Recensione
Blame!
8.0/10
Manga decisamente controverso, inutile dire che fermarsi ad una prima lettura lascia un concetto superficiale dell'opera e rende impossibile districarsi nei meandri della "megastruttura", rendendo molto facile perdere il filo del discorso, tutt'altro che facile da seguire.
Molto spesso impervi gli ambienti quanto purtroppo anche la trama che non sembra il punto forte del lavoro dell'architetto Nihei.
Appunto, architetto, si vede eccome, perché dice bene chi sostiene che in Blame! più che la storia, ancor più che i protagonisti in carne e ossa, il vero fulcro sia rappresentato dal contesto nel quale si svolge l'intera vicenda, un contesto alquanto particolare e vivo: l'ambiente si modifica e si evolve più e meglio degli stessi attori che in esso cercano di barcamenarsi tra creature, amiche e ostili.
Le atmosfere meritano davvero, tetre e oscure sono le strade e i luoghi che Killy deve attraversare per raggiungere il suo scopo ultimo.
Il disegno è piacevole, anche se l'autore è riuscito a migliorarlo nei successivi lavori, si denota una quasi mancanza di dialoghi, il che non aiuta affatto a capire situazioni alquanto ingarbugliate, ma va sottolineato ancora una volta che in Blame! è l'occhio che gode a pieno... più della mente.
In effetti è qui che va sottolineata la pecca maggiore da attribuire al manga, la traduzione italiana. Un orrore, ed è un complimento, stravolto molto spesso il senso dell'intero racconto che già di suo non è di facile comprensione. Un vero peccato perché chi non ha saputo resistere o non è riuscito a rimediare diversamente e si è trovato innanzi al nulla in quanto a narrazione, qualcosa di inutilmente complicato, magari insistendo nel voler capire la trama senza soffermarsi più di tanto sul resto.
Infine, nessuna affermazione calza meglio del "Blame! o si ama o si odia", è un esperimento dall'inizio alla fine e come tale va trattato e come tale mi ha decisamente soddisfatto.
Molto spesso impervi gli ambienti quanto purtroppo anche la trama che non sembra il punto forte del lavoro dell'architetto Nihei.
Appunto, architetto, si vede eccome, perché dice bene chi sostiene che in Blame! più che la storia, ancor più che i protagonisti in carne e ossa, il vero fulcro sia rappresentato dal contesto nel quale si svolge l'intera vicenda, un contesto alquanto particolare e vivo: l'ambiente si modifica e si evolve più e meglio degli stessi attori che in esso cercano di barcamenarsi tra creature, amiche e ostili.
Le atmosfere meritano davvero, tetre e oscure sono le strade e i luoghi che Killy deve attraversare per raggiungere il suo scopo ultimo.
Il disegno è piacevole, anche se l'autore è riuscito a migliorarlo nei successivi lavori, si denota una quasi mancanza di dialoghi, il che non aiuta affatto a capire situazioni alquanto ingarbugliate, ma va sottolineato ancora una volta che in Blame! è l'occhio che gode a pieno... più della mente.
In effetti è qui che va sottolineata la pecca maggiore da attribuire al manga, la traduzione italiana. Un orrore, ed è un complimento, stravolto molto spesso il senso dell'intero racconto che già di suo non è di facile comprensione. Un vero peccato perché chi non ha saputo resistere o non è riuscito a rimediare diversamente e si è trovato innanzi al nulla in quanto a narrazione, qualcosa di inutilmente complicato, magari insistendo nel voler capire la trama senza soffermarsi più di tanto sul resto.
Infine, nessuna affermazione calza meglio del "Blame! o si ama o si odia", è un esperimento dall'inizio alla fine e come tale va trattato e come tale mi ha decisamente soddisfatto.