Recensione
Calling You
10.0/10
Recensione di GeassOfLelouch
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Calling You è un volumetto singolo di genere drammatico scritto da Setsuri Tsuzuki su soggetto originale di Otsuichi. Contiene due storie, tratte da un'opera dallo scrittore Otsuichi.
Nella prima storia, Calling You - Solo Tu puoi sentirmi, Ryo Aihara è una ragazza di Yokohama chiusa e introversa che si chiude nel suo mondo. Ryo infatti vorrebbe avere un cellulare come tutti i suoi amici e compagni ma si ridice più volte che "sono una persona che non ha nessuno con cui parlare", autoalimentando il proprio dramma. Ecco che immagina come vorrebbe il suo telefonino ma già sa che "non può ricevere chiamate", quando d'improvviso riceve una chiamata al "cellulare che ha in testa" - sì avete letto bene, ma non fatevi scoraggiare visto che siamo di fronte a una storia drammatica e profonda: proseguite la lettura della recensione.
Fa così la conoscenza di Shinya Nozaki, liceale come lei ma di Hokkaido, e dopo alcuni minuti di conversazione riattacca il proprio telefono immaginario: ecco che partono in lei i primi dubbi che sia pazza e che la solitudine che tanto odia le stia tirando un cattivo tiro, ma vuole saperne di più quindi fa un tentativo.
Prova a chiamare il numero del meteo, ma il cellulare le dice che il numero non esiste quindi riceve un'altra chiamata da una ragazza, Harada, che la fa calmare dicendo di non preoccuparsi e le suggerisce un metodo per rassicurarla che questa persona esista seriamente. I due infatti si chiamano in due librerie e a turno si dicono di prendere una determinata rivista della quale ignorano il contenuto e a turno ne verificano il contenuto che si dicono per telefono: ecco con grande stupore di entrambi che hanno una prova tangibile di non essere pazzi e della rispettiva esistenza!
Quindi Nozaki e Ryo si sentono spesso tramite i rispettivi cellulari immaginari conoscendosi meglio e il ragazzo la aiuta pian piano a superare il suo dramma della paura di comunicare con gli altri, i due dopo un mesetto decidono di vedersi ma...
Nel secondo racconto, Ferite - Kiz/Kids, Keigo è un ragazzino che sfoga il suo astio verso il padre utilizzando la violenza sugli altri. Il bambino fa la conoscenza e diventa subito amico di Asato quando anch'egli viene trasferito nella classe di Keigo, "una classe speciale composta da bambini di tutte le età che, a causa di qualche disturbo, non riescono ad ambientarsi nelle classi normali".
Asato ha uno strano potere, può trasferire i lividi, le cicatrici, le fratture e le ferite che gli altri possiedono su di sé, e allo stesso modo può trasferirli sugli altri.
Keigo quindi sfrutterà il potere di Asato, la cui candida anima gli impedisce di traferire le ferite sugli altri ma di addossarsele, per riversare la ferita infertagli a Keigo dal padre su quest'ultimo che è ricoverato in ospedale.
Ma questi due cani randagi, questi due figli indesiderati, riusciranno a superare le proprie pene grazie alla salda amicizia che li lega perché una visione pessimistica della vita non porta che ad un malessere esistenziale e cosmico.
La prima storia l'ho trovata molto originale e il fatto di descrivere un dramma interiore in questo modo, un disadattamento e una difficoltà di rapporto con il prossimo in tal maniera mi ha fatto provare i sentimenti e vestire i panni meglio della sfortunata protagonista.
Anche il secondo racconto mi ha lasciato molto, è molto evocativo nel suo essere una visione del mondo reale, crudo, malvagio e spietato da parte di due bambini reietti che la vita e le proprie famiglie non vogliono.
Le atmosfere sono dominate dall'elevata potenza espressiva delle parole che sovrastano i disegni, i quali ben si adattano alle frasi in essi contenute donandogli ancor più espressività.
Il tratto è morbido, dolce, ma allo stesso tempo triste e con sfumature nostalgiche; spesso inoltre i personaggi sono inquadrati di spalle accrescendo il mistero e lasciando un'ulteriore interpretazione dell'espressività delle loro parole. A tal proposito non aspettatevi terminologia forbita o elevate ambiguità da opere che fanno fare molta ginnastica al cervello: la trama è lineare e quindi scoprirete tutti i dettagli nelle giuste tempistiche.
Le tematiche del dramma, della tristezza, della solitudine, del disadattamento, la voglia di addossarsi il carico della sofferenza di tutto mondo e un altro tema importante sovrannaturale a me caro, che scoprirete alla fine del primo episodio, sono splendidamente descritte e rappresentate dalla copertina che è molto evocativa.
Allo stesso modo la copertina non accenna nulla della seconda sciagurata storia.
Una menzione speciale va all'edizione italiana, pur non conoscendo quella originale, il cui materiale della sovracopertina l'ho apprezzato molto al tatto.
Voto: 10.
Nella prima storia, Calling You - Solo Tu puoi sentirmi, Ryo Aihara è una ragazza di Yokohama chiusa e introversa che si chiude nel suo mondo. Ryo infatti vorrebbe avere un cellulare come tutti i suoi amici e compagni ma si ridice più volte che "sono una persona che non ha nessuno con cui parlare", autoalimentando il proprio dramma. Ecco che immagina come vorrebbe il suo telefonino ma già sa che "non può ricevere chiamate", quando d'improvviso riceve una chiamata al "cellulare che ha in testa" - sì avete letto bene, ma non fatevi scoraggiare visto che siamo di fronte a una storia drammatica e profonda: proseguite la lettura della recensione.
Fa così la conoscenza di Shinya Nozaki, liceale come lei ma di Hokkaido, e dopo alcuni minuti di conversazione riattacca il proprio telefono immaginario: ecco che partono in lei i primi dubbi che sia pazza e che la solitudine che tanto odia le stia tirando un cattivo tiro, ma vuole saperne di più quindi fa un tentativo.
Prova a chiamare il numero del meteo, ma il cellulare le dice che il numero non esiste quindi riceve un'altra chiamata da una ragazza, Harada, che la fa calmare dicendo di non preoccuparsi e le suggerisce un metodo per rassicurarla che questa persona esista seriamente. I due infatti si chiamano in due librerie e a turno si dicono di prendere una determinata rivista della quale ignorano il contenuto e a turno ne verificano il contenuto che si dicono per telefono: ecco con grande stupore di entrambi che hanno una prova tangibile di non essere pazzi e della rispettiva esistenza!
Quindi Nozaki e Ryo si sentono spesso tramite i rispettivi cellulari immaginari conoscendosi meglio e il ragazzo la aiuta pian piano a superare il suo dramma della paura di comunicare con gli altri, i due dopo un mesetto decidono di vedersi ma...
Nel secondo racconto, Ferite - Kiz/Kids, Keigo è un ragazzino che sfoga il suo astio verso il padre utilizzando la violenza sugli altri. Il bambino fa la conoscenza e diventa subito amico di Asato quando anch'egli viene trasferito nella classe di Keigo, "una classe speciale composta da bambini di tutte le età che, a causa di qualche disturbo, non riescono ad ambientarsi nelle classi normali".
Asato ha uno strano potere, può trasferire i lividi, le cicatrici, le fratture e le ferite che gli altri possiedono su di sé, e allo stesso modo può trasferirli sugli altri.
Keigo quindi sfrutterà il potere di Asato, la cui candida anima gli impedisce di traferire le ferite sugli altri ma di addossarsele, per riversare la ferita infertagli a Keigo dal padre su quest'ultimo che è ricoverato in ospedale.
Ma questi due cani randagi, questi due figli indesiderati, riusciranno a superare le proprie pene grazie alla salda amicizia che li lega perché una visione pessimistica della vita non porta che ad un malessere esistenziale e cosmico.
La prima storia l'ho trovata molto originale e il fatto di descrivere un dramma interiore in questo modo, un disadattamento e una difficoltà di rapporto con il prossimo in tal maniera mi ha fatto provare i sentimenti e vestire i panni meglio della sfortunata protagonista.
Anche il secondo racconto mi ha lasciato molto, è molto evocativo nel suo essere una visione del mondo reale, crudo, malvagio e spietato da parte di due bambini reietti che la vita e le proprie famiglie non vogliono.
Le atmosfere sono dominate dall'elevata potenza espressiva delle parole che sovrastano i disegni, i quali ben si adattano alle frasi in essi contenute donandogli ancor più espressività.
Il tratto è morbido, dolce, ma allo stesso tempo triste e con sfumature nostalgiche; spesso inoltre i personaggi sono inquadrati di spalle accrescendo il mistero e lasciando un'ulteriore interpretazione dell'espressività delle loro parole. A tal proposito non aspettatevi terminologia forbita o elevate ambiguità da opere che fanno fare molta ginnastica al cervello: la trama è lineare e quindi scoprirete tutti i dettagli nelle giuste tempistiche.
Le tematiche del dramma, della tristezza, della solitudine, del disadattamento, la voglia di addossarsi il carico della sofferenza di tutto mondo e un altro tema importante sovrannaturale a me caro, che scoprirete alla fine del primo episodio, sono splendidamente descritte e rappresentate dalla copertina che è molto evocativa.
Allo stesso modo la copertina non accenna nulla della seconda sciagurata storia.
Una menzione speciale va all'edizione italiana, pur non conoscendo quella originale, il cui materiale della sovracopertina l'ho apprezzato molto al tatto.
Voto: 10.