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4.0/10
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Che dire, questo manga mi sembra un'immensa cavolata. Già Hellsing, a mio parere, non vantava né originalità né un buon cast; persino il tanto vantato Alucard mi è sempre sembrato totalmente privo di spessore e, soprattutto, incredibilmente antipatico. Ciononostante, Drifters mi è parso ancora peggiore. Di seguito lo analizzerò un po' più nel dettaglio.

Toyohisa Shimazu, del Clan Shimazu, è un samurai dell'epoca Sengoku che, dopo essere scampato per miracolo (anche se incredibilmente ferito) ad una durissima battaglia contro un clan nemico, si ritrova in un corridoio bianco le cui pareti presentano, ad intervalli regolari, un'infinità di porte. In questo luogo si trova davanti ad un bizzarro uomo seduto ad una scrivania che, scrivendo su di un foglio il nome del samurai, fa in modo che una forza invisibile lo trascini attraverso uno dei molti ingressi che si aprono dalle pareti. Risvegliandosi dall'altra, Toyohisa si troverà in un misterioso mondo di abitato da elfi, nani, orchi ed altre creature mitologiche. Qui, dopo essere stato salvato da due ragazzi elfi, farà conoscenza con (rullo di tamburi) Nobunaga Oda, ritenuto morto da quasi vent'anni. Nobunaga, anch'egli ignaro del motivo per cui si trovano in quel mondo, dimora in un castello diroccato insieme a Nasu no Yoichi, altro personaggio storico giapponese vissuto addirittura 500 anni prima...

Se ad una prima impressione mi sembrava che la trama potesse risultare interessante, dopo aver letto i capitoli che sono riuscito a procurarmi (i primi 14, precisamente) mi sono ricreduto. Mi è infatti parso che, oltre a svilupparsi in modo abbastanza insulso, essa non fosse altro che un banale pretesto per portare il protagonista a mozzare arti e teste e fare gag (per altro poco divertenti) che trasformano lui e Nobunaga in una specie di duo comico malriuscito.
Lo stile di disegno è pressoché lo stesso degli ultimi volumi di Hellsing, uno stile che, pur essendo migliore di quello dei volumi precedenti, non mi entusiasma particolarmente. Devo tuttavia ammettere che adoro le vignette in cui Hirano oscura quasi interamente un personaggio, rendendo visibile solamente il suo sguardo omicida.
Parlando dei personaggi, infine, il mio commento si trova ad essere diviso in due. Se da una parte ho apprezzato molto il character design, specialmente quello del protagonista e dell'uomo nel corridoio, dal punto di vista della caratterizzazione mi sono sembrati tutti quanti scialbi; per dirla in breve, sembra che le uniche cose che sappiano fare siano massacrare (mostrandoci così il talento del sensei Hirano per le scene splatter), litigare e, come già ho detto in precedenza, esibirsi in siparietti comici.
Per concludere, questo manga mi ha decisamente deluso: mi ero aspettato qualcosa di livello più alto rispetto ad Hellsing, ma evidentemente mi ero sbagliato in pieno.