opere, minori o meno, di Hojo.
L’intera collana rappresenta a mio giudizio una piccola perla che non può assolutamente mancare nella collezione personale di qualsiasi appassionato di manga, ma che consiglierei anche a qualsiasi fruitore abituale di letteratura in genere e questo secondo volumetto non fa eccezioni. Le opere scritte e ideate da Tsukasa Hojo puntano in alto, riescono a trasmettere molto al lettore con tematiche che variano di volta in volta, da storia a storia, ma che mantengono sempre una linea di drammaticità sentita fortemente durante la lettura.
Drammaticità che ritroviamo anche all’interno delle quattro storie brevi presenti in questo secondo volume.
La prima storia, che dà il titolo all’intero albo, è “Ciliegi in fiore”, e rappresenta l’episodio pilota della successiva opera di Hojo, “Tra i Raggi del Sole”, composta da soli tre volumetti e pubblicata dalla Star sempre su Point Break qualche mese dopo l’albo in questione. Parla della storia di un ragazzino, il quale è fortemente legato a un albero di ciliegio che sorge nel suo giardino e che in passato, a detta del ragazzo, gli salvò la vita. Ora il tanto amato albero sembra sia destinato a giungere ai suoi ultimi momenti, ed è qui che entra in scena la nuova compagna di classe del ragazzo, la quale oltre alle vicende scolastiche risulterà essere sua vicina di casa in quanto, il prestante e “Falconizzato” papà della bimba è titolare di un vivaio itinerante. La bambina, dotata di particolari poteri che definirei “esper”, ha la capacità di parlare con le piante e di capire i loro sentimenti, da qui nascerà un racconto ben caratterizzato che trova quale unica pecca la brevità delle pagine concessegli.
A seguire troveremo “Una famiglia ideale”, storia anch’essa di spessore connaturata da un forte senso di drammaticità che trova però in questo caso un epilogo pienamente positivo anche se Hojo non svela pienamente come andrà a finire, lasciando quindi anche in questo caso al lettore una possibilità su come far proseguire la vicenda.
Terza storia presente è “Taxi driver”, che sfrutta un filone in questo periodo molto abusato quale può essere quello dei vampiri. Il protagonista della vicenda è infatti un povero vampiro “decaduto” rispetto ai fasti e alla nobiltà della sua stirpe che per sopravvivere, sia economicamente che “sanguignamente”, fa il tassista notturno. Naturalmente si tratta di un vampiro dall’indole buona che ricorda però in molti aspetti il noto Ryo Saeba. Storia questa che si conclude ahimè tragicamente, rendendo però l’opera un qualcosa che non possa apparire assolutamente banale (ciò naturalmente in previsione alla situazione attuale, in cui siamo bombardati da film, fiction e manga sui vampiri. All’epoca della serializzazione ciò sicuramente non era sentito).
Ultima storia presente nel secondo albo della collana è “Sogno di fine estate”, che incentra la storia sulle vicende di una giovane ragazza, orfana di madre, che prova un forte sentimento inspiegato di odio verso la figura paterna. Da qui vedremo l’evolversi della situazione e ci saranno spiegate le motivazioni di questo particolare sentimento che troverà infine, pur senza qualche picco di drammaticità, soluzione.
Insomma quattro avventure dalle tematiche non molto puerili, che però non impediscono la lettura anche al più giovane degli appassionati che magari le leggerà sotto un’altra ottica, le quali si differenziano dalle più scanzonate opere dell’autore.
Ed è qui il bello di Hojo, autore a mio giudizio completo che riesce a far emergere molto dai suoi racconti. Hojo studia i personaggi e li analizza con cura, mette il lettore nella condizione di immedesimarsi e di entrare nella psiche del o dei personaggi. Anche nelle altre opere, quali Cat’s Eye e City Hunter, troviamo sempre una cura nella realizzazione, che non si basa solo su scenette comiche pronte a far emergere un sorriso compiaciuto sulle labbra del lettore, ma anche su tematiche più forti. Qui, pur nella brevità della narrazione ciò è presente e ancor più concentrato, Hojo si dimostra un autore capace di puntare in alto, al pari di importanti letterati entrati ormai nella storia.
Un dieci secondo me meritato per la bellezza dei disegni e per la poesia che le storie riescono a trasmettere, insomma è questo uno di quei casi in cui si può parlare a tutti gli effetti del fumetto come nona arte.
Problematica attuale è reperire l’opera che è fuori catalogo e non è più acquistabile dal servizio arretrati Star Comics. Unica possibilità di acquisto è riferirsi ad una fumetteria che magari ancora tiene qualche copia dimenticata in magazzino o sugli scaffali o puntare, un po’ tristemente a mio dire, sul mercato dell’usato. Situazione che vorrei veder ben presto sbloccata perché sicuramente una collana del genere merita di essere sempre reperibile e meriterebbe anche un’edizione degna delle storie che contiene. Non nego quindi il mio desiderio che presto qualche editore italiano decida di riproporre quest’opera, magari pubblicata all’interno di soli 2 volumetti come mi sembra sia stato fatto in Giappone, in una bella edizione di qualità con sovracopertina, così come tutte le altre opere, minori o meno, di Hojo.