Recensione
ZombiePowder.
7.0/10
Recensione di TheYangShi
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Il primo manga di Tite Kubo in assoluto, del 1999. Un manga che ha avuto vita breve, stroncato nella parte migliore, nel momento in cui la storia stava finalmente per decollare.
Zombie Powder tratta di un'avventura in ambiente western con tanto di ricercati bollati da taglie, dotati di armi all'avanguardia che fanno presupporre che ci troviamo in un prossimo futuro, non molto lontano. Più che riferimenti ad altre opere diciamo che Kubo si sia lasciato influenzare molto da alcuni titoli che ha probabilmente amato al punto da imitarli nella sua stessa creazione. Così è venuto fuori un misto che sa di già letto, caratteristiche che non permettono di intravedere la vera originalità del mangaka, la quale sembra ancora sopita.
I protagonisti sono un gruppo eterogeneo composto da quattro membri. La scelta dei nomi è molto particolare, forse anche troppo, appellativi troppo lunghi e difficili da ricordare, seguiti da una cura per il dettaglio, nel descrivere ogni singolo personaggio, anche di fazioni nemiche. Questo vuol dire che il mangaka aveva impostato il tutto con la convinzione di realizzare una storia abbastanza lunga da fronteggiare qualsiasi altro shonen di successo. Da qui la trama forzata all'avventura, il pretesto è la ricerca delle sfere del... scusate, degli anelli della morte, che avrebbe previsto una narrazione molto ampia. Peccato che l'inesperienza del mangaka si sente in tutte le pagine, in ogni combattimento, in qualsiasi dialogo o fondale. Il disegno infatti è ancora acerbo, i volti femminili sono troppo grezzi ma con dei corpi ben forniti di seni esagerati, insomma da migliorare.
L'elemento originale che accompagna la carriera di Tite Kubo anche nel suo più grande successo, Bleach, è l'elemento della morte, che qui è solo un suppellettile che dà però carisma ad Akutabi e allo stesso titolo.
Nella versione italiana edita dalla Panini Comics sono inseriti alla fine dei volumi 2, 3 e 4 delle storie autoconclusive che Tite Kubo realizzò in giovane età, prima che riuscisse a diventare un affermato mangaka: "Ultra unholy hearted machine", "Rune Master Urara" e "Bad Shield United".
In conclusione ritengo questi volumi molto interessanti e piacevoli da leggere perché qui sono concentrate tutte le storie realizzate con passione da un mangaka che aveva mille speranze ma ancora troppo inesperto per sfondare nel mondo spietato dell'editoria nipponica.
Zombie Powder tratta di un'avventura in ambiente western con tanto di ricercati bollati da taglie, dotati di armi all'avanguardia che fanno presupporre che ci troviamo in un prossimo futuro, non molto lontano. Più che riferimenti ad altre opere diciamo che Kubo si sia lasciato influenzare molto da alcuni titoli che ha probabilmente amato al punto da imitarli nella sua stessa creazione. Così è venuto fuori un misto che sa di già letto, caratteristiche che non permettono di intravedere la vera originalità del mangaka, la quale sembra ancora sopita.
I protagonisti sono un gruppo eterogeneo composto da quattro membri. La scelta dei nomi è molto particolare, forse anche troppo, appellativi troppo lunghi e difficili da ricordare, seguiti da una cura per il dettaglio, nel descrivere ogni singolo personaggio, anche di fazioni nemiche. Questo vuol dire che il mangaka aveva impostato il tutto con la convinzione di realizzare una storia abbastanza lunga da fronteggiare qualsiasi altro shonen di successo. Da qui la trama forzata all'avventura, il pretesto è la ricerca delle sfere del... scusate, degli anelli della morte, che avrebbe previsto una narrazione molto ampia. Peccato che l'inesperienza del mangaka si sente in tutte le pagine, in ogni combattimento, in qualsiasi dialogo o fondale. Il disegno infatti è ancora acerbo, i volti femminili sono troppo grezzi ma con dei corpi ben forniti di seni esagerati, insomma da migliorare.
L'elemento originale che accompagna la carriera di Tite Kubo anche nel suo più grande successo, Bleach, è l'elemento della morte, che qui è solo un suppellettile che dà però carisma ad Akutabi e allo stesso titolo.
Nella versione italiana edita dalla Panini Comics sono inseriti alla fine dei volumi 2, 3 e 4 delle storie autoconclusive che Tite Kubo realizzò in giovane età, prima che riuscisse a diventare un affermato mangaka: "Ultra unholy hearted machine", "Rune Master Urara" e "Bad Shield United".
In conclusione ritengo questi volumi molto interessanti e piacevoli da leggere perché qui sono concentrate tutte le storie realizzate con passione da un mangaka che aveva mille speranze ma ancora troppo inesperto per sfondare nel mondo spietato dell'editoria nipponica.