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10.0/10
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The Calling è una piccola e purtroppo poco nota gemma della produzione a fumetti nipponica, a partire dall'edizione, lussuosa e con un prezzo all'epoca - ma anche per gli standard odierni! - piuttosto impegnativo (ho persino coperto il prezzo con un bollino ai tempi, quando pur con una provvidenziale cadenza non mensile questa miniserie mise a dura prova il mio ridottissimo budget). Ma è una spesa che non rimpiango minimamente.
Quello che rimpiango piuttosto è la chiusura della Shin che la pubblicò, e la natura di nicchia sia della serie sia del prezzo, che non hanno permesso da noi il giusto riconoscimento e notorietà per una storia e un'autrice (Reiko Okano) versatile nei generi e di alto livello generale, che sa parlare con un linguaggio colto, maturo e mai volgare né estremo, tuttavia capace di coniugare eleganza ed efficacia narrativa, sia che ci parli della vita di Abe Seimei sia di giovani giapponesi anni '80 con parentesi da monaci buddisti, sia di un medioevo immaginario ma dettagliatissimo e verosimile.

Pienamente medievale ed occidentale è proprio l'ambientazione di The Calling, trasposizione del premiato romanzo fantasy 'The Forgotten Beasts of Eld' di Patricia McKillip, quest'ultimo pubblicato anche in Italia ben più di un decennio fa ormai.
Nel manga sfondi, architetture, abbigliamento e creature fantastiche sono rese dalla Okano attingendo a suggestioni molteplici: dalle miniature agli affreschi gotici ai bestiari, passando attraverso la riscoperta del medioevo nell'arte del Romanticismo e pre-raffaellita in particolare; ad alcuni richiami all'arte babilonese e agli arazzi, tra cui il celebre arazzo di Bayeux di età normanna.
In accordo all'ambientazione i personaggi hanno tratti somatici plausibilmente occidentali, ma il tratto particolare dell'autrice conferisce loro, pur nella minuziosità dei dettagli, un che di arioso tipico di certa arte giapponese.
L'edizione italiana infine, con la sua sovracoperta perlescente, i dettagli metallizzati e il rispetto delle prime pagine acquerellate a colori, suggella la sensazione di trovarsi a qualcosa di prezioso, come furono i codici miniati e rilegati all'epoca in cui la storia si svolge. Completa il tutto il cofanetto, laminato e robustissimo e intatto dopo più di un decennio: niente scollature, niente macchie sul cartone, niente scoloriture o deformazioni, idem per i volumetti. Insomma, un'edizione curatissima e di qualità.

Passiamo finalmente alla storia e ai personaggi.
La protagonista femminile è Sybel, una giovane maga col potere di richiamare e soggiogare uomini e creature di ogni tipo. Abilità e poteri che erano anche del padre, il quale, invaghitosi della principessa del regno locale avventuratasi vicino alla sua dimora, proprio grazie al potere del richiamo riuscì ad irretirla. Così è nata Sybel, la quale però è vissuta isolata ed educata dal padre nell'immensa dimora del mago, con la sola compagnia di un'immensa biblioteca e delle più rare e straordinarie creature del mondo: animali saggi e potenti, un tempo divinità e in seguito dimenticati dagli uomini. Rispetto al padre però Sybel non ha mai esercitato il potere del richiamo su altri esseri umani.
La narrazione si apre nel momento in cui il mondo esterno bussa - letteralmente - alle porte del mondo chiuso della giovane maga, nella forma di un cavaliere ferito e con in braccio un neonato. Il cavaliere e protagonista maschile della storia, Coren del Sirle, le implora di prendersi cura del neonato in nome della parentela che la legherebbe al bambino: un principe, figlio adulterino della sorella della madre di Sybel. La ragazza, all'inizio riluttante e fredda, diffidente verso il mondo esterno e le sue follie (da lei osservate mentre la sua mente per anni ha sondato il mondo intero alla ricerca dell'ennesimo animale leggendario, il Liralen, somigliante ad un immenso pavone/fenice dalle candide piume), cambia però atteggiamento quando il cavaliere, messo a confronto con gli animali magici, invece di spaventarsi e fuggire la stupisce dimostrando di conoscere e percepire leggende ed entità rare e persino a lei sconosciute (Coren è 'settimo figlio di un settimo figlio'), e mostrando anche una genuina curiosità e rispetto per tali creature.
La giovane accetta quindi di allevare il bambino, Tamlorn, a condizione di non venire coinvolta negli intrighi politici e nella guerra in corso, rinfocolatasi in seguito alla relazione tra sua zia - la regina madre del bambino - e il prediletto tra i fratelli di Coren, membro della famiglia regnante limitrofa e rivale.
La presenza del bambino e le annesse visite dell'imprevedibile Coren, oltre all'aiuto di Maelga, una anziana fattucchiera (che, conosciuta grazie al bambino, diventa una specie di amica/zia/tata) costituiscono già però per Sybel un coinvolgimento col mondo esterno e la fine del suo ideale di neutralità e tranquillo distacco.
Crescendo poi il desiderio di Tamlorn di conoscere suo padre la spinge a contattare l'uomo.
Ed è così che Sybel, complice anche l'aver rubato con le sue arti magiche un libro raro di troppo alla persona sbagliata, si ritroverà sia a provare sia a ricevere attenzioni, sentimenti e turbamenti (l'amore filiale come quello romantico, l'ambizione, la lussuria, il risentimento, la vendetta, il rimorso, il rimpianto, la disperazione, la follia, l'illuminazione...) che nessun libro e nessun potere del richiamo può domare o controllare, non senza prima conoscere veramente se stessi ed esser(si) messi alla prova.

È una storia magnifica e resa altrettanto magnificamente, dove il fantasy si fa strumento di scavo nell'interiorità dei personaggi, ne rivela la natura e ne catalizza la crescita: dulcis in fundo l'apparizione del fantomatico Liralen, che riserva un paio di sorprese al lettore.
Affascinante, incantevole, a volte crudele e persino cruento (alcune sequenze oniriche in particolare sono molto efficaci), a volte sensuale, con un cast di personaggi dalle molte sfaccettature, è un manga di un equilibrio e bellezza rari, per certi aspetti unico tra i titoli pubblicati in Italia.
Per gli amanti del fantasy colto e riflessivo, ma anche per chi normalmente non apprezza il genere e ricerca una lettura adulta nel senso migliore del termine. Da recuperare insomma. Ne vale davvero la pena.