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6.0/10
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L'idea di fondo è molto buona ed originale, oltre ad affrontare una tematica piuttosto sensibile per il popolo nipponico (non tanto la morte in sé quanto l'atto del suicidio). Ma dopo una buona partenza, Sho Kitagawa dimostra di non avere particolare doti narrative nel trattare tali argomenti, limitandosi ad una serie di approfondimenti piuttosto banali ed imbastendo un abbozzo di sceneggiatura che rimane incompiuto soprattutto alla luce del deludente ed affrettato finale.

Anche i disegni non brillano per la loro realizzazione, anzi, spesso le tavole peccano di particolari e non rimangono impresse se non per il ricercato (quello sì) effetto grandguignolesco.
Non un pessimo manga, sia chiaro, ma si tratta comunque di cinque volumi che possono lasciare l'amaro in bocca, specialmente alla luce delle potenzialità del soggetto.