logo GamerClick.it

-

Mai lettura di shounen mi fu più lieta, escluso Dragon Dai, ovviamente!
Avevo già visto la serie TV (o almeno, fino al torneo con i fratelli Toguro), e con un affarone ho comprato la serie in blocco (e letta famelicamente in circa 3 giorni).
Beh che dire? Mi è piaciuta, così come mi piace ogni genere di storia che tratta di demoni, spiriti, morti, fantasmi e compagnia cantante. Purtroppo non so quanto riuscirò ad essere obbiettiva in questa recensione!

La storia rientra nel classico genere sovrannaturale, sinceramente non me ne vengono in mente di similari, a parte un certo pezzo di Dragon Ball, dove la tematica dell'aldilà è comunque trattata in maniera superficiale.
Decisamente, a questo shounen manca la superficialità: i personaggi hanno il loro classico level up, momento di sconfitta e di "resurrezione", ma nel frattempo vivono nella loro realtà (il Giappone anni '90), affrontano tematiche reali e non (bullismo, suicidio giovanile, demoni impazziti, e per gli altri leggetevi la storia eh!), e ovviamente se c'è di mezzo Yusuke Urameshi la soluzione sarà un bel calcio nelle parti basse o un pugno pronto a spezzarti la faccia. Tranquilli, ogni singolo pugno o calcio viene sferrato con logica semplice e disarmante, nessuna scazzottata è gratuita, nessuno sputo di sangue, o budella impazzita. Ogni singolo pensiero emesso da ogni personaggio, che sia umano o non, vivo o non, è armato di logica e di senso, nulla nella storia è lasciato al caso (tralasciando i momenti di calo dell'autore e le storielle bonus dell'ultimo volume). E questo direi che è un punto di forza di questa storia, una di quelle cose che ti fa dire "cavolo, anch'io avrei voluto scrivere e disegnare una storia così tosta!", penso che riuscire a dire cose vere ed attuali parlando non necessariamente della realtà con tono lagnoso o di autocommiserazione sia un pregio di pochi autori, e, nel bene o nel male, Mr. Togashi è uno di loro (in questo caso).
Ok lo ammetto, in alto c'è scritto che è "solo" uno shounen, ma in molti altri casi si trova scritto "seinen/josei" e non si trovano contenuti o disegni decenti.

I disegni sono particolari, Togashi è uno di quei mangaka che riconosci dal segno anche a distanza, specialmente per la passione per le pieghe dei vestiti, di cui riempie i personaggi. A me personalmente piace molto, trovo che un disegno personale ed espressivo sia fondamentale per un fumettista.

La pecca di questo fumetto, che a me è comunque piaciuta e mi ha fatto decisamente ridere, è che l'autore da un certo volume in poi inizia a venir meno al disegno.
Spiego meglio: nel volume 1 i disegni sono quello che sono, mano a mano migliorano e raggiungono l'apice nella descrizione dei personaggi e degli ambienti, ma dal volume 15 si assiste alla discesa negli inferi dei retini, mentre i fondali iniziano ad essere rapiti da creature misteriose e l'inchiostrazione si sintetizza sempre più, arrivando a tavole scarne, con vignette che mi hanno lasciato il sospetto fossero addirittura matite scansionate coi toni del nero, segni sporchi e dinamici (esempio, vol. 19 pag 12, lì ho riso come una pazza lo ammetto, e le magnifiche pagg 34/35 del vol 18, per non parlare dello stesso volume a pag 21, con un mezzobusto di un personaggio così sporco da farmi pensare a un sottile delirio dato da un'unione tra Kentaro Miura e Takehiko Inoue!).
E, lo ammetto, mi sono piaciute, terribilmente! In un manga del 1990 trovare certi segni, macchie, dinamismi che si intravedono a malapena nelle tavole e negli schizzi inchiostrati in modo "fossilizzante" da Hiroshi Shiibashi nel suo "I signori dei mostri" (2008), beh, mi emoziona.
Lo so che li è mancanza di voglia di lavorare (ed è per questo che ci ho riso su), però funzionano, narrano, sono piazzati in momenti dove la storia viene a mancare per svogliatezza ma viene aiutata e sorretta solo da disegni, in una corsa finale verso l'ultima pagina che ha fatto correre pure me lettore.

I volumetti sono i classici Star Comics fine anni '90, avendoli presi usati (e probabilmente chi me li ha venduti li ha tenuti in un luogo caldo e asciutto,oltre che stretti come sardine) si erano un poco "seccati", i primi scricchiolavano ma non c'è stata nessuna scollatura grave (grazie Star Comics che hai fatto per prima i segni sulla copertina per piegare il cartone!).

Il mio voto poteva essere più alto (circa un 13 direi), ma mi terrò sul 9, sapendo che sono molto sul soggettivo e che desideravo da tanto questo fumetto, ne consiglio la lettura perché è piacevole da leggere, non annebbia troppo il cervello e ogni tanto ti dà quel colpo allo stomaco che fa sempre bene mettere in ogni storia.

Se pensate che il nostro mondo non sia come sembra, se sentite ribollire qualcosa di strano nel vostro sangue, se sentite voci e sguardi nel vuoto della vostra stanza, se volete porvi un bel po di domande, questo è il manga che fa per voi. In fondo, chi è peggio tra gli spettri e gli umani?